Il ginecologo Severino Antinori, a capo della della clinica Matris di Milano, si è rivolto direttamente all’Ansa per commentare il sequestro eseguito dai carabinieri del Nas sia di ovuli che di embrioni, avvenuto lo scorso sabato. “E’ un atto di dispregio alla vita. Ora questi embrioni sono a serio rischio di sopravvivenza. Chiedo l’intervento del premier Renzi”, ha affermato il medico, rendendo nota l’intenzione di cominciare uno sciopero della fame in segno di protesta: “Sto iniziando uno sciopero della fame ad oltranza davanti a Palazzo Chigi per protestare contro gli atti nei miei confronti da parte del ministro della Salute e dei NAS, che hanno commesso una serie di illegalità e abusi di ufficio”. Antinori ha quindi spiegato di non aver mai eseguito una compravendita dei gameti e che invece la documentazione sulla tracciabilità dei quelli utilizzati negli interventi di fecondazione eterologa è sempre stata completa e disponibile presso il centro da lui diretto. “Proseguirò con lo sciopero della fame ad oltranza perché sono in atto atti persecutori contro di me e contro la liberà procreativa nel Paese”, ha concluso il ginecologo.
In seguito alle dichiarazioni che sembravano indirizzare le linee guida per la fecondazione eterologa verso la scelta, da parte della coppia ricevente i gameti, di colore della pelle, degli occhi e dei capelli del nascituro, è tornata a farsi sentire la vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera e parlamentare Ncd, Eugenia Roccella: “Questa si chiama selezione della razza e dei canoni estetici. Insomma, c’è stato detto che, come per l’adozione, ricorrere all’eterologa era solo un gesto d’amore, e che al bambino serve solo l’amore dei genitori. Un amore, però, condizionato al colore della pelle: lo amiamo solo se è bianco, se è nero non lo vogliamo?”.
A differenza di quanto era stato precedentemente affermato, oggi è arrivata una smentita direttamente dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha rilasciato delle dichiarazioni per quanto riguarda il decreto che farà partire la fecondazione eterologa nel nostro paese, la cui presentazione è prevista per domani. Secondo quanto detto da Beatrice Lorenzin, la coppia che riceve i gameti non potrà fare alcuna scelta a riguardo del colore della pelle, degli occhi e dei capelli del nascituro, che dunque non saranno garantiti in nessun modo e da nessuna clinica al momento della fecondazione. Il Ministro della Salute ha espresso molto chiaramente la sua posizione al riguardo, usando queste parole “Il discorso sulla compatibilità non è previsto. Il mio decreto è un articolo e consente di far partire l’eterologa su tutto il territorio nazionale applicando le direttive europee e con controlli certi e chiari perché non si ripetano casi come i gemellini scambiati a Roma. Le linee guida saranno presentate in seguito. Il discorso sulla compatibilità se vuole farlo, lo introduco il Parlamento. Per quanto mi riguarda sono contraria: questa si chiama discriminazione razziale. Non se ne parla, sarebbe anticostituzionale. E’ come se chi adotta un bambino lo potesse scegliere. Lo impedisce la legge. Mica siamo al supermercato.” Dunque, il decreto del Ministero non conterrà nessuna norma che faccia in modo che nelle cliniche si possa richiedere un determinato colore degli occhi o della pelle del bambino che nascerà dai gameti donati alla coppia richiedente.
Sono state stabilite le linee guida sulla fecondazione eterologa dalle Società scientifiche impegnate nel settore della procreazione assistita e consegnate al ministero della Salute. Non sarà possibile scegliere le caratteristiche del donatore, quindi il figlio dovrà avere lo stesso colore della pelle, gruppo sanguigno, colore dei capelli e colore degli occhi della coppia che riceve. “Questo – spiegano – è l’orientamento diffusamente accettato a livello internazionale, inoltre faciliterà l’accettazione del nascituro da parte dei genitori e del contesto sociale in cui crescerà e vivrà, permettendo al bambino uno sviluppo psico-emotivo sereno ed equilibrato”. Inoltre, sempre tra le linee guida è stato stabilito che “un risultato Hiv positivo per il partner maschile non deve essere utilizzato come criterio di esclusione per il trattamento di inseminazione di una coppia con seme donato”. Per garantire le stesse caratteristiche somatiche, inoltre, è previsto anche il ricorso alla rete internazionale delle banche per la donazione di gameti.
(Serena Marotta)