Anna Castelli Ferrieri realizzò per la Kartell la 4870, una sedia in plastica con la caratteristica di essere sovrapponibile con altre sedie uguali. Per questa creazione fu premiata nel 1987 con il prestigioso Compasso d’oro. E, ancora per la Kartell, la designer realizzò i mobili 4970/84, una serie di contenitori componibili per la casa. Realizzati in plastica con una linea tondeggiante. Anche questi sovrapponibili in senso verticale. Questi mobili in forma rotonda o quadrata, su rotelle nella versione più grande, sono in produzione da più di trent’anni e hanno ricevuto molti riconoscimenti. Esposti anche al Museum of Modern Art di New York e al George Pompidou di Parigi. Le misure di questi mobili variano: dalla versione più piccola di diametro da 32 centimetri a base circolare, da 42 centimetri e a base quadrata da 38 centimetri.



A quel tempo non si davano nomi agli oggetti, ma si identificavano con i numeri. Erano i tempi in cui Anna Castelli Ferrieri lavorava per la Kartel. Il tavolo 4.300? È fatto da quattro gambe, da quattro coni e dal ripiano che ha “delle nervature dentro che sono necessarie”. Lo ha detto la designer milanese in una intervista di diversi anni fa a “Lezioni di Design”, programma di Rai Educational. Attaccate al ripiano ci sono dei cilindri, dove viene infilata la gamba. “Con questo cono che serve a inserire più stabilmente la gamba nel piano. Questo cilindro ha delle fessure. E questa è una cosa che rende più ferma la posizione della gamba”. Questo tavolo si monta in un minuto. Poi c’è il tavolino che fa anche da sgabello, un altro oggetto di cui Ferrieri va fiera: il tavello. Si tratta di uno sgabello molto solido, che può servire anche da piccola scala. L’ultimo prodotto disegnato dall’architetto è un leggio, abbastanza grande, che può essere regolato in altezza e inclinato come si preferisce. Può essere usato per leggere un libro a letto, ma anche per mangiare a letto, mettendo il ripiano in orizzontale.



Il miglior designer italiano del secolo scorso? Secondo Anna Castelli Ferrieri, intervistata tempo fa da “Lezioni di Design”, programma di Rai Educational, è Marco Zanuso. Un designer a tutto tondo, che ha tenuto conto anche dei problemi tecnologici, stando sempre al passo. I telefonini, per esempio, derivano dal telefono Grillo, opera di Marco Zanuso. E ancora la radio, il televisore. Quindi è indispensabile essere innovativi. Oggi siamo vittime del consumismo, possiamo scegliere tra tanti oggetti, dice la designer milanese. “Secondo me bisogna amare i propri oggetti e, quindi, tenerli bene, per generazioni, se si può”. Design significa dunque progetto: “Allora, in cosa dovrebbe consistere questa innovazione? Nel fare qualcosa di cui noi abbiamo bisogno o che desideriamo e che non c’è”. Una volta era l’industria a decidere, mentre oggi è l’utente. L’utente oggi compra il marchio. Il lavoro del progetto è fatto da una collaborazione tra progettista e industriale e di tutti gli specialisti. “Il design italiano ha successo perché è un design più umano, più emotivo”.



Anna Castelli Ferrieri ha cominciato i suoi studi di architettura a Milano durante gli anni del Fascismo, i primi anni Quaranta: “Noi studenti eravamo autarchici”, ha detto in una vecchia intervista rilasciata a “Lezioni di Design”, programma di Rai Educational. Studenti seguaci della Bauhaus, la grande scuola dove ha cominciato ad esprimersi il razionalismo. Una battaglia politica la loro, attraverso la quale pensavano che con la produzione industriale di massa si potesse “liberare la gente dal bisogno e dalla fatica”. L’incontro con i razionalisti era attivato attraverso lo standard. Ferrieri ha conosciuto i maestri razionalisti: il primo suo maestro è stato Franco Albini per due anni ai tempi dell’Università nel suo studio. “Albini mi ha allenato a sentire la responsabilità del progetto”. Albini è stato il suo maestro razionalista. Poi ha lavorato con Gardella, secondo suo maestro, per diversi anni, poi è diventata suo socio. Gardella non è da considerare un razionalista, bensì in mezzo fra il movimento del razionalismo e quello organico, che si rifaceva a Frank Lloyd Wrigt. Né Albini né Gardella hanno costruito a Milano. Di “Gardella si conosce la Galleria di Arte Moderna che non è una nuova costruzione. È un restauro”.

Il doodle odierno di Google è dedicato ad Anna Castelli Ferrieri, designer e architetto italiana nata nel 1920 a Milano. La pagina iniziale di Big G mette dunque in mostra i 5 suoi oggetti più significativi: si inizia con la Revolving Library model 3610 (nera e blu), una poltrona Kartell 4814, uno sgabello polo ‘70s, due componibili rossi (mobili 4970/84) separati e infine, altri tre componibili verdi impilati uno sull’altro. All’interno del quadretto compare, stilizzata, la stessa artista appoggiata allo sgabello, per intenderci, “da bar”. Anna Castelli Ferrieri sperimentò, nelle sue realizzazioni, un uso innovativo della plastica nella produzione di oggetti di arredo per l’azienda Kertell, fondata dal marito, l’ingegnere chimico Giulio Castelli, con la quale iniziò a collaborare a metà degli anni Sessanta.

La designer italiana, nata il 6 agosto del 1920, e di cui oggi Google ha voluto ricordare il 94esimo anniversario della nascita dedicandole il doodle, ha vinto il celebre premio di design Compasso d’Oro per la prima volta nel 1987, con la sua creazione Sedia 4870 di Kartell. In seguito, nel 1994, ha vinto per la seconda volta il premio con la linea di posate Hannah di Sambonet. La sedia, che è totalmente realizzata in plastica, ha il vantaggio di essere facilmente sovrapponibile con altre sedie dello stesso tipo; rendendo così il loro utilizzo quotidiano semplice e veloce: l’artista, durante tutta la sua vita, si è dedicata con assiduo impegno alla realizzazione di oggetti di uso quotidiano che combinassero una linea pratica con uno stile elegante ma sobrio e Sedia 4870 è in grado di combinare questi aspetti in maniera impeccabile. Una delle fotografie più famose della designer italiana è proprio quella in cui è ritratta in piedi, a fianco ad una alta pila di Sedia 4870, ordinate una sopra l’altra.

Anna Castelli Ferrieri, di cui oggi Google ricorda il novantaquattresimo anniversario dalla nascita, ha vinto nel 1994 il premio Compasso d’Oro con la sua creazione Hannah di Sambonet. Il premio Compasso d’Oro è uno dei più prestigiosi e anche il più antico premio di design a livello internazionale: istituito nel 1954, con la collaborazione di Giovanni Ponti, celebre designer, architetto e anche autore, oggi è curato dall’ADI. Esattamente 40 anni dopo la sua nascita, è stata proprio la designer Ferrieri ad aggiudicarselo, con Hannah di Sambonet: la sua opera di design consiste in un servizio di posate pensate apposta dall’artista milanese, in grado di sintetizzare perfettamente nella forma la praticità che un oggetto del genere deve necessariamente avere, con un’eleganza e una grazia uniche nel loro genere. Le posate sono pezzi unici, con nessuna linea o decorazione ad interromperne le sinuosità, che si presentano con un equilibrio e una maneggevolezza davvero eccezionali.

Anna Castelli Ferrieri, per molti, come lei stessa ha avuto a dire, è una dolce e raffinata signora dal sorriso timido e dallo sguardo limpido e delicato. Ma nello stesso tempo rigoroso. Un carattere semplice, ma una intelligenza splendidamente complessa, da persona colta e – in un certo senso – lineare e ordinaria, non a caso estremamente razionale. “Forse ho preso anche dalla mia famiglia, da mio padre che era intellettuale e aveva un circolo letterario frequentato da tutta la cultura europea. Ma il fascismo non si accorse di lui, non si è accorto mai del legame che attraverso le persone come mio padre saldava tutta Europa”. Ma quale splendida linearità e spinta di modernità ha saputo creare questa donna lo si scopre dal contributo che ha dato al mondo del design. E che porta Google a ricordarla con un logo personalizzato, che riprende forme e prodotti che l’hanno resa famosa nel mondo. Architetto, docente, e designer, tra le prime donne a laurearsi al Politecnico di Milano, ha attraversato oltre settant’anni di storia dell’architettura e del design italiano. È stata socia di Ignazio Gardella e redattore di Casabella-Continuità con Franco Albini. Nella sua vita ha incrociato personaggi del calibro di Pier Giacomo e Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Joe Colombo, Gae Aulenti (altra designer per la quale Google ha avuto il riguardo di dedicare un doodle). Infatti, oggi mercoledì 6 agosto 2014, è il 94mo anniversario della nascita di Anna Castelli Ferrieri. Anna nasce a Milano il 6 agosto 1920, e il padre, come accennato, non era una figura qualunque nel panorama culturale milanese ed europeo. Enzo, infatti, era editore e fondatore della rivista Convengo. Divisa tra l’amore per il restauro e la ricostruzione di edifici storici, tra cui il Chiostro del Bramante e Palazzo Benci a Firenze, e la passione per la Bauhaus e la modernità realizzò gli edifici della Alfa Romeo di Arese e diverse opere di design di arredamento e accessori per la casa, che le sono valse diversi premi prestigiosi. Il suo primo oggetto di design Anna Ferrieri lo fece risalire al 1967: è il sistema di componibili quadrati 4970/84. Pratica e concreta, per Anna fare design voleva dire realizzare oggetti prodotti in serie che fossero d’uso comune e che avessero una propria funzionalità; di qui anche le numerose serie di casalinghi e utensili per la casa tuttora in produzione. Anna Ferrieri Castelli morì nel luglio del 2006, ancora in piena attività professionale.