Beatrice Lorenzin lo ha annunciato: a settembre si parte con la fecondazione eterologa. Ma come funzionerà? Partiamo col dire che la procreazione assistita sarà volontaria  e gratuità (con ticket) nelle strutture pubbliche e che l’anonimato sarà garantito (quasi del tutto, ma su questo ci torniamo più avanti). Per i donatori – di età compresa tra i 18 e i 40 anni per gli uomini e i 20 e i 35 per le donne – è previsto un rimborso spese. Verrà dunque creata una banca dati presso il Centro Nazionale trapianti dell’istituto superiore di sanità a fine di garantire comunque la tracciabilità del donatore fino al nasciture (e viceversa). Venendo dunque alla questione dell’anonimato, i dati anagrafici dei donatori saranno protetti, ma si potrà accedere alle informazioni sensibili qualora sorgano gravi motivi di salute dell’embrione o del nato. In tal caso la persone concepita con l’eterologa sarà “informata delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvederanno nei modi e termini che essi ritengono più opportuni”. È vietata la donazione di gameti tra parenti fino al quarto grado ed è previsto un tetto massimo di 10 nascite dallo stesso gamete, a meno che una coppia che ha già avuto un figlio mediante l’eterologa voglia replicare con lo stesso donatore. L’importazione e l’esportazione dei gameti saranno consentiti solo con istituti che rispettano la normativa europea vigente e che operano senza scopo di lucro. In cantiere invece le linee guida circa la compatibilità del colore di pelle e occhi con la coppia che riceve la donazione dei gameti.



Beatrice Lorenzin lo ha annunciato: a settembre si parte con la fecondazione eterologa. Ma come funzionerà? Partiamo col dire che la procreazione assistita sarà volontaria  e gratuità (con ticket) nelle strutture pubbliche e che l’anonimato sarà garantito (quasi del tutto, ma su questo ci torniamo più avanti). Per i donatori – di età compresa tra i 18 e i 40 anni per gli uomini e i 20 e i 35 per le donne – è previsto un rimborso spese. Verrà dunque creata una banca dati presso il Centro Nazionale trapianti dell’istituto superiore di sanità a fine di garantire comunque la tracciabilità del donatore fino al nasciture (e viceversa). Venendo dunque alla questione dell’anonimato, i dati anagrafici dei donatori saranno protetti, ma si potrà accedere alle informazioni sensibili qualora sorgano gravi motivi di salute dell’embrione o del nato. In tal caso la persone concepita con l’eterologa sarà “informata delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvederanno nei modi e termini che essi ritengono più opportuni”. È vietata la donazione di gameti tra parenti fino al quarto grado ed è previsto un tetto massimo di 10 nascite dallo stesso gamete, a meno che una coppia che ha già avuto un figlio mediante l’eterologa voglia replicare con lo stesso donatore. L’importazione e l’esportazione dei gameti saranno consentiti solo con istituti che rispettano la normativa europea vigente e che operano senza scopo di lucro. In cantiere invece le linee guida circa la compatibilità del colore di pelle e occhi con la coppia che riceve la donazione dei gameti.



In moltissimi si aspettavano che la presentazione del decreto legge sulla fecondazione eterologa al Consiglio dei ministri avvenisse oggi, venerdì 8 agosto. E’ di poco fa la notizia che conferma che non è all’ordine del giorno sul tavolo del Consiglio: si dovrà attendere ancora. All’interno del decreto si norma la Fecondazione eterologa in Italia, in seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale che impedisce il divieto. Sono tanti i punti salienti di cui si è discusso a lungo prima che fosse ridefinito a dovere, tra cui anche i limiti di età dei donatori (che è stato imposto tra i 18 e i 40 anni per gli uomini e 20 e 35 anni per le donne) e il limite di 10 gameti donati per donatore nell’arco della vita. Inoltre, all’interno del decreto si garantisce l’anonimato per i donatori, così come verranno registrati i nomi di tutti i donatori all’interno del Registro nazionale dei donatori, conservato presso l’Istituto superiore di sanità. I dati di ogni donatore rimarranno sempre tutelati da riservatezza, a meno che non si presentano situazioni in cui sia necessario ricorrervi per particolari condizioni di salute del nascituro. Ogni persona che nascerà grazie alla tecnica di fecondazione eterologa ha il diritto di conoscere questo fatto, e sono i genitori a scegliere il modo più opportuno per comunicarlo al figlio: anche questo è stabilito dal decreto legge di Beatrice Lorenzin. Infine, si è stabilito che per il 2014 i fondi per la fecondazione assistita eterologa saranno di 10.203.541 euro.



“Il governo e il Parlamento qualcosa possono fare per impedire una applicazione dissennata della procreazione eterologa”. A dirlo è Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, secondo cui una legge “può e deve salvaguardare il diritto del figlio a conoscere i suoi genitori biologici”. Per quanto si tratti di un rimedio “parziale e debole”, tuttavia “per una volta verrebbe contrastata la mentalità che tiene conto solo dei desideri degli adulti e non di chi non ha potere e voce”. Casini fa riferimento ai trattati internazionali a tutela dei minori, come la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo del 1959 e la convenzione dei diritti del fanciullo del 1989, che pare siano stati “dimenticati dalla Corte Costituzionale nel legittimare la fecondazione eterologa”. Il presidente del Movimento per la vita si augura quindi che non venga smantellata la legge 40, soprattutto l’articolo 1 che fissa il diritto del figlio: “Si potrebbe prevedere – conclude – l’utilizzo degli embrioni abbandonati e conservati nell’azoto liquido già ora inseriti nell’apposito registro nazionale”.

“Il nato è informato delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvedono nei modi e termini che essi ritengono più opportuni”. Lo si legge nella bozza di decreto legge “Disposizioni in materia di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo”. Inoltre è vietata “la donazione di cellule riproduttive tra parenti fino al quarto grado”. La regola dell’anonimato rimane, recita ancora il testo, ma “è consentito l’accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico del donatore esclusivamente nei casi in cui sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla salute dell’embrione formato o del nato da procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, attestati da un medico responsabile di una struttura ospedaliera pubblica, e le predette informazioni sono necessarie ai fini della tutela della salute dell’embrione o del nato”. L’accesso è quindi consentito, previa autorizzazione del medico, “ai genitori dell’embrione o del nato, se minore, e al nato medesimo, se maggiorenne”.

Il decreto sulla fecondazione eterologa sarà calendarizzato a settembre, quando verrà discusso in Consiglio dei ministri. A darne l’annuncio è stata Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, in un’audizione presso la commissione Igiene e sanità del Senato. Entriamo dunque nel merito del provvedimento che (operatico a settembre) servirà “per mettere in sicurezza genitori e nascituri e rendere omogenea l’eterologa in tutta Italia”. Anzitutto, precisa la Lorenzin, sarà necessario “costituire un Registro dei donatori totalmente anonimo presso il Centro Nazionale trapianti per il quale abbiamo stanziato dei fondi, circa 500mila euro. Non c’è possibilità di sapere i nomi dei donatori, ma si potrà tracciare il percorso dei gameti per garantire in caso di malattia genetica la chance di chiedere se è disponibile alla cessione di cellule e tessuti”. Imprescindibili, poi, i controlli nei centri di fecondazione così come sono vigenti in tutte le altre strutture sanitarie: “Voglio che si possa fare nel pubblico come nel privato, che sia nei Lea con un ticket come l’omologa e che ci sia un percorso con norme di sicurezza come nel resto di Europa”. Previsti poi il “limite di donazioni pari a 10, l’età dei donatori maschi e femmine, la gratuità della donazione, con rimborsi simili a quelli per chi dona il midollo osseo”.