“Non è stato mio marito a uccidere Yara”. Marita Comi, moglie di Massimo Giuseppe Bossetti – presunto killer della ragazzina in carcere dal 16 giugno – è certa dell’innocenza del marito. La donna parla pubblicamente per la prima volta, affidando alla pagine del settimanale Gente un memoriale a difesa del compagno: “Non è stato lui gli credo, perché Massi ha un alibi: la banalità felice della nostra esistenza. La sera dell’omicidio era a casa con noi, ne sono certa. Tutte le sere sono sempre state uguali, per noi. Se Yara fosse stata uccisa al mattino, non potrei dire con certezza dove si trovava mio marito, ma tra le 19 e le 22 sì”. Da quando è rinchiuso l’ho incontrato sei volte. Ci guardiamo, lui piange spesso, dice che gli manca tutto e si chiede perché”. Marita ricorda poi quando le forze dell’ordine si sono presentate alla loro casa di Mapello per prelevare Bossetti: “Saranno stati in venti, io non capivo niente, pensavo solo ad allontanare i bambini. Quando ci chiedono dov’è il papà, diciamo solo che è con i carabinieri perché è coinvolto nel caso di Yara”.



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