Quello legato al delitto di Chiara Poggi è un caso di “malagiustizia” e “una grandissima farsa” in cui l’obiettivo “è cercare un colpevole”. Lo ha detto all’Adnkronos il criminologo investigativo Ezio Denti, secondo cui l’analisi delle unghie “poteva già essere svolta, con le stese tecniche, subito dopo il delitto”. I recenti esami sulle tracce ritrovate proprio sotto le unghie di Chiara Poggi hanno accertato che il Dna è “compatibile” con quello di Alberto Stasi, ma che non è sufficiente per avere la certezza che sia lui il colpevole. Quanto trovato, infatti, “può dimostrare solo un contatto e visto il loro rapporto non è indice di colpevolezza. Inoltre, bisogna considerare il valore che una traccia biologica ha dopo oltre sette anni”, ha spiegato Denti.



Il Dna estratto dalle tracce trovate sotto le unghie di Chiara Poggi è “compatibile” con quello di Alberto Stasi, imputato per l’omicidio della giovane avvenuto il 13 agosto del 2007 a Garlasco, ma si tratta di un dato “non significativo”. Lo ha fatto sapere l’avvocato Angelo Giarda, difensore di Stasi, commentando l’esame effettuato presso la sede del Dipartimento di scienza e salute dell’Università di Genova. “La comparazione è stata fatta su pochissimi marcatori che sono comuni a quelli di un sacco di altre persone – ha aggiunto Giarda – I marcatori in totale sono diciassette, ma per una validità concreta ne servono almeno la metà più uno. Questo esame ha validità statistica ma non in termini processuali”. Al momento, quindi, “non è un dato significativo. Vedremo cosa verrà scritto nella perizia. Qualunque esame è utile, verificheremo in sede di deposito”. C’è poi la questione dei graffi sospetti che Stasi aveva quando si presentò sette anni fa alla stazione dei carabinieri: “Quando vedremo le foto dei graffi, se ci sono, le valuteremo – ha concluso l’avvocato – Ma agli atti non ci sono”.

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