E’ scontro in consiglio regionale lombardo tra maggioranza e opposizione dopo la presentazione delle linee guida riguardanti la fecondazione eterologa. “Ha vinto ancora la linea fondamentalista ciellina, che in Lombardia detta di fatto linee guida anacronistiche”, ha tuonato Paola Macchi del Movimento Stelle. “La Giunta Lombarda –ha aggiunto – sceglie di ostacolare in tutti i modi la fecondazione eterologa nonostante la Legge 40 sia stata demolita dalla Consulta”. Ovviamente diversi i commenti all’interno della maggioranza: il capogruppo leghista Massimiliano Romeo ha evidenziato “l’ottimo risultato ottenuto grazie all’impegno di Maroni e Mantovani”, ringraziandoli di “aver deciso, con la delibera odierna, di non incentivare l’utilizzo della fecondazione eterologa”. I figli, ha spiegato l’esponente del Carroccio, “non sono un diritto ma un dono, e dobbiamo pensare prima ai diritti dei bimbi che alla logica del figlio a tutti i costi”. Soddisfatti anche i consiglieri di Ncd: “Questa è la maggioranza che ci piace – hanno detto il capogruppo Luca Del Gobbo e il consigliere regionale Stefano Carugo – una maggioranza che sa difendere quei principi e quei valori per i quali i nostri elettori ci hanno votato”.



Il vicepresidente e assessore alla Salute della Giunta Lombardia, Mario Mantovani, ha presentato stamattina le linee guida, che giungono di pari passo con la prima delibera, che chiunque eseguirà o si sottoporrà alla fecondazione assistita eterologa dovrà seguire. La prima regola mette subito dei paletti che tutelano l’ambito economico della pratica, che resterà infatti a carico degli assistiti. Il costo si aggirerà intorno ai 2.500/ 3.000 euro e, come si è compreso in mattinata, non sarà un servizio proposto dal servizio sanitario della regione. La regione Lombardia, in questo senso, è la prima regione che non permette la pratica a cifre più ragionevoli, come i 500 euro del ticket toscano o la quasi gratuità con cui si eseguirà in Emilia Romagna. In secondo luogo, si sono definite le caratteristiche cliniche per cui una donna può scegliere di intraprendere la strada dell’eterologa, ovvero la sua sterilità assoluta e irreversibile. Mantonavi ha continuato spiegando che la fecondazione eterologa si potrà eseguire in tutti i centri già attrezzati per quella omologa, che sono circa sessanta in tutta la regione e ha concluso dicendo che si terrà un registro regionale dei donatori e che questo risiederà presso la Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

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