A partire da oggi, lunedì 15 settembre, le coppie omosessuali che si sono sposate all’estero e che risiedono a Bologna possono richiedere la trascrizione degli atti di matrimonio nell’archivio di stato civile del Comune. Il via libera è arrivato grazie alla direttiva del 30 giugno scorso, la stessa che continua a generare forti polemiche e che ha spinto il prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano, a scrivere una lettera al Comune chiedendo di ritirare il provvedimento perché “non previsto dall’ordinamento italiano”. A farlo sapere è stata la consigliera comunale Ncd a Bologna, Valentina Castaldini, secondo cui le nozze gay contratte all’estero “non si possono registrare” e che quindi la trascrizione è da considerare “nulla” in assenza di una legge nazionale sul tema. Immediata la replica del sindaco di Bologna, Virginio Merola, intenzionato a proseguire su questa strada: “La nostra è una battaglia di civiltà – ha detto – per cui non revoco il provvedimento”. Riguardo le parole di Sodano, Merola ha spiegato di averlo informato “tempo fa. Questo non è un tema del prefetto, ma risponde a indirizzi ministeriali. E’ la conferma che c’è una discordanza tra le norme europee e quelle del nostro paese. Questa circostanza dovrebbe convincere il Parlamento ad approvare una legge per dare certezza del diritto a queste persone”.



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