Dal “patto della crostata” al “patto dei tortellini”. Era il settembre 1997, quando Francesco Cossiga definiva l’accordo sulle riforme costituzionali siglato tra Massimo D’Alema, Franco Marini, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini nel corso di una cena svoltasi nella casa di Gianni Letta, in via della Camilluccia a Roma, evocando il dolce che la signora Maddalena era solita servire agli ospiti. È di questi giorni, ed è settembre 2014, quando Matteo Renzi, a Bologna, ricorre al piatto simbolo della città per indicare la sua volontà di fare squadra con gli altri leader socialisti europei per ottenere dai conservatori la decisione di lasciare le politiche di rigore e rilanciare la crescita. Son passati quasi vent’anni. Una vita. Eppure da allora ad oggi Italia ed Europa non sembrano aver fatto grandi passi in avanti. Anzi. È stato un ventennio “di dieta” progressiva, tant’è che dal “dolce” siamo arrivati al “brodo”.



Che sia urgente cambiare, è evidenza condivisa da tutti. Politici, imprenditori, operai,intellettuali, anziani, giovani. Ma quando è il momento di mettersi in gioco, la musica cambia. Un esempio? Tra i fiori all’occhiello del nostro paese, il vino. A farne uno dei settori più attraenti del made in Italy, innanzitutto l’ottimo lavoro svolto dai produttori, che, dall’offrire ai consumatori nient’altro che “bianchi o rossi” senza identità né carattere, son passati a proporre decine di vini di qualità, espressione affascinate dei diversi territori, con Amarone, Barolo e Brunello a fare da alfieri dell’Italia intera. 



E il mondo della comunicazione di settore che, agli inizi degli anni novanta, ha saputo raccontare al grande pubblico il cambiamento che stava avvenendo tra vigne e cantine. Sennonché, da anni, all’inizio dell’autunno, quando escono quelle Guide che tanta importanza avevano avuto nel favorire la crescita dell’intero mondo del vino del nostro paese, la delusione spesso è cocente. Ne scorri le pagine, e la sensazione è di a volte di deja vu: a essere premiati sempre e solo i soliti noti. A essere oggetto di attenzione, e quindi a essere descritte, sono sempre e solo le solite cantine, già affermate da anni. Una voce fuori dal coro, sono allora i Top Hundred del Golosario «L’oggetto della nostra ricerca – dice Paolo Massobrio – sono i vini autentici. A produrli sono nomi conosciuti, certo, ma il più delle volte produttori sconosciuti, e giovani che han fatto la scelta della terra. Figure che senza il nostro lavoro rimarrebbero ingiustamente sottovalutati.” In questi anni, chi si è dedicato all’esame critico dell’enologia italiana, troppo spesso si è limitato a raccontare e proporre i soliti noti. Una scelta legittima, ma che non è stata, e non è, la nostra, in quanto abbiamo ritenuto, e riteniamo, che oltre ai campioni conosciuti, e che valgono, sia bello dare spazio anche a chi, campione, magari, potrà diventarlo in un prossimo futuro. Certo è faticoso, sarebbe più facile premiare sempre le realtà affermate. Ma sarebbe ingiusto, nei confronti di chi opera e dei lettori.. Della serie, anche nella comunicazione, cambiare, e muoversi in modo diverso, si può.



Eccome. Non fa eccezione al percorso scelto dal team di Papillon, la lista di quest’anno dei cento “campioni” che a fine autunno, dal 15 al 17 novembre, saranno premiati e saranno protagonisti con i loro vini a Golosaria (www.golosaria.it) la straordinaria festa del gusto che ogni anno porta a Milano, nella sontuosa cornice dello SuperStudio Più (via Tortona 27), il top dell’artigianato agroalimentare, della ristorazione e del vino, appunto, italiano. E che usciranno con la “Corona radiosa” sul best seller Il Golosario e che si aggiungono alle 1200 cantine premiate negli scorsi anni. Scorrendo l’elenco (http://www.golosaria.it/default.asp?id=3509) la sorpresa di scoprire che cosa si muove tra i filari del Bel paese. Molti sono i vini prodotti in regime biologico. Ci sono cantine storiche che si affermano nonostante i cambiamenti in atto. Grande è il numero di produttori ancora non conosciuti, autori di prodotti assolutamente innovativi, in particolare in Trentino. E se le regioni leader sono Piemonte, Toscana, Veneto, Lombardia, seguite a ruota con tante novità da Marche e Sicilia. Il vino top dei top di quest’anno, ossia il migliore fra i 100, con cui brindiamo al cambiamento di Italia e Europa, è il Collio Bianco Empire 2011 dell’azienda Le Tiare (tel. 048162491) di Dolegna del Collio (Go). Di colore oro brillante, luminoso, ha profumo molto intenso e di formidabile eleganza, con sentori di pompelmo, frutto della passione e di litchis, mentre al palato ha sorso avvolgente, pieno, freschezza straordinaria e lunga persistenza. Vi aspettiamo a Golosaria! 

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