E’ una grande campionessa, Federica Pellegrini, la Fede, Mafaldina 88, come si chiama lei sui social e come la chiama il premier.
E’ un onore per il paese, una superstellata, ed è bella, sa stare in posa, eccetera eccetera. Tralascio il birignao insostenibile, a pelle, e mi fermo alle sue esternazioni recenti sul doping, e sulla sventura della coppia Schwazer-Kostner. Cosa ci aspettavamo: con la sua boccuccia a cuore, affiancata dal palestrato fidanzato, campione anch’egli (ma un po’ meno di lei, il giusto), si slancia con fervore nella difesa di uno sport pulito, corretto, sano. E rivendica con piglio sindacale alla categoria il diritto di espellere chi infanga il suo buon nome, con eleganza da copertina. “Noi ci facciamo un sedere così”…
Giusto. E gli altri, che sono corrotti e sporchi e deboli, muoiano. Sarebbe sacrosanto, se non fosse così insopportabilmente politically correct. Sarebbe comprensibile, se non fosse tanto sfacciatamente presuntuoso infierire su una collega (o il pattinaggio è figlio di un dio minore? O la Kostner è troppo carina anche lei, e pure aggraziata e discreta, e qualche schizzo aiuta?) evidentemente in una situazione difficile.
Alla faccia della solidarietà sportiva. Dunque, Schwazer si sarà pure dopato, e magari la fidanzata lo sapeva: ma a noi piacerebbe anche per questo, Carolina, che sa cadere e accompagnare chi cade a sua volta, e non solo su una pista di ghiaccio. Carolina, che romanticamente pensiamo capace di amare davvero, e stare accanto al suo uomo anche e soprattutto quando è più fragile.
Piacerà al premier, questo scatto da pantera della Pellegrini, perfetto per uno spot sull’Italia migliore che riparte, in 100 o 1000 giorni, chissà. Ma a noi sarebbe piaciuto un commento a testa bassa del tipo, non giudico, non conosco bene, bisogna trovarcisi in certe situazioni, sono vicina a Carolina.
Una frasetta banale, smozzicata, se non proprio convinta. Ma purtroppo riflettiamo che la Pellegrini ha un’immagine da difendere, e a quella immagine bisogna sacrificare molto: anche compagni di vita che sbagliano, o che vincono un po’ meno. Anche la modestia, se non propio l’umiltà come virtù cristiana. Prova a sposarti Federica, prova a scegliere un uomo per la vita. Se si ubriaca, se si mette con un’altra, se diventa un perdente, lo molli? Ci vuol coraggio a reggere, a pensare e sperare un per sempre, quando si ama. Se invece ti porti al fianco un uomo come un contratto pubblicitario, allora puoi scioglierlo, stracciarlo quando ne arriva uno migliore, che rende di più. Però è uno sport pericoloso, perché non si è né belli né campioni per sempre (una volta gli allenatori lo spiegavano, ai ragazzini appena buttati in piscina, quando non li potevi scegliere).
Con tanta sana invidia per la tua bellezza, per la tua bella fotografia di vincente: gli auguri che, quando arriverai ultima, o darai un dolore a chi ami, tu non sia lasciata sola per difendere buon nome, selfie o colori azzurri.