“Adesso fallo tu il miracolo”. Non si placano le contestazioni dopo il difficile avvio di stagione del Napoli; evidentemente il 2-1 in rimonta centrato in Europa League contro lo Sparta Praga non ha sortito l’effetto che la società avrebbe sperato. Restano l’eliminazione al playoff di Champions League e un calciomercato non all’altezza; e così – riporta SportMediaset – Aurelio De Laurentiis è stato contestato anche questa mattina nella piazza del Duomo, dove si è recato per assistere alla tradizionale cerimonia della liquefazione del sangue di San Gennaro, il patrono della città di Napoli. Più voci si sono levate dal sagrato a indirizzo del presidente; tra le più insistenti, quelle di chi chiedeva a gran voce qualche acquisto a gennaio, ironizzando sul miracolo del sangue e “paragonandolo” al miracolo di De Laurentiis. Che è dunque il principale indiziato per le difficoltà partenopee: anche ieri sera erano apparse alcune scritte sui muri, riportate dal sito calcionapoli24.it, che andavano contro il patron azzurro.
Papa Francesco si recherà in visita a Napoli il 21 marzo 2015. Lo ha fatto sapere oggi l’arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, durante la cerimonia che ha visto ripetersi il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Il Santo Padre arriverà in “una città che ha fame di Dio”, di “lavoro, legalità e progettualità”, ha detto il cardinale Sepe durante l’omelia: la visita inizierà dalla periferia di Napoli, dove Bergoglio incontrerà alcuni rappresentanti del mondo del lavoro e della cultura. Subito dopo, fa sapere anche Radio Vaticana, il Papa “raggiungerà la Cattedrale per venerare le reliquie di San Gennaro e intrattenersi con il clero locale”. A pranzo sarà con alcuni detenuti, mentre nel pomeriggio incontrerà gli ammalati: la visita si concluderà con una Messa solenne in programma alle 17.
Si è ripetuto oggi il miracolo di San Gennaro nella cattedrale di Napoli in cui sono conservate le sue reliquie. Durante la celebrazione, presenziata dal cardinale Crescenzio Sepe, il sangue rappreso del Santo contenuto nell’ampolla è tornato allo stato liquido. “San Gennaro è vivo nel suo sangue. E ama Napoli” ha affermato con felicità il cardinale davanti a moltissimi fedeli accorsi proprio oggi in occasione della celebrazione. Il miracolo di San Gennaro, infatti, si ripete ogni anno in data 19 settembre. La prima notizia documentata di questo miracolo che accompagna la storia della città di Napoli da lunghissimo tempo, risale all’anno 1389, durante la festa dell’Assunta. Come è riportato nel Chronicum Siculum quella fu la prima volta nella storia in cui il sangue del Santo, oggi conservato nelle due ampolle riposte in una teca rotonda e dai manici argentei, tornò liquido e per l’occasione ci fu una lunghissima processione in città. Dopo quel primo miracolo, ogni anno si assiste alla liquefazione del sangue di San Gennaro, in tre periodi distinti dell’anno che corrispondono, appunto, al 19 settembre, al 16 dicembre e anche al sabato che precede la prima domenica di maggio. Dopo la celebrazione di oggi, il cardinale napoletano, ha potuto annunciare con gioia ai fedeli la prossima visita di Papa Francesco a Napoli. Il pontefice farà visita ai malati e si farà accompagnare nella periferia della città, dopo aver pranzato con i detenuti di Poggioreale: la data prevista è quella di inizio primavera, ovvero il prossimo 21 marzo 2015.
Il 19 settembre la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Gennaro, antico vescovo di Benevento vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo, martirizzato a Pozzuoli durante la fase finale delle persecuzioni di Diocleziano. San Gennaro nacque a Benevento, secondo la tradizione, intorno all’anno 272. In quell’epoca l’Impero Romano stava lentamente uscendo dalla gravissima crisi che lo aveva travagliato durante gran parte del III secolo e che lo aveva portato a un passo dalla dissoluzione. Le informazioni sull’infanzia e sulla giovinezza del santo sono scarse e frammentarie. Secondo una corrente storiografica abbastanza accettata, il vero nome di Gennaro sarebbe stato Procolo. Il nome ‘Gennaro’ deriverebbe da quello che era in realtà il suo ‘cognomen’, in quanto appartenente alla Gens Ianuaria.Nato in una famiglia cristiana, San Gennaro consacrò giovanissimo la sua vita all’Onnipotente, divenendo prima sacerdote e in seguito venendo nominato vescovo della sua città grazie ai suoi meriti.Poco dopo la sua nomina a vescovo di Benevento, si recò a Pozzuoli per visitare i fedeli di quella comunità, accompagnato dal diacono Festo e dal lettore Desiderio. Sossio, diacono di Miseno e grande amico di Gennaro, si sarebbe dovuto unire al terzetto per recarsi a Pozzuoli ma venne sorpreso dalle truppe del governatore della Campania Dragonzio lungo la strada, arrestato e imprigionato per essere cristiano.Gennaro, Desiderio e Festo decisero di recarsi al cospetto di Dragonzio per intercedere in favore del loro amico e compagno e chiederne la liberazione. Di fronte alle domande di Dragonzio riguardo i loro legami con Sossio, i tre fecero professione della loro fede, suscitando la violenta ira del governatore, che li fece arrestare e li condannò a morte. Il giorno previsto per il supplizio i quattro vennero mandati nell’arena ma le belve che avrebbero dovuto sbranarli, nonostante fossero affamate e a digiuno da giorni, non li aggredirono, prostrandosi ai loro piedi in segno di rispetto e divenendo inaspettatamente mansuete. Il governatore Dragonzio, su tutte le furie e incapace di comprendere il perché dell’avvenimento, ordinò ai suoi soldati di decapitare i quattro. San Gennaro e i suoi compagni vennero così condotti presso il Forum Vulcani, la Solfatara, venendo decapitati. Era l’anno 305. Le proteste contro la crudeltà di Dragonzio portarono ad altre tre condanne a morte: vennero infatti decapitati il diacono di Pozzuoli Procolo e i due giovani laici Acuzio ed Eutiche, rei di aver manifestato il loro malcontento contro l’ingiustizia. I corpi dei martiri vennero sepolti nelle campagne circostanti Pozzuoli, venendo recuperati solamente molti anni dopo. Nel corso del V secolo, il vescovo di Napoli Giovanni fece recuperare i corpi, trasladando quello di San Gennaro nelle Catacombe di Capodimonte, nella città partenopea.
L’agiografia riferisce di altri episodi mitici sulla vita di Gennaro. In un’occasione, dopo essersi recato a Nola a fare proselitismo, venne imprigionato dal giudice Timoteo, che lo face torturare nel tentativo di farlo abiurare. Dato che le torture non avrebbero avuto effetto, Timoteo decise di gettare San Gennaro in una fornace. Miracolosamente però il santo non ebbe la minima conseguenza e, quando la fornace venne riaperta, uscì illeso con le proprie gambe. San Gennaro è uno dei santi più venerati del mondo. A Napoli sono conservate numerose reliquie, tra cui due celebri ampolle contenente il suo sangue. Attualmente, una delle due ampolle contiene un grande quantitativo di sangue mentre l’altra è semivuota dato che il contenuto venne portato in Spagna da Carlo III di Borbone al momento della sua incoronazione come re della monarchia iberica. Il sangue, solido durante la gran parte dell’anno, ridiventa liquido in tre occasioni. San Gennaro è patrono di Napoli; è anche il protettore dei donatori di sangue e degli orafi.