San Matteo, apostolo ed evangelista, è uno dei santi di cui la Chiesa celebra il ricordo nella giornata del 21 settembre. Del santo, nato a Cafarnao, in Galilea, verso la fine del primo secolo a. C., non si hanno molte notizie biografiche riguardanti i suoi primi anni di vita. Sicuramente, però, è noto ai più il fatto che egli fosse un pubblicano, e cioè un esattore delle tasse, e che perciò non doveva essere molto ben visto dai suoi concittadini. A quei tempi, infatti, svolgere questo mestiere equivaleva sostanzialmente ad essere un usuraio, perché gli esattori anticipavano all’erario romano le somme che il popolo ebraico doveva corrispondergli, per poi rivalersi sul loro stesso popolo con la richiesta di cifre esorbitanti. Oltre a ciò, la figura dell’esattore veniva disprezzata anche per i servizi che era solita rendere all’imperatore, e quindi a un stato oppressore. Come ben si sa, Matteo, che era chiamato anche Levi, svolgeva questa attività anche quando ebbe modo di incontrare Gesù per la prima volta: quest’ultimo lo indusse a lasciare i suoi affari e ad andare con lui semplicemente passandogli accanto e dicendogli “Seguimi”. Subito dopo, il santo invitò Gesù ad un banchetto in cui erano presenti non soltanto altri esattori come lui, ma anche diverse persone che vivevano la loro vita nel peccato. Matteo divenne uno dei dodici apostoli, come risulta anche dai vangeli di Luca e Marco e dagli Atti degli Apostoli, nonché autore di uno dei quattro vangeli sinottici. A differenza degli altri tre testi, quello di Matteo non è scritto in greco ma in ebraico, e soltanto successivamente verrà tradotto in lingua greca. Non c’è certezza in merito al luogo in cui morì, poiché, se per alcuni la sua morte avvenne in Etiopia, per altri egli terminò il suo cammino terreno nella città di Gonio, nell’attuale Georgia, dove trovò anche sepoltura. Pare anche che le sue spoglie siano arrivate a Velia, una cittadina della Basilicata, attorno al quinto secolo, e che rimasero qui per i quattro secoli successivi. Le reliquie del santo sarebbero poi state trovate da un monaco, Atanasio, vicino ad una fonte termale situata a Parmenide sarebbero poi state traslate dallo stesso, che le portò in una piccola chiesa di Casal Velino, che poi venne poi a lui intitolata. Le spoglie di San Matteo sono oggi custodite nella cattedrale di Salerno, dove giunsero il 6 maggio del 954. San Matteo, che viene venerato dalla Chiesa come martire, è protettore di diverse categorie di professionisti, come ad esempio i banchieri, i ragionieri e, ovviamente, gli esattori. È inoltre il santo patrono di diverse città italiane, tra cui Salerno, Laigueglia, Nichelino e Montenero di Bisaccia. Nell’iconografia tradizionale viene di solito raffigurato nell’atto di scrivere il Vangelo ispirato da un angelo, ma non è raro vederlo anche con accanto una spada, che simboleggia la sua condizione di martire.