Sant’Ignazio da Santhià è uno dei santi che la Chiesa ricorda nella giornata del 21 settembre. Vero nome Lorenzo Maurizio Belvisotti, nasce il 5 giugno del 1686 a Santhià, in provincia di Vercelli, quartogenito di una famiglia di agiate condizioni economiche. A soli 8 anni suo perde il padre, mentre lui. A vent’anni decide di intraprendere il cammino per consacrare la sua vita a Dio: infatti, nel 1706 arriva a Vercelli per dedicarsi allo studio di filosofia e teologia, diventando sacerdote nel 1710. Diviene quindi cappellano per gli Avogadro, famiglia della nobiltà vercellese, mentre dopo qualche tempo viene nominato rettore del collegio di Santhià e parroco della chiesa di Casanova Elvo, piccolo comune in provincia di Vercelli. Intraprende un cammino interiore che nel 1716 lo porta fino al Monte dei Cappuccini per colloquiare col padre provinciale nel tentativo di avere un po’ più chiara la sua strada: infatti, il 10 giugno del 1716, Lorenzo decide di smettere l’abito di talare e di rinunciare al suo ruolo di parroco a Casanova Elvo, per farsi frate cappuccino in quel di Chieri (Torino) con il nome di Ignazio da Santhià.
Si forma svolgendo diversi ruoli nei conventi di altrettante località della provincia di Torino come Biella, Saluzzo, Chieri, Pinerolo, Carrù, Chivasso e Avigliana, fino a quando non giunge a Mondovì, dove comincia a ricoprire il ruolo di maestro di noviziato. Nel 1744 è costretto a rinunciare alla propria mansione a causa di una patologia agli occhi molto seria, che lo induce anche a decidere di ritirarsi nel convento di Torimo-Monte per intraprendere le cure. La sua condizione non gli impedisce di prestare la propria opera, dato che nello stesso anno assiste spiritualmente e fisicamente i soldati che, al servizio di Carlo Emanuele III, sono impegnati nella guerra franco-spagnola. Fa ritorno al Monte dei Cappuccini nel 1747 per dedicarsi alle cure degli indigenti e degli infermi torinesi e per svolgere attività pastorale, guadagnandosi la fama di uomo pio e capace di prodigi. Diviene una figura di riferimento per bisognosi e oppressi, e comincia ad essere quasi venerato dalla gente di quei luoghi, anche se egli, in linea col suo carattere schivo e modesto, cercherà di rifuggire la curiosità e il gran parlare alimentato dalla sua instancabile opera. Sant’Ignazio muore il 21 settembre del 1770: la notizia della dipartita del Santino del Monte si diffonde in brevissimo tempo per tutta la città. Paolo VI lo proclama beato il 17 aprile del 1966, mentre diviene santo ad opera di Giovanni Paolo II, il 19 maggio del 2002. Le sue spoglie sono attualmente conservate presso il Monte dei Cappucini di Torino e a Santhià, nella Collegiata di cui fu rettore per un periodo.