Come permettono le prerogative della sua alta carica, Giorgio Napolitano potrà deporre rimanendo in Quirinale. Dovrà comunque testimoniare come richiesto più volte e dopo che lui stesso aveva definito inutile la sua testimonianza in quanto non avrebbe nulla da dire al proposito. Si tratta dell’annoso processo sulle presunte trattative tra Stato e mafia che ha visto coinvolte numerose alte personalità tra ex ministri e funzionari e vede adesso coinvolto anche la massima autorità dello stato, il presidente della Repubblica. La Corte d’assise invierà dunque i suoi giudici al Quirinale per sentire cosa ha da dire Napolitano, testimonianza che si terrà ovviamente a porte chiuse. Non ci sarà neanche alcun video collegamento con l’aula del processo e gli stessi imputati, diversi capi mafia, non potranno sentire cosa verrà detto. In particolare i giudici vogliono chiarimenti sulla nota lettera dell’ex collaboratore Loris D’Ambrosio che conteneva sfoghi in merito al suo ruolo in passato all’alto commissariato per la lotta alla mafia e in seguito al ministero della giustizia.



Leggi anche

SCENARIO/ Sapelli: Trump (e l'Italia) nella crisi che risparmierà la Cina, ma non l'EuropaSCONTRO PM-GOVERNO/ Quella Corte dei Conti fra caso Albania, Mattarella e superbonus