La Commissione europea ha avviato una nuova procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il livello troppo alto di polveri sottili in dieci regioni. Nel mirino di Bruxelles sono finite in particolare diciannove zone e agglomerati (individuate in Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria) in cui la normativa sulla qualità dell’aria non è stata rispettata. Le autorità italiane dovranno adesso fornire chiarimenti a riguardo entro la fine di ottobre, altrimenti si passerà alla seconda fase della procedura in cui il nostro Paese dovrà necessariamente mettersi in regola al più presto. Non è la prima volta che Bruxelles punta il dito contro l’Italia per la concentrazione troppo elevata di polveri sottili nell’aria: il mancato rispetto della stessa normativa in 55 aree italiane nel 2006 e nel 2007, infatti, portò nel 2012 a una condanna della Corte di giustizia. Nel corso degli anni la situazione non è migliorata in 13 di queste zone, e proprio per questo è stato deciso di aprire una nuova procedura d’infrazione (a cui si sono aggiunte altre sei zone, fino a un totale di diciannove).