Il 30 settembre, la Chiesa Cristiana celebra la memoria di San Girolamo, uno dei principali autori e filosofi dell’epoca tardo-antica. San Girolamo nacque a Stridone (l’attuale Zrenj, in Croazia) intorno all’anno 347. Pur non discendendo da una famiglia nobile, le condizioni economiche dei suoi genitori gli consentirono di studiare a Roma, capitale dell’Impero. Nell’Urbe ebbe come maestro Elio Donato. Si impegnò profondamente negli studi di retorica, trasferendosi poi nell’importante città di Treviri e infine ad Aquileia, uno dei principali centri dell’Italia settentrionale. Nella città friulana si dedicò alla vita ascetica, sotto la protezione dell’arcivescovo Valeriano. Dopo aver trascorso un periodo come asceta, San Girolamo abbandonò la comunità e decise di partire per l’Oriente: decisiva per la sua decisione fu la grande rivalità e inimicizia presente tra i suoi compagni. In Oriente decise di vivere come anacoreta per due anni nell’area desertica della Calcide, rimanendovi nel biennio 375-376. Durante il suo periodo nella Calcide avvenne uno degli episodi più famosi della vita del santo: un leone, tormentato da una spina in una zampa, venne salvato da Girolamo, che nonostante la ferocia della fiera si avvicinò e gliela estrasse.
Per gratitudine, l’animale rimase durante tutto il resto della sua vita a fianco di Girolamo, divenendone compagno inseparabile e difendendolo dalle insidie. In seguito, Girolamo abbandonò il deserto e si recò nella ricca e fiorente città di Antiochia, rimanendovi sino all’anno 378. Ad Antiochia seguì le lezioni di Apollinare, divenendo presbitero dopo aver ricevuto l’ordinazione dal vescovo locale, Paolino.
Dopo aver abbandonato Antiochia si trasferì a Costantinopoli, dove migliorò il suo greco sotto la guida di uno dei Padri Cappadoci, Gregorio Nazianzeno. In questo periodo, San Girolamo iniziò a leggere le opere di Eusebio ed Origene. Nel 382, dopo che il suo maestro Gregorio Nazianzeno ebbe lasciato Costantinopoli, Girolamo fece ritorno a Roma, dove entrò in contatto con il pontefice Damaso I. Il papa, impressionato dalla sua cultura e dalla sua fede, lo scelse come suo segretario personale. Nell’Urbe, San Girolamo si avvicinò anche ad un gruppo di vedove e giovani vergini, sotto la guida delle ricche Paola e Marcella. Le due donne chiesero a San Girolamo di divenire il loro padre spirituale, cosa che l’uomo accettò volentieri. In quegli anni a Roma infuriava un violento dibattito riguardante il celibato ecclesiastico. San Girolamo, con un vigore morale notevole, era favorevole al celibato dei sacerdoti, volendo sradicare per sempre il fenomeno delle concubine e delle ‘agapete’ (‘mogli senza marito’). La maggior parte del clero, al contrario, era favorevole al mantenimento dello status quo. San Girolamo, nelle sue lettere, non esitò a definire il fenomeno delle ‘agapete’ come ‘puttaneggio, cosa infame ed orrida’. Dopo la morte di papa Damaso I, che avrebbe voluto come suo successore proprio San Girolamo, la curia riuscì ad impedire l’ascesa dell’odiato ex segretario pontificio. La curia infatti odiava il rigido moralismo di San Girolamo e temeva l’introduzione del celibato ecclesiastico e di altre misure nel caso di una sua elezione.
Gli avversari di Girolamo dichiaravano che le mortificazioni corporali che questi predicava erano semplicemente atti di fanatismo, che erano tra l’altro costati la vita alla giovane Blesilla, una fanciulla della gens Cornelia morta a causa dei troppi digiuni. Alla fine prevalse la curia: nel 384 venne eletto papa Siricio. Nel 385, San Girolamo si imbarcò per Betlemme assieme ad alcuni monaci, al fratello Paoliniano e alle discepole Eustochio e Paola. In Oriente fondò un monastero maschile, dove si ritirò, e uno femminile, grazie alle ingenti ricchezze di Paola. San Girolamo a Betlemme si impegnò nella sua battaglia per il celibato ecclesiastico e nello studio. Nella sua cella San Girolamo, accompagnato dal suo leone, si dedicò alla scrittura e alla traduzione della Bibbia in Latino. Si trattava della Vulgata, ancora oggi utilizzata durante le celebrazioni in latino della messa. Nel 404, la sua discepola Paola si spense. Venne santificata in seguito. Il 30 settembre del 420, dopo una vita di mortificazioni corporali, San Girolamo morì. Quello stesso anno, l’imperatore Onorio impose ai religiosi il celibato ecclesiastico. San Girolamo è patrono dei traduttori, degli archeologi, dei bibliotecari e degli studiosi.