Il 6 settembre, la Chiesa Cristiana onora e ricorda San Zaccaria. Zaccaria fu l’undicesimo dei profeti minori, noto soprattutto per i suoi scritti, che pongono termine all’Antico Testamento. Era suo intento quello di far ricostruire il tempio ai Giudei in seguito all’esilio in Babilonia. La sua parola fu portata tra la gente tra il 520 e il 518 a.C., e nello stesso periodo profetava Aggeo, il quale esortava i Giudei, promettendo loro la fine della carestia che stava distruggendo i raccolti. Zaccaria invece parlava della venuta di un Messia, che avrebbe riportato alla gloria il regno di re Davide. Le sue parole ebbero un importante eco, al punto che i passaggi messianici furono ripresi dagli scrittori del Nuovo Testamento, che avevano il compito di presentare l’avvenuto miracolo della nascita di Cristo. Dalle note biografiche su Zaccaria si sa che non soltanto fu un profeta, ma che probabilmente fu anche un sacerdote. I testi lo riportano come uno dei discendenti di Iddio, che probabilmente rappresenta lo stesso personaggio che fu riportato tra i sacerdoti al ritorno da Gerusalemme al fianco di Zorobabele. Egli apparteneva alla tribù dei Levi e nacque nella cità di Galaad. Soltanto raggiunta la tarda età Zaccaria abbandonò la Caldea per far ritorno in Palestina. Alcuni testi gli conferiscono il merito d’aver realizzato alcuni prodigi, spesso accompagnati da profezie apocalittiche, di cui la principale e più importante è stata di certo quella inerente la fine del nostro mondo, accompagnato dal doppio giudizio di Dio. La sua vita si sarebbe spenta in tarda età, e la sua tomba, stando alle scritture del tempo, fu posizionata al fianco di quella di Aggeo. L’Islam lo riporta con il nome di Zakariya e lo descrive come uno dei profeti che precedettero l’arrivo di Maometto. Per quanto riguarda la sua sepoltura, la tradizione lo vorrebbe ad Aleppo, nella più antica e grande moschea, quella degli Omayyadi.
Il testo di Zaccaria è suddiviso in 2 sezioni. Nello specifico i capitoli che vanno dal primo all’ottavo riportano al loro interno otto visioni notturne alle quali il profeta assistette. Tutte hanno inizio in seguito all’avvio della ricostruzione del tempio da egli tanto voluta. Nella maggior parte dei casi queste visioni raffiguravano una nuova vita dal carattere chiaramente felice e idilliaco, affiancato dall’intera comunità giudea, che gode del tempio e vive in pace. Il loro Dio torna in Gerusalemme, garantendo questa terra ai suoi fedeli, ma soprattutto riportando la pace tanto agognata tra le Nazioni. Nel suo testo si legge che tutti si recheranno a Gerusalemme per poter ascoltare la parola del Signore.
Stando a quanto scritto da molti storici, i capitoli dal nono al quattordicesimo invece sarebbero stati aggiunti in seguito. All’interno di queste pagine è possibile leggere svariati moniti, ognuno dei quali viene introdotto puntualmente dal termine Oracolo. Zaccaria intendeva tale termine come parola pronunciata direttamente da Dio. Il primo esplica come Israele passerà attraverso un florido periodo di restaurazione, nel corso della quale tutti i suoi nemici saranno umiliati, poiché privi dell’appoggio del Signore. Il secondo invece descrive come le altre Nazioni attaccheranno Gerusalemme, ma soprattutto di come Dio provvederà a distruggerle. Al termine di questi capitoli si può leggere il monito conclusivo, che descrive Dio come il re dell’intera terra.