Il 13 gennaio è il giorno riservato alla commemorazione di Sant’Ilario di Poitiers, vescovo dell’omonima città francese e vissuto nel IV secolo. Ilario nasce a Poitiers intorno al 315, anche se la sua data di nascita ben precisa non si sa. La sua famiglia è di origine gallo-romana ed è piuttosto ricca. Fin da giovanissimo, Ilario inizia a studiare lettere e filosofia. Si accosta inizialmente al paganesimo, anche se non riesce a trovare in esso il senso della vita e del destino dell’umanità. Una strada che viene trovata nel Vangelo di San Giovanni, in base al quale il tutto dipende dal Verbo disceso dal cielo che rende tutti figli del Signore. Ad un’età adulta, si converte al Cristianesimo e viene battezzato dopo il suo matrimonio e la nascita di una figlia. Il vescovo di Poitiers di quel periodo lo inizia ad aggregare alla sua chiesa e, alla sua morte, viene succeduto da Ilario stesso. Si tratta del consolidamento definitivo del suo percorso di fede. La sua opera si basa su un’alchimia perfetta tra santità e scienza e riesce a convertire anche San Martino, che in futuro sarebbe diventato esorcista. Importante la sua lotta all’eresia e la difesa strenua dell’ortodossia cristiana, con la scomunica di Valente, Ursacio e Saturnino, tre vescovi di corte. Dopo essersi opposto alla politica religiosa dell’imperatore Costanzo, Ilario di Poitiers viene fatto prigioniero in Frigia ed esiliato, anche se continua a dirigere la propria chiesa attraverso disposizioni epistolari. Il suo esilio prosegue per ben sei anni, nei quali prosegue nei suoi studi e compone il “De Trinitate”, un’opera imponente e formata da ben dodici libri. Ilario convoca due concili nel 359: uno per gli occidentali a Rimini e un altro per gli orientali a Seleucia. Non viene trovato alcun accordo, nonostante la ferma intenzione del vescovo di diffondere la fede nicena. Ilario tenta di tornare dall’esilio e parla con Costanzo, che lo riporta a Poitiers anche se viene perseguitato dagli ariani, che lo definiscono una persona che diffonde discordia.
Nonostante le premesse non proprio esaltanti, Ilario viene condotto in trionfo nel momento del suo ritorno. Non ha mai smesso di combattere la dottrina ariana, anche attraverso varie composizioni. Grazie al lui, l’arianesimo viene sconfitto. La battaglia prosegue anche in Italia con la collaborazione di Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli. Si apre una disputa con Aussenzio, vescovo di Milano, che a sua volta lo accusa di essere un destabilizzatore di pace. Dopo aver lasciato Milano e aver rafforzato la fede cristiana, Sant’Ilario di Poitiers decide di ritirarsi nella sua diocesi prima di morire nel 367 proprio nella sua città natale. Viene ricordato il 13 gennaio sia dalla Chiesa cattolica che dalla professione anglicana. Nel 1562, gli ugonotti bruciano le sue ambite reliquie. La sua figura viene definitivamente riabilitata dal pontefice Pio IX, che lo inserisce nell’elenco dei Dottori della Chiesa.