Il 22 gennaio 2015 è il giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda San Vincenzo di Saragozza, un diacono che fu martirizzato agli inizi del IV secolo. Non si conosce la sua data di nascita, mentre per quanto riguarda il luogo vi è una disputa secolare tra Huesca, Valencia e Saragozza. Cresciuto in una famiglia abbastanza facoltosa, figlio di un console e di una matrona, il giovane Vincenzo viene affidato al vescovo di Saragozza Valerio, che lo nomina subito arcidiacono e lo considera un aiuto imprescindibile. Il ragazzo vive fino in fondo l’era della persecuzione dell’imperatore Diocleziano contro i cristiani, con la conseguente distruzione delle strutture e di ogni decorazione che abbiano a che fare con la fede cristiana. Ogni cristiano viene cacciato dalla propria carica pubblica e subisce una lunga serie di torture, con l’obbligo di porgere ogni tipo di sacrificio agli dei. Nonostante una situazione allarmante, Vincenzo e Valerio non si perdono d’animo e proseguono nella loro missione di evangelizzazione. Una coppia di religiosi impegnati, pronti a far valere la forza della fede in Cristo contro un mondo che li osteggia. La loro ostinazione non viene apprezzata dal governatore della provincia di Valencia, il terribile Daciano, che li fa arrestare entrambi. Daciano si rende quasi subito conto che l’osso più duro da combattere è Vincenzo il diacono, e per questo decide di perseguitare quest’ultimo e di far esiliare Valerio. San Vincenzo non si arrende e sfida apertamente il governatore a torturarlo sempre di più. Inizia così una serie di violenze infinite e inusitate. Vincenzo viene fustigato, condannato alla pena del cavalletto, arpionato con terribili uncini di ferro. Quindi, nonostante slogature e il volto tumefatto, viene gettato in una cella buia e costellata di cocci taglienti. San Vincenzo non demorde e, in segno di sfida, canticchia dalla cella. Daciano rompe gli indugi e lo uccide definitivamente il 22 gennaio del 304. Persino l’eliminazione del cadavere è complicata, dato che il corpo del Santo viene difeso da un corvo. Gettato nelle acque, la carcassa torna a riva e viene sepolta e venerata dai cristiani.



Dopo la morte, a San Vincenzo di Saragozza viene dedicata una basilica grazie all’imperatore Costantino, che è di religione cristiana. In seguito, i religiosi di Valencia portano il suo cadavere in Portogallo per farlo stare al sicuro, prima di essere definitivamente trasferito a Lisbona. In seguito, il corpo viene trasferito presso la parrocchia di San Giusto e Santa Rufina, mentre nel Duecento viene trasportato nella cattedrale solenne. San Vincenzo di Saragozza è il santo protettore dei poveri, delle vedove e degli orfani. Il suo nome è sinonimo di vittoria. Viene molto apprezzato dal mondo cattolico e viene festeggiato il 22 gennaio, giorno della sua morte, in numerosi paesi europei, africani e americani. Inoltre, è protettore dei Diaconi dell’arcidiocesi di Bergamo. San Vincenzo ha dato il nome ad una lunga serie di parrocchie italiane ed è uno dei santi più considerati sia dalla Chiesa cristiana cattolica che da quella anglicana.

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