Si avvicina la sentenza definitiva nel caso Melania Rea, la donna uccisa nell’aprile del 2011. Il 10 febbraio si terrà infatti l’udienza in Cassazione a carico di Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell’esercito accusato dell’omicidio di sua moglie e per questo già condannato all’ergastolo (pena poi ridotta a 30 anni). “I familiari di Melania Rea chiedono la conferma della sentenza di primo grado emessa il 26 ottobre 2012 dal giudice Marina Tommolini del Tribunale di Teramo”, si legge nella memoria difensiva delle parti civili recentemente depositata da Mauro Gionni, avvocato della famiglia di Melania. Secondo i legale, questo omicidio “può essere contestualizzato tra quelli che vengono definiti omicidi di prossimità, cioè che si consumano in un contesto di relazione e che stanno prendendo il sopravvento rispetto al numero totale degli omicidi commessi in Italia”. Le vittime sono soprattutto donne tra i 25 e i 35 anni, “uccise in modo generalmente crudele ed efferato, dal proprio marito, convivente, fidanzato o ex, con una media impressionante”, scrive Gionni.