Il 27 gennaio si celebra Sant’Angela Merici, donna devota e fervente nella preghiera, il cui merito più grande ad oggi ricordato è quello di essersi preoccupata di dare un’educazione, non solo religiosa, alle fanciulle, cosa piuttosto rara per la sua epoca. Angela Merici infatti nacque nel 1474, nel periodo in cui in Italia si stava sviluppando il noto movimento artistico del Rinascimento. Anche la Chiesa era attraversata da molti fremiti di rinnovamento, e di conseguenza si andavano formando molte nuove congregazioni religiose, come ad esempio i Gesuiti di Sant’Ignazio di Loyola, o i Filippini di San Filippo Neri. Sant’Angela però viveva ai margini di tutto questo, in un paesino in provincia di Brescia, Desenzano, sul Garda. La sua famiglia era una rappresentante della piccola nobiltà rurale del luogo, ma l’infanzia della santa fu funestata da gravi lutti. Perse i genitori che non aveva che dieci anni, e lei e sua sorella andarono a vivere da uno zio che stava a Salò. Ma presto le morì anche la sorella, e questo la addolorò profondamente, ma la convinse anche ad avvicinarsi ancora di più alla vita religiosa, per la quale si sentiva portata. Vestì così l’abito delle Terziarie di San Francesco, e tornò a vivere nella casa dei suoi genitori, conducendo una vita umile dedita al lavoro dei campi. Ma un giorno, Sant’Angela ebbe una visione che cambiò la sua vita: le apparve sua sorella, con una schiera di giovani, che salivano una scala dorata che da terra giungeva fino al cielo. Sant’Angela capì così che il suo compito era quello di formare un nuovo Ordine religioso, o meglio, una Congregazione, in cui giovani come lei potessero trovare la giusta collocazione. Ma l’impresa non era facile, e lei lo sapeva. Prima di dedicarsi attivamente a questa opera, decise di effettuare dei pellegrinaggi che la condussero fino alla Terra Santa. Lì accadde un episodio misterioso: la santa perse la vista, così che non poté vedere con gli occhi, ma solo con il cuore, i luoghi della nascita e del martirio di Gesù Cristo.
Ma sulla strada del ritorno, a Cipro, mentre pregava davanti ad un crocifisso, la vista le tornò, così come se ne era andata. Lei lo prese come un segno del Signore; in seguito fu a Roma, e il papa, che ne aveva sentito parlare, voleva tenerla presso di sé. Ma lei sentiva che era giunto il momento di dedicarsi alla sua vera missione, e tornò a Brescia. Era il 1535: scelse 28 fanciulle vergini e creò il nucleo della sua Compagnia, che chiamò delle dimesse di Sant’Orsola, scegliendo come sede una casetta che si trovava vicino alla chiesa di Sant’Afra, a Brescia. In questa chiesa aveva chiesto di poter essere sepolta, nonostante fosse una Terziaria di San Francesco, le quali tradizionalmente vengono sepolte in chiese francescane. L’anno successivo la Regola della Compagnia venne approvata, ma Sant’Angela non ne vide la scrittura, perché morì il 27 gennaio del 1540, quando le sue congregate ormai erano oltre 150. Sant’Angela Merici fu dichiarata beata da papa Clemente XIII nel 1768, e santa da papa Pio VII nel 1807. Le sue spoglie sono conservate nella Chiesa a lei dedicata che si trova a Brescia, e la sua memoria si celebra nel giorno della sua morte, il 27 gennaio, mentre in precedenza era festeggiata il 31 maggio. Nella Basilica di San Pietro in Vaticano si trova una sua statua, scolpita nel 1866 da Pietro Galli.