Shoah, la storia e le origini dell’Olocausto – Shoah è il termine ebraico che sta per “Tempesta devastante”. La parola, che appre la prima volta nella Bibbia, è stata scelta per indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale. Il popolo ebraico preferisce l’uso di questa parola a quella di olocausto a causa di una differenza sostanziale: shoah non richiama, a differenza del termine olocausto,l’idea di un sacrificio inevitabile. Alla base dello sterminio che fra il 1939 e il 1945 uccise sistematicamente 6 milioni di ebrei c’è l’ideologia razzista e specificamente antisemita che affonda le sue radici nel Mein Kampf, il libro scritto da Adolf Hitler. L’obiettivo del leader nazista era la creazione di un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’, purificato da tutto ciò che non fosse ariano. Dopo le Leggi di Norimberga del 1935 e la Notte dei Cristalli che nel 1938 vide le sinagoghe di tutta la Germania date alle fiamme e i negozi ebraici devastati, il processo di segregazione e repressione subì un’accelerazione che sfociò nella decisione, presa dai vertici nazisti nella Conferenza di Wannsee (gennaio 1942), di porre fine alla questione ebraica attraverso la “Soluzione finale”: lo sterminio sistematico di tutti gli ebrei. Con l’espansione del Terzo Reich, furono colpiti anche gli ebrei che vivevano nei paesi occupati e cioè di quasi tutta l’Europa. Dopo essere stati confinati dei ghetti gli ebrei furono deportati e condotti nei campi di concentramento e di sterminio. Tali campi erano presenti soprattutto nell’Europa Orientale: tra questi i più famosi sono Auschwitz, Treblinka, Dachau, Bergen Belsen, Mauthausen (ma furono decine e decine i campi disseminati in Europa, tasselli di un sistema pianificato nei minimi dettagli). Lì coloro che erano in grado di lavorare venivano messi ai lavori forzati, gli esclusi da questa selezione finivano direttamente nelle camere a gas. In questi luoghi gli ebrei erano anche oggetto di torture ed esperimenti pseudoscientifici, per i quali erano usati come cavie umane. Vittime dello sterminio, oltre agli Ebrei, furono anche zingari, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici. In Italia, dopo le leggi razziali emanate nel 1938, le deportazioni e lo sterminio iniziarono nel settembre del 1943, quando i tedeschi occuparano l’Italia settentrionale a seguito del crollo del regime fascista. Il campo di Fossoli, in provincia di Modena, divenne il luogo di transito verso i campi dell’Europa orientale, in cui trovarono la morte circa 8000 ebrei italiani.