Elena Ceste “sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione. Escludiamo l’annegamento. Probabile l’asfissia”. Lo ha detto il comandante dei carabinieri Fabio Federici. Sul movente, gli investigatori dicono che c’era una “situazione familiare con criticità e conflittualità”. Prima di arrestare il marito, Michele Buoninconti, hanno atteso che i figli uscissero di casa. I resti della donna furono ritrovati per caso durante dei lavori di scavo. Sembrava fosse sparita nel nulla, poi a distanza di mesi, ritrattata l’ipotesi della fuga, come si era ipotizzato in un primo momento, per passare alla tesi dell’omicidio. Buoninconti, 45 anni, si era sempre professato innocente e fu lui a denunciare la scomparsa della moglie. “Lei quel giorno mi aveva pregato di accompagnare i figli a scuola perché non si sentiva bene. Non l’ho più vista”, aveva raccontato.



I carabinieri di Asti hanno arrestato Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste, con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. L’uomo era l’unico indagato e le manette sarebbero scattate su ordine del gip di Asti, Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. La decisione potrebbe essere maturata dopo la perizia autoptica depositata ieri in Procura ed effettuata dal medico legale di Alba sul corpo della donna. Buoninconti era l’unico indagato per la scomparsa della moglie, avvenuta la mattina del 24 gennaio 2014: durante l’interrogatorio, raccontò che quel giorno Elena gli chiese di accompagnare i figli a scuola perché si sentiva poco bene, ma al suo rientro a casa di lei non c’era più traccia. I suoi resti, in avanzato stato di decomposizione, sono stati poi ritrovati nell’ottobre scorso in un canale di scolo tra Isola e Costigliole d’Asti, a poca distanza dall’abitazione della famiglia.

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