Il 30 gennaio si celebra Santa Martina. Santa Martina, figlia di nobili romani, è stata una Santa che, sebbene probabilmente sfortunata in quanto perseguitata durante l’impero di Alessandro Severo nel quale non vigeva alcuna persecuzione cristiana, ha però fatto molto parlare di sé sia durante la sua esistenza che dopo. La leggenda racconta che ogni volta che la Santa veniva indotta a rinnegare la sua religione in favore del paganesimo, qualunque cosa non avesse esito. Così a nulla servirono le raccomandazioni rivolte dai romani ad Apollo prima, a Diana ed infine anche al sommo Giove. Addirittura le statue che rappresentavano le loro immagini, venerate dal popolo, al cospetto della Santa esplosero in mille pezzi. Terremoti e fulmini si abbattevano sulla popolazione ad ogni tentativo di violenza o di uccisione della Santa. Insomma era davvero invincibile. La grandezza della Santa continuò anche dopo la sua morte, infatti il suo corpo nonostante si perdeva ad ogni secolo, veniva poi sempre puntualmente ritrovato a causa di un evento fortuito. Come se lei stessa non accettasse l’idea di venire abbandonata e dimenticata sotto cumuli di macerie o in qualche loculo anonimo. Fu Urbano Ottavo a decidere che la data della sua ricorrenza fosse datata al 30 Gennaio e da quel momento in poi ricordata anche sul calendario al fine di poterle dare i giusti onori per sempre. Le torture, le sevizie e le pene subite dalla Santa negli inutili tentativi di conversione al paganesimo, si dice che fossero inenarrabili. La sua forza e la sua resistenza però non erano normale. Certamente qualcosa di veramente divino o magico secondo i pagani, doveva esserci. Addirittura la ferite riportate dopo le torture scomparivano puntualmente ed il suo corpo ritornava alla normalità.
Neppure il grasso bollente dove fu immersa riuscì a sortire l’effetto voluto, il suo corpo ne uscì unto, sporco, ma indenne da ogni bruciatura. Fu data in pasto alle fiere, ma queste al suo cospetto divennero docili come agnellini ed iniziarono ad accucciarsi ai suoi piedi tanto da sembrare solamente dei gattoni vogliosi di coccole, altro che temibili felini carnivori. A quel punto il prefetto Ulpiano divenuto come impazzito di fronte a questi eventi così misteriosi decise di tagliarle la testa. Iniziarono tuoni, fulmini e terremoti, l’ambiente intorno si sconvolgeva ma Ulpiano fu irremovibile e con la spada compì l’ignobile gesto. Stavolta la Santa morì ma quello che successe ha veramente qualcosa di meravigliosamente inspiegabile. Dalla testa recisa e dalle ferite del corpo iniziò ad uscire latte e sangue, mentre un odore dolcissimo iniziò ad alzarsi nell’aria coinvolgendo tutti i presenti. Dopo sette giorni il suo corpo, che intanto venne vegliato da due aquile nel cielo, fu sepolto in un vicino cimitero adibito proprio alla sepoltura dei martiri. Da quel momento in poi inizia per la santa un nuovo calvario da affrontare, stavolta per i resti inermi del suo corpo. Infatti le reliquie sparivano di continuo. Papa Antero disse che in sogno la santa gli aveva richiesto una sepoltura più degna presso il cimitero dei martiri di via Ostiense. All’inizio del 300 le venne anche intitolata una chiesa. Oggi la Santa è venerata da tutti.