L’omelia di papa Francesco nel corso della liturgia del giorno dell’Epifania ha avuto ovviamente a tema l’episodio dell’arrivo dei Re Magi a Betlemme. I Magi, ha detto Bergoglio, sono diventati modelli di conversione “alla vera fede perché hanno creduto di più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere”. L’amore di Dio, ha aggiunto, è infatti umile. Ed ecco invece la figura di Erode, “uomo di potere che nell’altro riesce a vedere soltanto il rivale”. I Magi a sua differenza passano dai calcoli umani ad accettare il mistero, perché la ricerca di Dio non ha mai fine e la compiono gli uomini e le donne nelle religioni e nel mondo intero. La ricerca di Dio infatti è come il lungo cammino dei re Magi: “Quel Bambino, nato a Betlemme dalla Vergine Maria è venuto non soltanto per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata oggi dai Magi, provenienti dall’Oriente”. Ma in quale mistero si nasconde Dio, ha chiesto? “Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone? In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c’è Gesù”. Bisogna pregare ha detto, per essere liberi dalle tentazioni che nascondono la stella, per imparare a consocere in modo sempre nuovo il mistero di Dio.
Oggi, martedì 6 gennaio 2015, nel giorno della Solennità dell’Epifania, Papa Francesco sarà nuovamente in piazza San Pietro a Roma per celebrare la Santa Messa (inizio ore 10) seguita dalla recita dell’Angelus (inizio ore 12). Tutta la giornata sarà visibile in diretta streaming grazie al servizio offerto dal Centro Televisivo Vaticano. Nel pomeriggio, invece, il Santo Padre si recherà in visita privata presso la chiesa romana di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, sulla Giustiniana, per vedere il presepe vivente allestito dai parrocchiani a cui partecipano circa duecento figuranti. Domenica scorsa, nel primo Angelus del nuovo anno, Papa Francesco ha ribadito la necessità di “riaccendere nei cuori” la speranza della pace, sottolineando che la “concordia è sempre possibile”. “Penso ai conflitti che insanguinano ancora troppe regioni del Pianeta, alle tensioni nelle famiglie e nelle comunità, ma in quante famiglie, in quante comunità, anche parrocchiali c’è la guerra! Come pure penso ai contrasti accesi nelle nostre città e nei nostri paesi tra gruppi di diversa estrazione culturale, etnica e religiosa. Dobbiamo convincerci, nonostante ogni contraria apparenza, che la concordia è sempre possibile, ad ogni livello e in ogni situazione. Non c’è futuro senza propositi e progetti di pace!”, ha detto il Pontefice (scorri l’articolo fino in fondo alla pagina per il video).