Prende decisamente le distanze da amici e colleghi di svariate battaglie civili il direttore del Foglio Giuliano Ferrara a proposito dell’annunciato convegno che si terrà il 17 gennaio organizzato dall’associazione Obiettivo Chaire, Alleanza cattolica con il patrocinio della Regione Lombardia e la partecipazione del governatore Maroni. Titolo dell’incontro è “Difendere la famiglia per difendere la comunità” e vi prendono parte anche la scrittrice Costanza Miriano, l’ex deputato Pd Mario Adinolfi e il direttore del settimanale Tempi Luigi Amicone. Tra gli argomenti che verranno dibattuti anche quello che ha dato vita all’associazione Obiettivo Chaire e cioè che è possibile guarire gli omosessuali in quanto vittime di una sorta di malattia e di disordine umano. A questo proposito Giuliano Ferrara consiglia a organizzatori e oratori di starsene a casa: “A tutti sono dovuti rispetto, libertà personale, privacy” dice, aggiungendo che da san Paolo al cardinale Newman si parla di peccato e non di malattia a proposito dei gay. “Invito caldamente i nominati, nel giorno del convegno lombardo al quale hanno promesso di partecipare, giorno ch’è imminente, a starsene a casa o a organizzare la protesta contro l’insegnamento nelle scuole milanesi dell’ideologia del gender o dell’indifferenza sessuale, senza dimenticare che la sola radiografia del fenomeno da parte di un prete di curia milanese ha indotto l’arcivescovo a scusarsi per l’iniziativa” dice ancora. Ferrara sottolinea poi la caduta di significato della battaglia per i valori etici, la differenza fra la battaglia francese di Manif pour tous e “il dottrinarismo terapeutico e altre perversioni da capofamiglia” che si vedono in Italia. Aggiunge Ferrara che Ratzinger aveva spiegato tutto in modo intelligente e corretto, mentre certi cattolici vogliono “riportare la cultura cristiana e cattolica dentro le ossessioni ideologiche del tempo, mettendo la psicologia comportamentale e altre bellurie dentro la nuova evangelizzazione. Almeno andate al cinema, se siete interessati alle visioni del mondo. C’è The imitation game in tutte le sale: se avessero messo Alan Turing in un sanatorio per froci, oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Reich, molto probabilmente”.