“I terroristi non sono degli esseri umani, perché senza senso dell’umorismo non c’è umanità”. Il vignettista Giorgio Forattini, 83 anni, commenta così la terribile strage compiuta nella redazione del settimanale Charlie Hebdo di Parigi. Un commando composto da tre uomini ha fatto fuoco armato di Kalashnikov, uccidendo 12 persone e ferendone otto. Tra le vittime anche il direttore, Charbonnier (Charb), e altri vignettisti famosi anche in Italia tra cui Cabu, Georges Wolinski e Tignous.
Che cosa ne pensa di quanto è avvenuto a Parigi?
A Parigi ho perso i miei amici e non capisco questa cosa, non riesco a capire come si possa colpire la satira anche utilizzando una giustificazione religiosa.
Che cosa rappresenta quanto è avvenuto ieri per la libertà di satira?
Siamo tornati indietro di millenni, non dico al tempo dell’Inquisizione ma ancora prima, siamo tornati alla persecuzione dei cristiani. E’ colpita la fede e soprattutto il senso non bellicoso della satira, la capacità di farsi quattro risate.
In Italia c’è un rischio simile?
Può avvenire da un momento all’altro. Io stesso ho ricevuto numerose minacce per le mie vignette sull’islam. Siccome l’islam rappresenta una fetta significativa della popolazione mondiale, non comprendo questa intolleranza verso le idee altrui e soprattutto verso la satira.
Dopo queste minacce continuerà a fare satira sull’islam?
Se si tratta di un fatto importante, e non di vicende private prese a bersaglio gratuitamente, continuerò senz’altro a fare satira. Ho una certa età, non mi fa più paura nessuno, non ho mai avuto scorte eppure sono stato minacciato molte volte.
Questo attentato rende l’Europa meno libera?
Non credo, certo è una cosa che fa paura. Io ho sempre fatto satira e l’ho sempre fatta nella massima libertà, con la sola eccezione di alcune querele che per me sono state come un insulto. A meno che io metta in bocca a qualcuno parole che non ha detto. Io sono romano, e la satira viene dai latini, dai greci e così via, e nessuno tranne i barbari l’ha mai considerata come una forma di diffamazione.
Esiste un limite che la satira non può e non deve valicare?
No, non esiste nessun limite se non la correttezza. Se accuso un innocente di essere un assassino, è sempre sbagliato anche se lo faccio con una vignetta. Ma purtroppo la satira ha sempre avuto vita difficile, anche per quanto mi riguarda. Nonostante l’Italia sia un Paese libero, io stesso sono stato insultato e minacciato di morte.
Nel caso del Charlie Hebdo, che cosa ha pesato di più?
Io sono per la libertà di tutti, e personalmente non sono neanche un credente. Però capisco che se si prende in giro un credente con degli insulti e addirittura con delle caricature del suo Dio, una persona ci rimanga male. Ma da qui ad arrivare alla violenza c’è un abisso.
E’ un caso che l’attentato sia avvenuto proprio in Francia?
In Francia la satira è una grande forma d’espressione. In Italia invece c’è stato il fascismo e una certa parte politica che ha cercato di limitarla. Oltralpe invece c’è sempre stata libertà, fatta eccezione per il periodo della rivoluzione francese, e la satira fa parte di questa libertà.
Perché i terroristi hanno colpito proprio un giornale satirico, e non invece un’istituzione politica?
Fa parte dell’odio. Ci sono partiti e fazioni politiche che predicano l’odio, e sono quelli che vogliono la morte del nemico anziché la vittoria sul campo. Io stesso ho ricevuto numerose querele, tanto è vero che adesso non lavoro più per nessun quotidiano. Ricordo, tra le altre, la vicenda di D’Alema che mi querelò per una vignetta sul caso Mitrokhin.
Perché D’Alema la querelò?
Perché non comprese che la satira non è mai insulto, è uno sbeffeggiamento, ma soprattutto è un’espressione di estrema libertà.
Si può dire che i terroristi non hanno il senso dell’umorismo?
I terroristi non sono degli esseri umani, perché senza senso dell’umorismo non c’è umanità.
Inviterebbe i terroristi a farsi una risata anziché a sparare?
Non frequento i terroristi e non li voglio conoscere.
Con una risata si potrebbero risolvere tanti problemi?
Sono d’accordissimo. A parte fare satira, che è considerata un’arma, nella mia vita non ho mai fatto del male a nessuno. E purtroppo ho subito processi e sono stato buttato fuori dai giornali per i quali lavoravo.
(Pietro Vernizzi)