Nicola Capolongo detto Cocò, tre anni di età, venne ucciso insieme al nonno e alla compagna dell’uomo a Cassano allo Jonio in Calabria. Uccisi a colpi di pistola nella loro auto a cui poi venne dato fuoco, un omicidio che provocò anche il pensiero di papa Francesco che il 26 gennaio 2014 all’Angelus dedicò loro un particolare ricordo, chiedendo che chi “ha bruciato Cocò si converta e si penta”. Adesso, due anni dopo, sono stati arrestati i sospetti assassini, Cosimo Donato e Faustino Campilongo, quest’ultimo si trova in realtà già in carcere per tentata estorsione. Un omicidio maturato nell’ambiente mafioso della zona di cui si scoprono particolari inquietanti: il nonno, che sapeva di essere minacciato, portava sempre con sé il bambino per dissuadere i potenziali killer, ma quella volta non ebbero pietà. Uccisero tutti, anche Cocò, usato come scudo umano.