Il 19 ottobre la Chiesa ricorda San Paolo della Croce, santo che in realtà morì il giorno precedente, il 18. San Paolo della Croce, fondatore dell’ordine dei Padri Passionisti, nacque nel 1697 a Ovada (Alessandria) da una famiglia di nobili origini ma di scarse possibilità finanziarie, i Danei. Gli furono imposti i nomi di Paolo Francesco e fin da piccolo dimostrò un vivo interesse per la religione. Trascorreva molto tempo nella chiesa di Castellazzo Bormida, il piccolo borgo dell’alessandrino dove la sua famiglia si era trasferita. In giovanissima età rifiutò di contrarre un matrimonio molto vantaggioso dal punto di vista economico e rifiutò pure di accettare l’eredità di un ricco zio religioso, l’unico oggetto che trattenne fu il breviario. A quindici anni si sentì pervadere dalla vocazione ed espresse il desiderio di fondare un nuovo ordine religioso in tempi in cui la Chiesa si trovava in gravi difficoltà e in cui dovette abolire la Compagnia di Gesù su ordine dei potenti dell’epoca. Proprio per dimostrare che egli non temeva le ingerenze che doveva subire la Chiesa, egli iniziò a farsi chiamare San Paolo della Croce e a 26 anni, una volta pronunciati i voti, ottenne il permesso dal vescovo di Alessandria di ritirarsi in eremitaggio proprio nel suo Castellazzo Bormida. Qui risiedeva nella cella che si trovava all’interno della chiesa dei santi Carlo e Anna.



Intanto la sua idea di un nuovo ordine andava maturando e nell’arco di due anni stese l’intera regola di quelli che egli chiamò Chierici Scalzi della Santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, una definizione comunemente abbreviata in Padri Passionisti. Ottenuta l’approvazione della regola da parte del suo vescovo, fu autorizzato a raccogliere dei compagni e il primo a unirsi a lui fu il fratello Giovanni Battista. Chiese poi l’approvazione papale per il suo nuovo ordine, ma Innocenzo XIII non volle mai riceverlo. Deluso, con alcuni suoi compagni si trasferì dapprima a Gaeta, su invito del vescovo della cittadina laziale e quindi a Troia, in Puglia. Qui, il vescovo lo aiutò a rivedere la sua Regola e intercedette perché venisse ricevuto dal nuovo papa, Benedetto XIII. Accolto dal pontefice, San Paolo della Croce si fermò per diverso tempo a Roma dove, insieme ad alcuni compagni, si dedicò alla cura degli ammalati. In seguito, con i suoi primi seguaci si ritirò sul Monte Argentario in Toscana e fu proprio qui, nel 1747 che ricette la notizia che papa Benedetto aveva approvato la sua congregazione. Nel 1771 egli fondò anche l’ordine femminile delle Claustrali Passioniste. San Paolo della Croce morì a Roma nel 1775.



Viene festeggiato in tutte le località dove si trovano delle comunità passioniste, ma è anche il patrono di Casone, frazione di Pitigliano (Grosseto) e della sua città natale, Ovada. A Casone, la sua memoria viene celebrata il 28 e il 29 giugno quando si tengono cerimonie religiose, spettacoli musicali e giochi popolari in piazza, tra cui una tradizionale tombola. A Ovada invece, oltre a una solenne processione, si tiene una fiera dove sono numerosi gli stand gastronomici che offrono frittelle caldarroste e il tipico dolce di San Paolo della Croce. Il piccolo borgo di Casone si trova sulle alture di tufo del grossetano ed è una località davvero affascinante, non meno interessante è Ovada, sul versante piemontese dell’Appennino Ligure e nota per i suoi vini, soprattutto il dolcetto. Immersa in un paesaggio composto da vigneti e boschi di castagni, si propone con antiche chiese e un maestoso castello che si trova in una delle sue frazioni. 



Il 19 ottobre la chiesa ricorda anche molti altri santi, tra cui Santa Laura di Cordova, Sant’Aquilino di Evreux, San Filippo Howard, San Lupo di Soissons, San Giovanni de la Lande e i Santi Martiri Tolomeo e Lucio.