In questa data, oggi, lunedì 5 ottobre si celebra la memoria di San Placido. Egli nacque nel 515 a.C. a Roma ed era figlio del nobile patrizio Tertullo Anici e della nobildonna Faustina che lo affidarono a soli sette anni a San Benedetto perché lo educasse. In particolare del periodo della sua infanzia è fatta menzione nelle scritture di San Gregorio di un particolare episodio in cui San Placido cadde nel lago e San Benedetto ebbe una visione dell’accaduto mentre era ancora nella sua cella. Il Santo chiamò in suo aiuto il discepolo Mauro che si recò al lago dopo aver ricevuto la benedizione del maestro. Mauro camminò sull’acqua del lago e riportò verso la riva Placido. San Benedetto attribuì questo miracolo alla diligenza di Placido e il discepolo invece lo vide come un episodio legato alla fede del Santo in quanto aveva visto l’abate soccorrerlo e coprirlo con la sua melota.
Tertullo rimase commosso della virtù del figlio e decise di donare una parte dei beni in suo possesso a San Benedetto che usò per erigere il monastero di Montecassino ed alcuni luoghi solitari per gli eremiti a Messina dove poco tempo dopo venne inviato San Placido in qualità di abate. La diocesi messinese crebbe molto presto attirando numerose genti grazie alla santità di Placido. Nel 541 a.C Messina venne scossa dall’incursione del pirata Manuca che fece circondare la badia e sfondò le sue porte intimando ai presenti di rinnegare il Cristo se volevano avere salva la vita. San Placido si dichiarò pronto a morire e benedisse i fedeli preparandoli all’evento poco prima che gli uomini del pirata si avventassero verso di loro e li uccisero. Fra i martiri erano presenti anche i fratelli del Santo, Eutichio e Vittorino e la sorella Flavia. San Placido venne decapitato dopo che gli fu asportata la lingua mentre gli altri monaci e i fedeli presenti vennero trucidati. Nel 1558 vennero ritrovate a Messina le reliquie di San Placido che vennero autenticate nel 1602 a Biancavilla dal vescovo Giovanni Domenico Rebiba e dall’abate don Romano di San Nicolò l’Arena.
Sono molte le città ed i paesi siciliani che venerano il Santo fra cui Poggio Imperiale, Castel di Lucio e la stessa città di Biancavilla che lo venera come patrono. Qui il martire viene ricordato con una giornata interamente dedicata al Santo patrono in cui si svolge la festa del paese a cui si affidano tutti i cittadini all’intercessione di San Placido. Questa giornata rappresenta per i fedeli un evento atteso pari al Natale ed alla Settimana Santa poiché è in questo giorno che il simulacro del Santo patrono percorre le vie del paese e si consegna ai fedeli benedicendoli. Alle 12 in punto il Santo viene riportato nella piazza della Basilica dove viene accolto dal suono delle campane e i fuochi d’artificio e nel primo pomeriggio il Santo ritorna nella chiesa in attesa di una seconda processione che avviene il giorno seguente.
Biancavilla è un comune nella provincia di Catania e si trova alle falde dell’Etna su un lastrone magmatico che strapiomba sulla valle del Simeto. La città è pervasa da numerose sorgenti naturali e grotte laviche e grazie a queste sue particolarità venne abitata dai Sicani durante il Paleolitico e successivamente dai Siculi. La fondazione della città così come la si può ammirare ora, risale al XV secolo in seguito all’insediamento di un gruppo di profughi albanesi che ottennero la concessione di edificare dal conte Moncada.
Si celebrano in questa stessa giornata i Santi: Santa Caritina, martire; Santa Flora di Beaulieu, Vergine; San Girolamo di Nevers, vescovo; Santa Maria Faustina Kowalska, Vergine. Si ricordano inoltre i Beati: Beato Mariano Skrzypczak; Beato Raimondo da Capua e Beato Sante da Cori.