Per Selvaggia Lucarelli il coming out del vescovo polacco che ha scosso i media di tutta Italia nei giorni scorsi è solo una mossa pubblicitaria e anche di basso livello. Lo scrive sulla sua pagina facebook commentando la foto di un servizio sulla rivista Chi: “Il prete fa coming out e tutti a dire che bravo. Poi si scopre che cinque giorni prima aveva già fatto le foto da piacione con l’orologio in vista come Corona e ha in uscita un libro. Il coming out non era “Sono gay”, era “Sono in cerca di popolarità”. Che tristezza”. In realtà le accuse di mossa pubblicitaria (si parla appunto anche di una autobiografia in uscita) le hanno rivolte in molti dopo la conferenza stampa di Charamsa. Moltissimi i commenti al post della Lucarelli come di consueto: c’è chi, da cattolico, sostiene che il sacerdote abbia fatto bene a rivelare la sua omosessualità in modo da far cambiare atteggiamento alla Chiesa, chi invece si dice scandalizzato non perché avesse un fidanzato uomo, ma che anche se fosse stata una donna il prete avrebbe mentito e contravvenuto ai voti presi facendosi sacerdote. Chi sottolinea la tempistica del coming out il giorno prima l’inizio del sinodo sulla famiglia commentando: “Non glielo aveva mica prescritto il medico di abbracciare la vita ecclesiastica. Questo non vedeva l’ora di smettere l’abito talare”.



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