La chiesa cattolica ricorda in questo giorno, oggi giovedì 8 ottobre, la memoria di San Felice. La figura di San Felice di Como, la cui memoria liturgica si celebra in concomitanza con il giorno della sua morte, l’8 ottobre, è una figura chiave all’interno dell’evangelizzazione del Nord Italia nei primi secoli di diffusione del cristianesimo. San Felice visse infatti nel IV secolo d.C. e fu stretto collaboratore di Sant’Ambrogio, al quale sembra che fosse legato non solo da un rapporto ufficiale, ma anche da una profonda amicizia. Questo è testimoniato da due lettere che sono state conservate, e che i due santi si scambiarono. Sulla giovinezza e la prima infanzia di San Felice non si sa molto, e neppure si conosce con esattezza la sua data di nascita. Però è probabile che egli trascorse i suoi primi anni di vita a Milano, dove conobbe Sant’Ambrogio, il quale decise di ordinarlo Vescovo di Como. La data ufficiale dell’investitura di San Felice fu il 1 novembre del 386. Tale incarico dimostra la grande fiducia che Ambrogio aveva in San Felice, dandogli un compito paragonabile a quello affidato a San Bassiano per la diocesi di Lodi.
In quegli anni, infatti, il cristianesimo era da poco stato dichiarato religione ufficiale dell’Impero da Teodosio. Ciononostante, i culti pagani erano ancora molto vivi, in particolar modo nelle campagne. Il compito di San Felice era dunque di condurre sulla via del Signore tutti gli abitanti del varesotto, coloro che abitavano nel passo dello Spluga e del Ticino. La prima azione che San Felice fece, una volta insediatosi nella sua diocesi in qualità di primo Vescovo di Como, fu la decisione di edificare una chiesa, la Chiesa di San Carpoforo, e di recuperare i resti dei protomartiri della chiesa, tra i quali lo stesso San Carpoforo, per indurre una nuova venerazione tra la sua gente. La basilica fu eretta fuori le mura della città, lungo un’importante arteria di comunicazione, e andò a sostituire un pre esistente tempio dedicato a Mercurio. La volontà di combattere il paganesimo era molto forte, e San Felice la portò avanti con determinazione, e con grande fede in Dio. Fu grazie a lui che si ebbe l’evangelizzazione non solo di gran parte dei villaggi e dei borghi del contado comasco, ma anche della parte bassa della Svizzera. San Felice fu al fianco di Sant’Ambrogio nella consacrazione della basilica di Lodi, nel 387. Anche questo episodio testimonia la profonda vicinanza spirituale dei due vescovi.
Il vescovo di Como morì, dopo aver convertito numerosi pagani ed aver investito molti diaconi al fine di portare avanti l’opera di evangelizzazione del contado, l’8 ottobre del 391. Chiese di essere sepolto nella basilica da lui eretta, accanto ai resti dei protomartiri da lui stesso raccolti. In questo modo confermava ancora di più l’unità della Chiesa, ribadendo l’importanza del sangue versato dai martiri per l’affermazione del Verbo di Cristo. Quando morì Sant’Ambrogio, nel 397, volle in un certo senso emularlo: si fece infatti inumare nella basilica dei santi Gervasio e Protasio, accanto ai resti di questi due martiri.