Sono molte le curiosità sulla festa di San Martino che si celebra oggi. Oltre all’essere l’onomastico di tutti i Martino questa festa è riservata a diverse persone. Il santo è infatti il protettore dei soldati e dei mendicanti e fino a qui niente di strano. La cosa però più curiosa riguarda il fatto che San Martino è anche il protettore dei cornuti, sì esattamente degli uomini o delle donne che sono state tradite e che volgarmente vengono chiamati in questa maniera. Vi chiederete il perchè e la leggenda ci racconta che San Martino si portava sulle spalle la sorella per evitare che gli abitanti del suo paese provassero ad abusare di lei. Inoltre si racconta che proprio in questo periodo per dodici giorni nell’antichità c’erano molte ricorrenze pagane che favorivano all’epoca il dilagante adulterio e quindi il tradimento di mogli e mariti.



Una giornata particolare quella che sta andando verso la conclusione, ovvero San Martino che in Italia e nel mondo è legata a numerose usanze e tradizioni che derivano tutte dall’importante storia del santo molto caro a varie popolazioni. In Svezia e Danimarca ad esempio è tradizione che si mangi in questo giorno l’oca perché la leggenda racconta come il Papa volesse nominare vescovo Martino che però era umile e si nascose in un convento dove c’erano delle oche che però facendo molto chiasso lo fecero scoprire: da allora l’oca viene cucinata come “punizione” per quella soffiata. In Svizzera l’oca si mangia ripiena di mele, mentre in Germania la si riempie di artemisia profumata, mele, marroni glassati e le stesse interiora dell’animale. In Boemia in questo giorno si tra l’oroscopo per l’inverno, se le ossa sono bianche dell’oca allora l’inferno sarà breve e mite se invece sono scure allora è segno di pioggia, neve e freddo. Tradizione, riti e usanze sono e fanno parte delle storie legate alla vita dei santi e non sono un mero elemento ornamentale: la storia a 360 gradi e con San Martino questo è assolutamente confermato.



L’11 novembre è il giorno in cui la chiesa cattolica celebra San Martino di Tours. Nato nel 316 o nell’anno successivo, a Sabaria, in quella che oggi è l’Ungheria, figlio di un servitore dell’Impero romano, San Martino trascorse l’infanzia a Pavia, ove il padre era stato inviato in qualità di soldato. Mentre la famiglie era pagana, lui decise di convertirsi al cristianesimo quando aveva soltanto dieci anni, mentre due anni manifestò il desiderio di diventare asceta. Un desiderio che rimase però tale, in quanto la legge dell’epoca prescriveva che i figli di militari dovessero abbracciare la stessa carriera del padre, per via ereditaria. Il contesto militare non gli impedì comunque di seguire i precetti evangelici. Come fece quando aveva 18 anni, dividendo il suo mantello con un povero incontrato lungo la strada per Amiens, al fine di consentirgli di ripararsi dal freddo. Una volta che ebbe concluso la leva obbligatoria, allo scoccare dei 25 anni, decise anche di lasciare l’esercito per recarsi dal Vescovo Ilario, a Poitiers.



La sua scelta non era dovuta al caso, ma alla voglia di contrastare l’eresia ariana, proprio con uno di coloro che si erano maggiormente distinti nella battaglia. Ilario, peraltro, pagò di persona il suo atteggiamento, venendo esiliato da Costanzo II, l’Imperatore, il quale aveva deciso di sposare le tesi di Ario. A sua volta San Martino decise di raggiungere le regioni centrali dell’Illiria al fine di convertire la madre, in un territorio ostile a chi si opponeva all’Arianesimo. Tornato in Italia decise di organizzare un eremo a Milano, venendo però allontanato dal Vescovo della città, Aussenzio, anche lui conquistato dall’eresia. Quando però Ilario tornò dall’esilio, nel 360, si incamminò verso Poitiers, dove ebbe l’approvazione del Vescovo per poter realizzare la sua vocazione ascetica, ritirandosi in un eremo sito a Ligugè, poco fuori dalla città. Quando fu raggiunto da alcuni seguaci, diresse la costruzione della prima comunità monastica sul territorio transalpino, ove trascorse 15 anni, studiando le Sacre Scritture e facendo un’intensa opera di apostolato. 

Nel 371 fu quindi eletto Vescovo a Tours, nonostante la sua netta contrarietà e pur dovendo adempiere ai suoi doveri, non abbandono però mai le abitudini monacali.  Quando decise di andare a vivere a Marmoutier, un monastero da lui fondato, fu raggiunto da molti confratelli, coi quali divise una regola estremamente rigida, fatta di privazioni e preghiere. Un regime di vita fatto essenzialmente di povertà, che spinse molti appartenenti delle famiglie agiate a piegarsi ad una regola che era il primo a praticare.  La sua morte avvenne l’8 novembre del 397, a Candes-Saint-Martin, località ove era stata richiesta a sua opera di pacificazione nel clero del luogo. L’eccezionalità della sua figura è tale che San Martino costituisce uno dei primi santi non martiri ad essere stato proclamato dalla Chiesa. Ben presto il suo culto divenne sempre più potente, facendone il santo francese per eccellenza, e un vero e proprio modello di vita per chi voleva essere un cristiano a tutto tondo.

Ribattezzato l’apostolo delle Gallie, divenne in seguito patrono dei re di Francia e, allo stesso tempo, oggetto di venerazione negli strati più umili della popolazione. Il suo mantello fu custodito dai sovrani merovingi e carolingi, che ne fecero una vera e propria reliquia da usare sui campi di battaglia per spingere i soldati a battersi nel suo nome. 

Tours è naturalmente una città impregnata del culto del suo santo, a cui è dedicata la Basilica. E’ il capoluogo del dipartimento Indre e Loira, ubicato nella regione del Centro oltre che la capitale della Turenna. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, è anche inserita dalla Francia all’interno della lista delle città d’arte e storia. È inoltre considerata il punto di partenza da cui iniziare la visita dei celebri Castelli della Loira. Al patrimonio storico e architettonico può inoltre aggiungere le fiorenti attività commerciali e industriali, oltre ad una scuola di economia che è una vera eccellenza in campo universitario.