“Non abbiamo tracce di attentati progettati in Italia, ma di operazioni a livello europeo”. Lo hanno confermato il procuratore capo Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Giancarlo Capaldo, commentando il blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros scattato all’alba di oggi in collaborazione con le autorità di polizia e giudiziarie di Germania, Svizzera, Regno Unito, Norvegia e Finlandia. L’operazione, ha aggiunto il procuratore nazionale Franco Roberti, “è stata resa possibile dalla cooperazione virtuosa tra forze investigative internazionali, malgrado l’esiguità delle risorse a nostra disposizione”, mentre le indagini “nascono quando questo gruppo militare era ancora nel Kurdistan iracheno e ha subito una sconfitta. Dalla distruzione di questo gruppo è nata una nuova formazione militare estremamente pericolosa che ora si è affiliata all’Isis”.
“Oggi è una bellissima giornata per lo Stato, per la squadra italiana”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, commentando il blitz dei carabinieri del Ros di questa mattina. L’operazione, ha aggiunto, “conferma quanto funzioni sia la cooperazione internazionale sia tutta l’attività di prevenzione in Italia”. “Siamo un Paese esposto a rischio terrorismo internazionale perché facciamo parte di quella grande coalizione internazionale che contrasta il Califfato”, ha spiegato ancora il numero uno del Viminale, ma fino ad ora “l’Italia ha realizzato un’attività di prevenzione” che “ha funzionato”. Alfano ha quindi ribadito che “non esiste nessun Paese a rischio zero, ma che il nostro sistema ha funzionato e che l’Italia è un Paese che fin qui ha realizzato un’attività in termini di espulsioni e prevenzione davvero ragguardevole”.
Diciassette persone sono state arrestate in un blitz dei carabinieri del Ros scattato questa mattina in collaborazione con altre forze di polizia europee. L’intervento avrebbe permesso di smantellare una organizzazione terroristica internazionale radicata in diversi paesi europei come Norvegia, Finlandia, Regno Unito, Germania e Svizzera. Le persone fermate sono adesso accusate di associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla transnazionalità del reato.
Arrestato in Norvegia anche Faraj Ahmad Najmuddin, conosciuto come il mullah Krekar, ritenuto vicino all’Isis e a capo dell’organizzazione. L’emittente norvegese Tv2 aveva inizialmente fatto sapere che, proprio nel paese scandinavo, Najmuddin stava progettando un attacco terroristico in Italia, ma la notizia è stata poi smentita dai carabinieri, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Sembra invece che l’organizzazione stesse pianificando attacchi in Medio Oriente e nel Regno Unito con l’obiettivo di liberare l’imam: il mullah Krekar è infatti attualmente detenuto in Norvegia, ma dal carcere continuava ad essere la guida dell’organizzazione.
Gli investigatori hanno fatto sapere che i presunti terroristi si tenevano in contatto attraverso Internet che ha consentito loro “di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei”, permettendo “di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto con la propria guida spirituale”. Manette scattate anche a Merano, dove un appartamento era stato adibito a “luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti”. In particolare, l’obiettivo era di convincere gli allievi “a partecipare ad azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide”. L’operazione delle forze di polizia, denominata “Jweb”, è stata definita la più grande degli ultimi 20 anni.