Notizie in continuo e concitato aggiornamenti da Parigi e dintorni con il commando dei terroristi che è in fuga e ancora di preciso non si riesce a capire quanti siano questi criminali che hanno distrutto parte del centro di Parigi facendo 129 morti venerdì sera. Si viene a conoscenza dell’identità di un ottavo terrorista del commando autore delle stragi nelle vie francesi della capitale, che è in fuga in questo momento e ricercato da tutta Europa. Si tratta di Abdeslam Salah, belga e coinvolto secondo gli investigatori con gli attentati parigini: è stata diffusa una immagine del ricercato islamico che ora è sotto l’occhio del ciclone dopo che è fuggito da un controllo alla frontiera franco-belga alle 8 del mattino di ieri. La polizia non lo ha inseguito immediatamente perché ancora non era partita la segnalazione dell’uomo in maniera attiva; quando è arrivato, gli agenti hanno raggiunto l’auto a Molenbeek, il quartiere a rischio di Bruxelles, ma lui era scomparso. Ora è ricercato in tutto il Belgio con un mandato di cattura internazionale: non solo lui è al vaglio delle ricerche, ma anche la storia dei tre fratelli fondamentalisti che sarebbe nel nucleo del commando degli attentatori. Il primo sarebbe morto come kamikaze, il secondo è detenuto in Belgio ma sembra non c’entri direttamente e il terzo è stato trovato nella sala del Batalclan morto, era uno dei terroristi uccisi dal blitz della polizia.
I terroristi degli attentati di Parigi sono in fuga, se si eccettuano ovviamente quelli saltati in aria come kamikaze e quelli uccisi dai blitz al teatro Bataclan: strage continua quella che hanno perpetrato i fondamentalisti islamici dell’Isis e che ora vengono ovviamente ricercati. Finora abbiamo un solo nome, quello di Ismail Mostefai che si è fatto saltare davanti allo stadio francese di Parigi: era francese, come altri due identificati dei sette presunti terroristi del commando che ha tenuto in scacco la città di Parigi. Una donna forse tra questi sette, ma di certo sappiamo dalle fonti ufficiali della polizia francese, i tre indelicati transalpini erano tutti residente a Bruxelles, in Belgio nel quartiere a rischio di Molenbeek la cui identità però non viene svelata per motivi di indagine ancora in corso. Altro elemento importante è la faccenda dei passaporti: vicino ai due kamikaze nel centro di Parigi, sono stati ritrovati due passaporti, uno siriano e l’altro egiziano ottenuti in questa lunga fase di migranti che nell’ultimo anno ha segnato l’Europa. Peccato che entrambi i passaporti risultano falsi, aprendo scenari inquietanti rispetto alle persone che vengono accolte tra cui, inevitabilmente, si celano anche terroristi e delinquenti. Le indagini continuano, la paura pure e il senso di rinascita che deve scattare immediatamente: c’è però da capire su quali basi ricostruire.
Una flash news che arriva dal Belgio potrebbe cambiare le sorti delle indagini sugli attentati di Parigi e sui terroristi in fuga da due giorni: sono stati arrestati sette uomini in Belgio legati agli attacchi di Parigi che hanno compiuto la strage venerdì 13 novembre durante la notte in ben sette punti della città. Lo affermano fonti ufficiali belghe che riferiscono della cattura di alcuni elementi sospetti legati forse agli attacchi terroristici compiuti nei vari ristoranti in giro per la città, dato che i terroristi del teatro Bataclan e vicino allo Stade de France sono tutti morti. Non si sa ancora ovviamente se sono effettivamente i terroristi dell’attentato, ma intanto sono passi in più verso lo scoprire la cellula, ormai abbastanza certa di origine belga, che ha organizzato e compiuto il massacro abominevole di due giorni fa. Un primo kamikaze era già stato indefiticato con le impronte digitali dei pochi resti rimasti del suo corpo, mentre padre e fratello di un altro attentare sono stati fermati, sempre in Belgio, nella nottata passata.
Si sa purtroppo la rete mostra il meglio e il peggio delle notizie e spesso le bufale circolano, anche nel caso dei terroristi negli attentati di Parigi abbiamo purtroppo false notizie che si rincorrono e che non aiutano gli investigatori in queste ore altamente convulse dopo la strage della capitale francese di venerdì notte. Il selfie del presunto attentatore che nelle scorse ore è circolato in rete è in realtà un falso clamoroso. Addosso la cintura imbottita di esplosivo, corano in mano e citazione del tweet postato da Khilafah News, sito che usa Isis per la comunicazione, che recita: “Fonti indicano che questo è uno dei fratelli che ha compiuto gli attacchi benedetti di Parigi”. Ecco, ma è tutto falso: lo rivela un account interessante posto a difesa della veridicità dei contenuti online (Grasswire fact check) che fa vedere come invece si tratti di un semplice critico di videogiochi canadese. È Veerender Jubbal, che ha poi spiegato su Twitter tutta la sua innocenza mostrando la foto reale: il corano in realtà è un Ipad e il suo è turbante sikh non un un copricapo musulmano e la presa che si vede nella foto selfie è nordamericana. La potenza dell’immagine e la falsità, strumenti sempre in campo dell’Isis. Purtroppo, vedendo Parigi, non solo questi. Ecco la comparazione delle due foto.
Un nome, arriva finalmente il primo nome di uno degli attentatori islamisti e terroristi che a Parigi nella notte di venerdì ha creato una strage che resterà segnata nella storia: si chiama Omar Ismail Mostefai, è uno dei kamikaze che si è fatto saltare in aria tra le vie di Parigi. È stato identificato dal procuratore di Parigi Francois Molins, grazie all’impronta digitale del dito indice, unica porzione del suo corpo rimasta illesa dall’esplosione. Aveva un giubbetto con l’ordigno sotto i vestiti e si è fatto saltare vicino allo Stade de France: 29 anni, il terrorista si era già macchiato di crimini comuni prima di convertirsi all’Islam radicale, come riporta Rai News 24 nella sua diretta live. Gli investigatori stanno cercando di scoprire se Omar Ismail Mostefai era stato in Siria per addestrarsi e unirsi all’Isis, dato che era già stato identificato dalla polizia come un obiettivo ad altissima priorità come estremista radicalizzato nel 2010. Si attendono ora notizie sugli altri terroristi, con la notizia che il padre e il fratello di un sospetto estremista sono stati arrestati in Belgio: chiaramente tutte le prossime notizie in aggiornamento diretto nelle prossime ore.
Continuano a esserci dei grandi punti interrogativi sopra ai volti degli uomini che hanno attuato la strage di Parigi a cavallo tra il 13 e il 14 novembre. Sono otto gli attentatori morti durante quella tragica notte e come riporta IlGiornale.it ora si sanno anche delle cose più precise al loro riguardo. Uno dovrebbe essere un immigrato siriano che entrò in Europa il 3 ottobre passando dall’isola di Lero e che aveva ottenuto lo status di rifugiato politico. Si parla poi di un ragazzo parigino molto giovane nato a Courcouronnes e di un altro francese di nome Ismael di 30 anni. Tutti i terroristi entrati nel Bataclan erano giovanissimi e alcuni testimoni hanno parlato anche della presenza di una donna. In più a Bruxelles sono state fermate tre persone implicate nella vicenda e in fuga da Parigi. Importanti anche le parole del Primo Ministro della Germania Horst Seehofer che racconta come ci siano ragionevoli elementi per credere che un uomo arrestato il cinque novembre scorso fosse collegato a questa situazione. L’uomo era stato fermato in macchina e poi arrestato per la presenza di mitragliette ed esplosivo a bordo, si pensa che questo, un 51enne del Montenegro, fosse diretto proprio verso la capitale francese.
Sembrerebbe essere arrivata una delle prime foto dei terroristi di Parigi, anche se per ora non si hanno conferme se non per il fatto che sia stato pubblicata da uno dei canali social legato all’ISIS. Il sito del Fatto quotidiano riprende un tweet scritto dal sito Khilafah news che vede un uomo mentre si fa un selfie sorridendo allo specchio e a quanto pare indossa una cintura con esplosivi. Altri canali social vicini all’estremismo islamico hanno ripreso la foto ma per ora non si sa il nome della persona rappresentata nè se si trovasse effettivamente nella capitale francese al momento degli attentati. Nella didascalia si legge: “ecco uno dei fratelli che ha realizzato i benedetti attacchi a Parigi”, ma per ora la notizia non è stata confermata. Se così fosse invece, si tratterebbe della prima foto di uno degli assalitori. Clicca qui per vedere la foto.
In attesa di comprendere con certezza chi sono i terroristi degli attentati di Parigi, proseguono le ricerche di altre persone che potrebbero aver avuto un ruolo attivo negli attacchi, che hanno provocato complessivamente 129 morti e 352 feriti. Secondo “Le Monde” i terroristi hanno utilizzato tre vetture nere, una di queste con targa belga e infatti, nel piccolo stato a nord della Francia, sono in corso perquisizioni (nella zona di Molenbeek, a Bruxelles, roccaforte dell’islamismo radicale) che avrebbero portato a 5 arresti. Intanto il procuratore di Parigi, Francois Moulins, ha confermato che i sette terroristi uccisi, che facevano parte di tre commando, avevano la stessa dotazione di esplosivi e armi e hanno utilizzato macchine Seat e Polo.
Una strage che rischia di passare alla storia come l’11 settembre europeo: gli attentati terroristici di Parigi rappresenteranno una ferita difficile da rimarginare. Ma chi sono i terroristi macchiatisi di queste atrocità? In attesa che le autorità forniscano i nomi degli attentatori facciamo un po’ di chiarezza filtrando tutte le indiscrezioni giunte dalla stampa nelle prime ore successive agli attacchi, cercando di delineare un primo identikit dei terroristi. Degli 8 presunti terroristi uno sarebbe di provenienza siriana: l’introduzione in Francia sarebbe avvenuta grazie allo status di rifugiato politico ottenuto in seguito all’approdo sull’isola di Lesbo dello scorso 3 ottobre. Sul terrorista che si è fatto esplodere nei pressi dello Stade de France sono stati ritrovati due passaporti: uno di origine siriana, l’altro di origine egiziana. Un terzo terrorista invece, facente parte del “commando” che ha preso d’assalto lo storico teatro del Bataclan, sarebbe invece francese a tutti gli effetti: le prime indiscrezioni parlano di un 20enne proveniente dalla periferia parigina di Courcouronnes, noto alla Direction generale de la securitè interieure (Dgsi)per la sua vicinanza agli ambienti integralisti islamici. Altri 3 attentatori sarebbero invece belgi, provenienti dal quartiere di Molenbeek a Bruxelles, mentre si fanno sempre più forti le voci che vedrebbero anche la presenza di una donna all’interno del commando. Ciò che è certo, secondo un testimone sentito dal “Guardian” è che i terroristi “erano professionisti, sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta, tutti ben mirati: sembravano soldati delle forze speciali“.