La notizia è di queste ore: la donna appesa al cornicione, divenuta l’immagine-simbolo della strage del Bataclan, si è salvata e ha ritrovato il suo salvatore, anche lui uscito sano e salvo dal sanguinoso attentato di Parigi. Ma qual è stato il punto di vista dell’eroe parigino? L’uomo, intervista to da “La Provence”, ha detto:”Davanti a me c’erano due finestre. Appesa a una di loro c’era una donna incinta che implorava di essere presa. Sotto c’era il caos più totale. Sono passato dall’altra finestra e mi sono attaccato a una bocca di aerazione a 15 metri d’altezza. Ho tenuto per cinque minuti la donna incinta. Non ne poteva più e mi ha chiesto di poter rientrare nell’edificio. L’ho fatto e poi non so dove è andata“. Ma cosa ne è stato di lui dopo il salvataggio? Il racconto è raccapricciante:”Sono tornato nel mio nascondiglio. Ho sentito un kalashnikov contro la mia gamba. Uno dei terroristi mi ha detto: ‘Scendi, mettiti a terra’. E’ lì che ha incominciato a prendere in ostaggio 15 persone. Ci hanno detto: ‘Siamo qui per farvi subire quello che gli innocenti subiscono in Siria. Sentite le grida di sofferenza? E’ la guerra, è solo l’inizio. Andate a dirlo a tutti!”.
Una storia pazzesca, come tante ne stanno arrivando in questi giorni dal teatro Bataclan e di cui molte potete già leggere nelle righe qui sotto. Questa è davvero impressionante perché per la prima volta si viene a conoscenza di un dialogo, anche se momentaneo tra la folla impaurita dentro il teatro e i terroristi che hanno fatto irruzione e pian piano hanno ucciso 90 persone con numerose esecuzioni. Ai microfoni di Rtl, la storia si Sebastien che da dentro il Bataclan racconta: «All’inizio ci hanno fatto la predica, ci hanno spiegato che erano lì per le bombe sganciate in Siria e per dimostrare a noi occidentali gli effetti degli aerei laggiù», poi Sebastien scappa e prova a nascondersi, ma viene braccato dai terroristi che gli chiedono con un kalashnikov puntato se avevano capito perché tutto questo stava succedendo. «Ci hanno chiesto se capivamo le loro ragioni, vi lascio immaginare il silenzio che è calato in quel momento», aggiunge ancora Sebastien che dice poi come gli attentatori volevano che quello sparuto gruppo di ostaggi aìfacesse da intermediari con la polizia dalla finestra, chiedevano di urlare agli agenti di non entrare e non avvicinarsi, altrimenti si sarebbero fatti esplodere. L’unica richiesta che hanno fatto insomma, racconta uno sconvolto Sebastien che si reputa nato una seconda volta dopo questo fatto incredibile, «pensavamo che forse volevano salvarsi la vita ma ci sembrava improbabile dopo la carneficina che avevano appena fatto, e poi volevano dei giornalisti».
Resterà nella memoria collettiva come l’immagine simbolo dell’attentato al Bataclan: la donna appesa al cornicione, troppo impaurita per rientrare nell’Inferno del teatro parigino, troppo in alto per gettarsi nel vuoto e tentare la fuga. Ebbene, quella donna si è salvata, grazie ad un uomo coraggioso che ha messo repentaglio la sua stessa vita pur di aiutare quella futura mamma in difficoltà che gridava:”Aiutatemi, sono incinta!“. Il primo pensiero della donna, dopo essersi messa in salvo, è stato quello di rintracciare il suo salvatore, sperano con tutta se stessa anche lui fosse riuscito ad uscire vivo dal mattatoio. Da qui la scelta da parte dei parenti della donna (troppo spossata per farlo di persona) di mettere un annuncio su Twitter, e la risposta tramite mail del fratello dell’eroe. Dopo le rassicurazioni sulla salute dell’uomo, le parole della famiglia a voler concludere con un lieto fine almeno un capitolo di una storia troppo brutta anche da immaginare:”Anche lui sta bene e questo è quello che volevamo sapere“.
Sono tante le storie dei sopravvissuti al Bataclan di Parigi che stanno commuovendo il mondo dopo gli attentati dello scorso venerdì. Una in particolare però, ha veramente scosso il popolo del web: si tratta della storia di Isobel Bowdery, ragazza di cui si conoscono pochi dati, ad esempio il nome, l’età (22 anni), e il luogo in cui ha effettuato gli studi (l’Università di Cape Town in Sudafrica ). La Bowdery, che si è salvata insieme al suo fidanzato Amaury, dopo aver raccontato gli orrori a cui ha dovuto assistere all’interno dello storico teatro parigino, ha anche parlato degli “eroi” di questa tragedia:”Essere sopravvissuta a questo orrore mi permette di gettare luce sugli eroi. Sull’uomo che mi ha rassicurato e ha rischiato la sua vita per coprire il mio cervello mentre io mi lamentavo, sulla coppia le cui ultime parole d’amore mi hanno fatto continuare a credere nel bene del mondo, sulla polizia che è riuscita a salvare centinaia di persone, sui completi sconosciuti che mi hanno raccolta in strada e consolata durante i 45 minuti in cui ho creduto che l’uomo che amo fosse morto, sul ferito che avevo scambiato per Amaury, e che, quando mi sono resa conto che non era lui, mi ha tenuta stretta e mi ha detto che sarebbe andato tutto bene, anche se lui era il primo a essere solo e spaventato“.
Uno scatto, un concerto a cui non voleva neanche andare, in quel Bataclal molto bello ma in quella sera era molto stanco dopo il lavoro nel ristorante storico di Parigi, “Chez Livio”. Un ristorante italiano, azienda di famiglia dal 1964, rinomato in tutta Parigi e che di colpo ha invece perso entrambi i proprietari. Sono infatti Pierro Jacarè Innocenti e Stephane Albertini che fino a venerdì sera gestivano il locale ma poi nel giro di poche ore sono rimasti inghiottiti dalla barbarie ignobile degli attentatori dell’Isis. Erano al teatro per il concerto di metal, erano stanchi e non volevano andare ma ormai il biglietto preso e poi, cosa potrà mai accadere? Destino strano, un paracadutista che era amato e stimato da tanti, i quali negli attimi successivi all’attentato chiedevano sul suo profilo Fb di mandare aggiornamenti, la paura che fosse rimasto ferito e poi l’attesa di un giorno per scoprire che Pierro era morto e con lui Stephane. Aveva postato una foto all’ingresso del cartellone del Bataclan con l’annuncio del concerto: triste, triste e drammatica la sua storia. Un ragazzo d’oro che come tanti altri ha perso la vita in quel teatro diventato inferno per circa due ore.
È una delle immagini choc della orribile notte di Parigi. Una ragazza appesa per un braccio solo al davanzale di una finestra del Bataclan, quando i terroristi facevano strage all’interno. La gente che fugge, i morti per strada e lei appesa che chiede aiuto. Tutti si chiedevano che fine avesse fatto la donna e adesso grazie al racconto di uno dei giovani al concerto si è saputo. Fortunatamente si è salvata, ma quello che le immagini non ci avevano detto è che era anche incinta: ha salvato se stessa e la vita che portava in grembo. Sebastian Besatti giornalista e musicista l’aveva vista appesa al cornicione e chiedeva aiuto alle persone che fuggivano dal teatro, sperava che la prendessero mentre lei saltava da quindici metri di altezza, ma troppo impauriti nessuno si è fermato. Allora ha tirato su la ragazza e l’ha riportata dentro. Poi ognuno per sé, si sono divisi pensando solo a salvarsi la vita. Per fortuna ce l’hanno fatta. La donna l’ha contattato su twitter per ringraziarlo di avergli salvato la vita. Clicca qui per il video incredibile della ragazza appesa al balcone del Bataclan.
Un messaggio che suona strano ma che riaccende un filo di vita dentro ad un teatro, il Bataclan, scena del crimine con 90 morti per l’attentato dei terroristi islamici dell’Isis lo scorso venerdì. «Cari amici, nessuna parola è sufficiente per esprimere la portata del nostro dolore. I nostri pensieri vanno alle vittime, ai feriti e ai loro famigliari», così il locale del Bataclan sul proprio account Facebook. Un teatro, una sala concerti che diventerà simbolo negli attentati a Parigi di questi giorni: migliaia di parigini provano il pellegrinaggio in queste ore davanti al locale, dove sono state anche tolte le transenne. Al momento però l’interno del teatro è ancora, ovviamente, a disposizione della polizia che dopo la strage avrà bisogno di giorni per recuperare tutti gli indizi e i materiali necessari. «Vi ringraziamo per il vostro sostegno che ci tocca profondamente» chiude il messaggio del locale, ormai conosciuto in tutto il mondo dopo la tragedia di venerdì. Sono tante le storie che si annidano in questo teatro e che continuano ad arrivare giorni dopo la strage e si legano a quel abbraccio ideale che l’intera Parigi fa verso questo luogo particolare della mondanità francese. In tanti hanno perso la vita qui dentro ma anche tantissimi quelli che da questo fatto ripartiranno con una coscienza sicuramente diversa di cosa possa significare vita e cosa morte: un percorso difficilissimo e con enormi punti di domanda che non vogliamo certo chiudere dentro le quinte del teatro Bataclan.
Un teatro che in questi giorni era spettrale, chiuso e asserragliato da transenne e polizia: il pericolo che il Bataclan potesse portare di nuovo attentati e colpi di isolati terroristi o semplici emulatori era molto alto e quindi tutto chiuso. Un luogo che dopo gli attentati di Parigi rimarrà simbolo macabro dell’attacco Isis alla città e che invece fino a giovedì era locale tra i più caratteristici e storici della Francia, ora, in questi minuti ha appena riaperto. O quantomeno, sono state aperte le transenne davanti alla piazzetta: il popolo parigino ora può rendere omaggio anche a questo luogo che ha visto più di 90 morti e un centinaio di feriti. Insomma, un teatro simbolo giovanile della cultura, della musica e del tempo fugace viene cristallizzato o quantomeno lo era fino alla riapertura: l’Isis non può vincere su tutto, anzi non deve vincere su niente, e la città di Parigi, anche attraverso il proprio teatro cafe simbolo, prova a ripartire. Animo e morale a terra? Verissimo, ma ripartire è un processo lungo e i cittadini devono stringersi ancor di più tra di loro, l’unico modo per reagire è, forse, condividere.
Uno poliziotto che si arrampica sul balcone al primo piano del teatro Bataclan di Parigi e poi via, l’irruzione che ha posto fine all’attacco alla sala concerti, simbolo degli attentati in Francia che venerdì scorso hanno sconvolto il mondo intero. dentro i terroristi avevano già ucciso una settantina di persone sparando sulla folla e sul pubblico che assisteva al concerto e dopo due ore di decisione, arriva il blitz che risparmia e forse salva la vita ad altre persone che altrimenti sarebbe stato uccise tutte per esecuzione, come raccontano i sopravvissuti da dentro, dove gli attentatori sparavano ad uno ad uno per finirli tutti. Il video impressionante della BBC mostra gli attimi prima e gli spari di copertura che le teste di cuoio mandano dentro al Bataclan. Impressiona notevolmente pensare anche solo come dentro saranno stati vissuti quegli attimi di terrore completo. Uno sparo, due spari e tutti dentro. Col terrore negli occhi osserviamo questi video, col terrore nel cuore pensiamo a chi c’era dentro. Potevamo esserci noi. Clicca qui per il video choc dell’irruzione della polizia dentro al teatro Bataclan.
In tutto sono due ore come tante ce ne sono state in quel teatro, il Bataclan, ma che nella notte di venerdì 13 novembre rimarranno scolpite nella storia e non per una performance artistica o per un concerto rock. Le immagini, i video e le testimonianze dopo gli attentati di Parigi escono in continuazione e difficile è riuscire ad avere un distacco tale da non rimanere shoccati ogni volta, forse impossibile e forse neanche augurabile un distacco così. Prima il video degli spari dal palco (potete vederlo qui sotto) poi la gente appollaiata dal balcone del Bataclan in preda al panico e poi questo, con la fidanzata del cantante degli Eagles of Death Metal, Jesse Hughe che stavano cantando sul palco. Si vede una figura nera, uno degli attentatori che corre dietro alle quinte del teatro a da lì a pochi secondi farà strage del pubblico, con circa 90 morti e una quantità di feriti ancora incalcolabile, per via degli spari a caso sulla platea. Si vede solo un uomo correre, un fatto casuale quasi ma che per quello successo dopo diventerà decisivo: la paura di intervenire, il momento di poca lucidità che fa filmare un video ma che riesce ad evitare di essere uccisa, questo accade in quelle quinte e purtroppo, la povera donna proprio non poteva sapere quello che da lì a poco sarebbe successo. Un momento, un video, il terrore: questo è anche l’attentato di Parigi. Clicca qui per vedere il video choc dietro le quinte del teatro Bataclan
Un teatro della strage, il Bataclan è il simbolo della strage di Parigi con gli attacchi terroristici che hanno provocato in tutto 132 vittime e 350 feriti. Francia sotto choc ancora dopo tre giorni e chissà per quando durerà: il teatro dove suonava il concerto Rock è diventata scena della strage parigina con più di 90 morti e vari feriti con numerose testimonianze di sopravvissuti che raccontano i momenti di panico. Esecuzioni una persona dopo l’altra e spari a caso nella folla che hanno colpito in tanti: la scena per chi è entrato successivamente al blitz della polizia è raccapricciante. Corpi dovunque, sangue in grande quantità e un senso di vuoto che traspare nell’animo di tutti. Cosa riempie un odio così? Cosa può combatterlo? Domande, le uniche valide in un momento così dove le risposte sono difficili e faticose: il Bataclan diventerà un simbolo, le vittime una memoria da tenere viva con il cuore ferito di tutti, nella propria vita e nelle proprie cose. Un giorno come tanti che ora rimane fisso per sempre: uno choc difficile davvero da dimenticare. Storie dei sopravvissuti, notizie delle vittime e persone ancora scomparse: Parigi oggi è questo e il teatro storico diventa un punto di riferimento purtroppo realmente macabri. Clicca qui per vedere il video del momento dei primi spari al Bataclan sul palco.