Si comportavano come degli zombie: è il commento di alcuni dei sopravvissuti alla strage del Bataclan a proposito dei terroristi. Già nei giorni scorsi qualcuno aveva notato come gli assassini fossero estremamente calmi. Il fatto che adesso nella camera dell’albergo parigino che uno degli attentatori aveva preso siano state trovate siringhe e i classici tubi di gomma che si usano per bloccare il sangue durante una iniezione, fa pensare che i terroristi fossero fortemente drogati quando hanno compiuto le stragi. Gli esperti adesso analizzeranno il materiale per capire se le siringhe siano servite per preparare invece gli esplosivi, ma è molto probabile che anche il più odioso fanatico per compiere tali orribili stragi possa aver avuto bisogno di drogarsi per darsi forza e non pensare ai massacri che stava compiendo. Nella camera d’albergo sono stati trovati anche cartoni per la pizza e scatole di cioccolato.



Un retroscena, come molti ne vengono fuori in questo ore, sulla fuga del ricercato numero uno Abdeslam Salah in queste ore prova a ricostruire i momenti immediatamente dopo gli attentati di Parigi che hanno sconvolto la Francia e tutto il mondo, con il 13 novembre 2015 che diventerà un altro 11 settembre 2001. Come riporta il Nouvel Observateur, giornale francese, la testimonianza di un giovane islamico che ha assistito ad una telefonata inquietante: Salah Abdeslam chiama un amico Hamza Attou pochissimi minuti dopo le stragi compiute nel centro di Parigi e chiede “Pronto, puoi aiutarmi? Puoi venire a prendermi a Parigi? Ti pago la benzina e i pedaggi”. Proprio così, riporta questo testimone vicino ad Attou al momento della chiamata: il ragazzo arabo è poi partito effettivamente per andare a prendere Salah e portarlo poi nella capitale belga, Bruxelles da dove poi si sono perse le tracce. Questo dettaglio, se venisse confermato anche dalle autorità, porterebbe alla luce un punto decisivo: Salah non aveva premeditato la fuga, non era stata pianificata e dunque effettivamente Salah avrebbe dovuto farsi saltare in aria come il fratello e gli altri del commando ma qualcosa è intervenuto per fermarlo e questo ancora rimane molto misterioso. Negli attimi successivi la ricostruzione è pressapoco questa: recuperato Salah, Attou assieme a Mohamed Amri, si dirigono verso la frontiera con il Belgio dove poi al mattino alle 9 riescono a passare illesi dal posto di blocco e a quel punto scompaiono fino ad oggi, dove ancora non si hanno notizie certe di dove sia il latitante più ricercato d’Europa.



Abdeslam Salah, l’ottavo attentatore di Parigi sfuggito ai controlli dei servizi francesi potrebbe essere stato immortalato da una telecamera nel centro della capitale francese poche ore prima delle stragi. In un video proposto da Sky News infatti, si vede un uomo con una giacca marrone dall’incredibile somiglianza con Salah, camminare a passo svelto in una trafficata strada parigina. La particolarità del video sta nel fatto che il presunto Abdeslam Salah, resosi conto della telecamera, sorride e si produce addirittura in un occhiolino all’indirizzo dell’obiettivo. Il video in questione pubblicato da Sky News è stato ripreso anche da “Repubblica“, clicca qui per vederlo. Nel frattempo l’emittente sta conducendo ulteriori verifiche per accertare l’identità del passante associato ad Abdeslam Salah.



Salah Abdeslam e Abdelhamid Abaaoud. Un uomo ricercato praticamente in tutta Europa e uno in Siria da gennaio: sono i due terroristi “menti”, a quanto pare, degli attentati di Parigi che hanno rubato la vita a 132 vittime tra le strade della capitale francese. Il primo è il super ricercato d’Europa, in fuga dal giorno degli attentati dopo che ha fatto irruzione in alcuni ristoranti compiendo numerosi morti e non riuscendo, ancora ignoti i motivi, a farsi saltare come gli altri compagni del commando, compreso il fratello Ibrahim. Era la mente operativa e logistica, assieme all’artificiere, Mohamed Amri braccato però ieri in un bltiz a Molenbeek in Belgio. L’altro è la mente ideologica, l’ideologo dell’Isis che aveva già preparato l’attentato, poi fallito, al treno Thalys Amsterdam-Parigi, in quel caso in combutta con Sid Ahmed Ghlam (fonte Ansa). A gennaio era scappato in Siria per rendere ancora più radicale e fondamentalista la sua fede islamica e consegnarsi definitivamente all’Isis, tanto che il padre Omar non si diede pace, perdendo un figlio di colpo per un motivo così incomprensibile. Tra l’altro, fatto ancora più inquietante, Abaaoud si potrà dietro anche il fratellino di 14 anni, che divenne così e lo è tuttora uno dei pi giovani combattenti dello Stato Islamico. Due menti plasmate dalla jihad, due menti che hanno sparso sangue e due menti ancora vive, pericolose per altre possibili “sfide”, non si sono fatti saltare in aria come gli altri. Abaaoud non ha partecipato attivamente alla strage di Parigi ma, secondo i servizi di intelligence, avrebbe forti legami con i foreign fighters poi ritornati in Francia per assolvere l’obiettivo prefissato. Forse qualcosa in ballo c’è ancora e la tranquillità non può ovviamente tornare.

Un altro colpo è stato messo a segno dalla polizia francese assieme a quella belga con la cattura di un terrorista responsabile di una parte decisiva negli attentati di Parigi: si tratta dell’artificiere che avrebbe fornito ai vari kamikaze gli ordigni per fare saltare in aria e che era pronto alla fuga e probabilmente ad altri attacchi. Si chiama Mohamed Amri, 27 anni, ed è tra gli individui fermati a Molenbeek, il quartiere-ghetto dove si fomenta il fondamentalismo islamico da anni e che stamattina è stato preda del blitz della polizia internazionale. Secondo molti analisti ed esperti di intelligence, come Dominique Rizet raggiunto da La Stampa, Amri sarebbe proprio il bombarono che ha rifornito le stragi di Parigi, e a cas a sua è stato trovato con ancora il nitrato con il quale molto probabilmente ha fabbricato gli ordigni. Inoltre, sembra anche che Amri sia il proprietario e uomo a bordo della Golf partita nella notte scorsa dal Belgio per andare a Parigi, nella banlieu di Montreuil a recuperare proprio il ricercato numero uno in questo momento Abdeslam Salah, che lì aveva lasciato la Seat nera con i kalashnikov usati per la strage. Andrò tutto verificato ma al momento potrebbe essere una buonissima notizia per gli investigatori, avere un pieno responsabile e vivo potrà essere molto utile per il prosieguo delle indagini.

Il panico, questo genera l’Isis in Europa ora più che mai dopo i nefasti attacchi a Parigi con un numero ancora non ben precisato dei terroristi che hanno preso parte alla strage e al massacro per le vie normali della città. Panico dicevamo, questo è da ieri quando è stato diramato il profilo del ricercato numero 1 in tutta Europa in questo momento, ovvero Salah Abdeslam: numerose segnalazioni in tutta la Francia, il Belgio e ora anche anche in Italia. Da quando infatti è arrivata la notizia che poteva essere scappata e rifugiato nel nostro Paese si sono moltiplicate le segnalazioni in preda al panico e in almeno due casi il caso stava facendosi piuttosto ingente. Stamani in centro commerciale di Mestre, una signora ha scambiato per Salah un ucraino di 30 anni e ha avvisato la polizia che in pochi secondi si è gettata nel locale in tenuta antisommossa e ha poi verificato l’errore clamoroso. Stessa scena anche sul treno diretto a Genova quando una ragazza studentessa fa accattare l’allarme: «Sul treno diretto a Genova su cui sto viaggiando c’è un arabo che somiglia al ricercato di Parigi: ha uno zaino ed è insieme a un altro straniero», questa la segnalazione. A Torino, dove era partito il treno, è scattata l’allerta generale che h fatto salire sul convoglio ad Asti la polizia, la Polfer e la Digos. Inutile il tentativo visto che il sospettato è risultato completamente innocente. Fatti piccoli ma che fanno capire come il panico e sul panico l’Isis ha fondato tutta la sua politica. E la nostra su cosa si basa?

Ma quanti sono i terroristi di Parigi? Forse questa è la domanda strisciante che sta tenendo in scacco l’intera Francia e tutti gli investigatori ma anche semplici osservatori della situazione post attentati di Parigi: otto forse, ma anche dodici, 24 o 25, i numeri si sprecano sul commando di terroristi che hanno devastato i francesi in una notte come altre. La firma dell’Isis è chiara, ufficiale e la cellula responsabile degli attacchi era del tutto responsabile e mandata dallo Stato Islamico presso alcune figure chiave ed altre minoritarie. Una di queste è proprio Samy Amimour che identificato in mattinata come uno dei kamikaze del teatro Bataclan faceva parte fino a pochi anni fa, il 2012, del trasporto pubblico di Parigi, la RATP. Si è dimesso tre anni fa e da lì si sono perse le tracce: si parla di un viaggio in Siria dove si sarebbe rieducato all’Isis e pronto a battagliare nella cellula intervenuta l’alta notte. Lui faceva parte del commando diretto al Bataclan: è entrato, ha sparato sulla folla e poi si è fatto saltare in aria all’interno con il giubbotto che aveva sotto i vestiti. Un semplice autista di autobus, un normale cittadino francese anche giovane, ha ucciso 100 persone: sempre più allucinante, pochi commenti.

Non c’è un attimo di sosta nella ricerca agli uomini legati ai diabolici attentati di Parigi dove il terrorismo islamico fondamentalista ha battuto purtroppo un altro importante e duro colpo. È super caccia ad Abdeslam Salah, ormai ricercato numero 1 d’Europa in queste ore perché legati direttamente agli attacchi e alla strage che dal Belgio ora sembra si stia dirigendo verso l’Italia con le notizie dell’ultima ora che danno una Seat Nera in fuga in Italia nella zona del Torinese. Intanto emerge un altro importante fatto, sollevato dai alcuni network internazionali e ripreso dai colleghi della Stampa in Italia: la caccia al bombarono, l’artificiere di tutti gli attentati. Sarebbe l’uomo chiave che gli esperti non credono abbia partecipato direttamente agli attacchi ma che dunque sarebbe latitante e molto pericoloso: si teme infatti che possa preparare altri attentati e va fermato immediatamente. Il Procuratore della Repubblica di Parigi, Francois Molins, sabato aveva riferito di come nelle cinture esplosive dei kamikaze fosse stato ritrovato il TATP, chiodi e bulloni tutte rigorosamente identiche. In questo modo si è capito che dietro vi è un’unica mano che ha organizzato gli ordigni e vitale sarebbe fermarlo ora: uno specialista, forse un chimico convertito all’Islam radicale di cui tutta le cellula degli attentatori si è rifornita. Proseguono dunque le ricerche, imperterrite per mezza Europa.

Notizie fresche parlano di un altro fermo a Molenbeek dopo l’azione delle teste di cuoio per trovare i terroristi degli attentati di Parigi: non sarebbe però Abdeslam Salah bensì un altro nome che ancora non viene identificato e rivelato. Inoltre, per la prima volta, si parla anche parallelamente di una mente che starebbe dietro a tutta questa catena di terroristi che ha segnato Parigi, la Francia e tutto il mondo. Ma dunque siamo ancora qui a chiederci chi sono questi terroristi: alcuni foreign fighters, altri francesi di origine belga, tutti comunque di estrazione fondamentalista islamica. Difficile avere una visione di insieme ma nelle ultime ore i servizi segreti belga hanno fatto trapelare alle agenzie internazionali il nome della possibile mente di tutti questi attentati. Si chiamerebbe Abdelhamid Abaaoud il cervello della cellula di jihadisti neutralizzata dalle forze speciali della polizia belga a Varviers a gennaio di quest’anno. Due terroristi di Parigi infatti erano amici di Abaaoud ed avevano commesso crimini insieme a Bruxelles tra il 2010 e il 2011: il sospettato è poi scappato in Siria dopo l’azione della polizia belga ma è tornato e molte fonti lo danno come la vera mente della strage. I colleghi del Giornale riportano come numerose spie e forze irachene lo danno come il mandante e l’organizzatore dell’Isis che ha costruito la cellula responsabile della strage di Parigi, uno squadrone della morte che anche secondo Associted Press era composto da 24 terroristi in tutti, 19 operativi e 5 per il coordinamento e la logistica.

Caccia all’uomo, anzi agli uomini terroristi negli attentati a Parigi che lo scorso venerdì come orami tutti sanno hanno devastato Francia e mondo occidentale all’unisono. Come spiegato qui sotto, si delineano tre gruppi distinti nel commando che ha assaltato almeno 7 punti della capitale parigina. Il super ricercato in queste ultime ore, con timore che possa rifugiarsi in Italia, è Abdeslam Salah, uno dei tre fratelli coinvolti negli attentati ancora in vita – gli altri due sembra siano due kamikaze – e nelle ultime ore emergono inquietanti retroscena. Come riportano i colleghi della Repubblica, Salah sarebbe l’uomo della macchine, ovvero il responsabile degli spostamenti e del reperimento dei mezzi per portare i tre gruppi di terroristi islamici: cinque giorni prima della strage è prorpio lui che affitta a Bruxelles le due auto che il commando utilizzerà a Parigi, una Volkswagen Polo e la Seat Leon, nere entrambe e con targa belga. La prima è stata utilizzata dai tre assalitori del Bataclan e abbandonata proprio lì davanti, con dentro ricevute di parcheggio di Molenbeek, quartiere a forte rischio fondamentalismo di Bruxelles, e la seconda trovata ieri notte a Montreuil, la periferia di Parigi o banlieu dove sono stati recuperati anche 3 kalashnikov. Quelle armi sono quelle usate nell’undicesimo arrondissement, con 39 morti in due bistrot: allucinante, non ci sono altri commenti.

È come un puzzle complesso e con mille pezzi quello che si delinea dei terroristi di Parigi che venerdì scorso hanno sterminato 132 persone con il doppio dei feriti segnando forse per sempre la storia recente della Francia. Ma chi sono i terroristi di Parigi? Gli investigatori sono da giorni interi alla ricerca della soluzione del puzzle e nelle ultime ore qualcosa sta prendendo la forma della compassione originaria. Innanzitutto ci sarebbero stati negli attentati che hanno stravolto l’anatomia della lotta al terrorismo islamico fondamentalismo e che rappresentano un vero attacco all’occidente europeo, sostanzialmente tre gruppi di attentatori distinti che avrebbero in maniera simultanea concordata agito per i setti punti della città prestabiliti. Nel primo gruppo di terroristi, quello del Bataclan, si conosce da ieri il nome di Ismael Omar Mostefai, francese di 29 anni già noto ai servizi segreti: gli altri protagonisti del commando ancora si brancola nel buio, anche se spunta l’idea che ci fosse una donna, come riportano alcuni testimoni del Bataclan. Nel secondo commando, i tre kamikaze che sono fatti esplodere allo Stade de France, si conoscono Bilal Hadfi (viveva in Belgio ed era un foreign fighters in Siria con l’Isis) e Ahmad al Mohammad (sembra che sia il presunto siriano entrato in Europa come rifugiato, ma l’identità non è certa visto che il suo passaporto risulta falso). Nel terzo e forse ultimo gruppo ci sarebbe il super ricercato di queste ore, Abdeslam Salah (sfuggito alla polizia francese sabato in circostanze alquanto assurde) assieme al fratello Brahim Salah morto suicida al ristorante e forse anche un terzo uomo, probabilmente anche lui un fratello, al momento non ancora identificato. Nel frattempo i militari continuano a interrogare le sette persone della famiglia di Mostefai, arrestate in Belgio ieri, nella speranza che svelino indizi utili per altre complicità e appoggi logistici.

A complicare ovviamente i già terribili fatti di Parigi dopo gli attentati di venerdì, sono i terroristi ancora in fuga per mezza Europa che non lascia tranquillo nessuno anche perché ancora bene non si riesce a capire il numero effettivo dei prendente parte alla strage lucidamente folle nel cuore della Francia. Il super ricercato Abdeslam Salah, membro Isis e probabile foreign fighters, è stato segnalato all’Interpol e tutti i ministeri degli interni europei. Al Viminale in particolare, come per la Spagna e Germania, è stata segnalata la possibilità concreta che Salah potrebbe rifugiarsi per scappare in queste destinazioni. Italia che dunque alza i livelli di allerta a gradi ancora più alti con la speranza che questa volta il lavoro di intelligence a livello generale porti qualche frutto positivo in una sequenza di fatti che al momento resta davvero preoccupante.

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