In pochi in questi giorni hanno affrontata la questione della morte di Valeria Solesin dal punto di vista più ostico e difficile, ovvero come effettivamente sia successo che la giovane italiana sia morta dentro al teatro Bataclan nelle varie fasi convulse di quegli attimi che possiamo solo immaginare essere stati disperanti. Grazie ad alcune varie ricostruzioni su varie agenzie e altri quotidiani, proviamo a inquadrare la situazione di quegli ultimi attimi fatali: come sia stata uccisa precisamente, non lo sa nessuno, e non è stato chiarito dalle autorità francesi che però hanno a che faro in queste ore con circa 90 vittime morte nelle medesime condizioni. Una cosa però sembra che sia certa nello svolgimento concitato dei fatti di quel terribile 13 novembre: Valeria sarebbe fuggita verso l’uscita dopo aver capito che stavano sparando dentro al teatro, anticipando nella fuga il fidanzato e gli amici con i quali stava per entrare nella sala concerti. Ma in questo modo non ha pensato né a borsa né a niente altro, è solo corsa andando però molto probabilmente incontro ai carnefici che stavano sparando a chiunque si avvicinasse. Le tantissime ore che sono passate per cercare di identificare il suo corpo sono dovute proprio al fatto che mancavano i documenti addosso alla ragazza. Una fine brevissima per un fatto che anche solo a scriverlo sconvolge in maniera allucinante. Figuriamoci ad averlo vissuto sulla propria pelle come il fidanzato e gli amici di Valeria che vivranno con il pensiero della loro cara Vale morta in quella maniera senza senso, ignobile e inspiegabile al cuore umano.



E dopo due giorni dalla notizia drammatica ricevuta dalla Francia della morte della loro figlia Valeria Solesin, i genitori sono partiti alla volta di Parigi per andare a recuperare la salma dell’amata ragazza. Uccisa in modo barbaro come le altre 131 vittime degli attentati di Parigi, Valeria è stata trucidata dagli attentatori dell’Isis al teatro Bataclan come ormai tutti abbiamo imparato a conoscere in questi giorni drammatici. Papà Alberto e mamma Luciana si sono dunque diretti verso la Francia, come riporta l’agenzia Ansa, e andranno a trovare anche gli amici e il fidanzato di Valeria che vivevano a Parigi assieme alla bella ragazza italiana e che si stringeranno intorno alla famiglia. Non è escluso che possano fare ritorno a Venezia, luogo dove abita la famiglia Solesin, con il corpo della figlia per poi poter celebrare il funerale. In questi giorni la città della Laguna ha esposto bandiere a mezz’asta e rimarranno così fino al funerale di Valeria, ricordata in queste ore di profonda commozione.



Dario, il fratello di Valeria Solesin, la ragazza italiana morta all’interno del Bataclan, è sconsolato quando annuncia “Andiamo a prendere mia sorella, partiamo verso l’ora di pranzo“. Il tempo di volare a Parigi, effettuare il riconoscimento ufficiale del cadavere e tornare a Venezia per l’ultimo viaggio insieme, prima dei funerali. Sentito dal Corriere Veneto, Dario si lascia andare e spiega:”Lei era meravigliosa, era il mio punto di riferimento e non ce la faccio a pensare a quello che è accaduto“. Una vita fatta di sogni, progetti, sacrifici, andata in frantumi nello spazio di pochi secondi:”L’ho incontrata l’ultima volta una settimana fa. Sono salito a Parigi per vedere la nuova casa in cui si era trasferita col fidanzato“. La consapevolezza che la morte di Valeria è “una perdita per tutta la nazione“, poi l’orgoglio di aver ricevuto “molte lettere, molti messaggi” che hanno fatto “molto piacere“. Un turbine di sensazioni strazianti, prima dell’ultimo viaggio insieme.



Che Valeria Solesin sia morta all’interno dello storico teatro del Bataclan a Parigi è oramai una triste certezza: la famiglia è intanto in procinto di arrivare a Parigi per ottenere la salma della giovane veneziana e riportarla in Italia, dove avranno luogo i funerali. Con il papà Alberto, la mamma Lucian e il fratello Dario, torneranno con molta probabilità anche Andrea Ravagnani, fidanzato della vittima, insieme alla sorella Chiara e al fidanzato di lei, Stefano Peretti, tutti e tre riusciti a sfuggire alla ferocia del commando di terroristi. Ancora nessuna certezza sulla data dei funerali: il fratello Dario, intercettato dai cronisti nella giornata di ieri rispondeva così:”Non voglio nemmeno pensarci.”

Una ragazza seria e determinata come ce ne sono tante ma Valeria Solesin ha avuto la sorte di finire al Bataclan di Parigi la sera degli attentati vili dei terroristi islamici dell’Isis. È morta Valeria, la piangono tutti, dagli amici, al fidanzato, ai genitori fino all’Italia intera, un simbolo piccolo di questa drammatica fase della nostra umanità. Studiava a Parigi come abbiamo imparato a conoscere in questi giorni ma non sapevamo, prima della pubblicazione di Neodemos, delle sue idee volte al lavoro delle donne, all’impegno sociale e civile che la mamma Luciana ha sottolineato subito dopo la sua morte «una ragazza che mancherà a tutti anche al nostro Paese». Per la Solesin l’impegno nel lavoro delle donne doveva essere fondamentale, e il suo articolo riproposto dal portale Neodemos a due anni di distanza dopo la scrittura originale in memoria della sua morte, lo dimostra. «In un contesto europeo in cui si promuove l’occupazione femminile non si possono ignorare le conseguenze dell’arrivo dei figli sull’attività professionale delle donne», afferma nelle conclusioni del suo studio sul lavoro femminile comparato in Italia e Francia, le sue patrie amate. «È per questo motivo che appare auspicabile una maggiore condivisione della responsabilità familiari e professionali tra le donne e gli uomini in entrambi i Paesi». Lavoro e famiglia, due connessioni che devono rimanere tale e venire sempre più incontro tra uomini e donne, marcando la differenza ma allo stesso tempo auspicando un aiuto anche per le donne nel loro espletare un lavoro che possa compierle professionalmente. Che forza Valeria, giovane e molto determinata. Chi l’ha conosciuta evidentemente non se la dimenticherà, una donna che rappresenta uno spiraglio di bene dentro ad un buco nero di terrore e panico.

Sarà l’autopsia a chiarire la dinamica della morte di Valeria Solesin, la studentessa veneta di 28 anni rimasta uccisa nell’attentato al Bataclan di Parigi. Come fa sapere l’Ansa, il console generale d’Italia a Parigi Andrea Cavallari avrebbe fatto sapere che fino ad ora “non risulta che l’esame sia stato effettuato”. E’ stato intanto reso noto che la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha telefonato alla mamma di Valeria, esprimendo “vicinanza e solidarietà” alla famiglia intera: “E’ importante che la memoria di Valeria venga tenuta viva – ha detto Boldrini – così come deve essere ricordato il suo impegno verso il sociale e i suoi studi sulla condizione femminile nel mondo del lavoro. Per questo le dedicheremo la giornata di approfondimento in programma alla Camera il 25 novembre, dal titolo ‘La ripresa è donna’”.

Anche il premier Matteo Renzi, arrivato in Turchia per partecipare al vertice del G20 in programma ad Antalya, ha espresso il “cordoglio del governo e di tutti noi alla famiglia di Valeria. Credo che non ci siano parole, faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice” che ha perso la vita venerdì scorso nell’attentato al Bataclan di Parigi. “Faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice che studiava alla Sorbona e studieremo con la famiglia un modo per ricordarla, magari una borsa di studio che valorizzi le sue qualità straordinarie”, ha aggiunto il presidente del Consiglio che, come riportato dal quotidiano “La Nuova di Venezia”, ha sentito da poco la famiglia Solesin “per esprimere il cordoglio del governo e di tutti noi. Ho parlato con la mamma Luciana, il padre Alberto e il fratello Dario per far loro le condoglianze”.

Un cervello in fuga, anche se forse non avrebbe amato questa definizione Valeria Solesin, la ragazza italiana prima scomparsa e poi purtroppo riconosciuta morta nella strage al teatro Bataclan di Parigi in quella orribile notte del 13 novembre scorso. Una studentessa, una dottoranda italiana che viveva a Parigi, studiava alla Sorbona e amava la famiglia tanto da approfondire nella sua ricerca di tesi i modelli di famiglia italiane e francesi nel tentativo di compararli. Un grande cervello, una giovane in gamba come raccontano in tanti che d’improvviso, come altri 131 persone a Parigi l’altra sera, hanno perso la vita gettando nello sconforto i cari e la famiglia, quella che tanto ovviamente la amava. «La porteremo sempre nel cuore, ricordate che era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa e mancherà anche nel nostro Paese», afferma laconica mamma Luciana che ieri ha risposto alle domande dei giornalisti. Una ragazza come tante che mancherà per il semplice fatto che esisteva, che viveva e tra fatiche e desideri portava avanti la sua vita. Come tutti noi dovremo fare da oggi in poi. Non cambia niente ma cambia tutto, questo e altro ancora hanno generato gli attacchi folli e ideologici dell’Isis.

Valeria Solesin, in questi ultimi giorni la nostra connazionale è stata al centro delle cronache come tutti sanno perché scomparsa al teatro Bataclan durante gli attentati di Parigi. Ieri la notizia ufficiale della sua morte, lo strazio degli amici che erano con lei nel teatro, il dolore del fidanzato Andrea e la lucida commozione e fermo ricordo dei suoi genitori. Tutti per Valeria insomma, ma anche oltreoceano, per una campione dello sport italiano nel mondo come il cestista Marco Belinelli ha giocato e dedicato la vittoria dei suoi Sacramento Kings contro Toronto Raptors proprio a Vale. Una vittoria che era cominciata già dall’inizio con la scritta del campione Nba sulle sue scarpe, “Ciao Valeria” con anche il simbolo pacifista con la Tour Eiffel (clicca qui per la foto della scarpa). Ha vinto,ha fatto il suo solito show nelle triple, però aveva un significato in più la partita di ieri, ovvero che era solo una partita che rispetto alla vita di una persona vale infinitamente di meno. «Ci sono cose più importanti di una partita di basket, non conoscevo Valeria ma era una ragazza della mia età: anche lei era andata lontano da casa per fare ciò che amava e ha perso la vita in un venerdì sera qualsiasi mentre era ad un concerto». Sconvolto Belinelli, sconvolti tutti davanti a quanto successo a Parigi e la chiusura del campione è di una profondità che tutti noi potremo in fondo dire di avere: «Potevo esserci io al suo posto, poteva esserci chiunque di noi I fatti di Parigi mi hanno davvero scosso». Semplice, nel punto e con un silenzio davanti al quale si può continuare la vita ma con la ferita dentro del “che senso ha tutto?”. Urgono risposte, urgono persone.

Valeria Solesin purtroppo ieri è stata ufficialmente dichiarata morta nel massacro al teatro Bataclan di Parigi all’interno dello storico e terribile attacco alla capitale della Francia di venerdì scorso. La ragazza si trovava nella sala concerti quando è cominciato l’attacco dei terroristi fondamentalisti assieme al fidanzato e ad altri amici italiani, tutti abitanti a Parigi essendo studenti universitari: Valeria aveva 28 anni ed era una dottoranda e mai si sarebbe aspettata una fine del genere, come del resto tutta Parigi. Sconvolti tutti gli italiani anche nelle istituzioni che si stringono attorno a mamma Luciana e papà Alberto che ieri hanno risposto con molta calma e lucidità alle domande dei giornalisti: arriva anche la lettera del Capo dello Stato Sergio Mattarella che scrive un messaggio di cordoglio molto forte. «Carissimi genitori di Valeria, Vi scrivo per farvi giungere il cordoglio e la solidarietà, miei personali e dell’Italia intera, sapendo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore. Valeria era figlia d’Italia e figlia d’Europa. È stata uccisa da mano barbara, fomentata dal fanatismo e dall’odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza». Chiaro come sempre il Presidente della Repubblica italiane che ricorda anche come tutto questo sia un attacco all’intero mondo occidentale, come per l’11 settembre 2001. «Valeria è stata uccisa, insieme a tanti altri giovani – aggiunge – perché rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro. Insieme a tanti Paesi amici risponderemo con intransigenza a questa micidiale sfida di morte e di sopraffazione. Dobbiamo reagire con le armi del diritto e della giustizia, lo dobbiamo a tutte le vittime e lo dobbiamo a Valeria», conclude Mattarella in questo passaggio storico della storia umana contemporanea.