Tra pochi minuti parleranno di questo caso di cronaca che sta prendendo i contorni allucinanti di una accusata che continua a cambiare versione dei fatti: Veronica Panarello e la morte del piccolo Loris Stival, protagonisti della puntata di Chi l’ha visto? questa sera su Rai 3. Nelle ultime ore, dopo il sopralluogo della stessa Veronica assieme agli uomini della procura, è stato deciso che non ci sono i limiti necessari per la scarcerazione della giovane donna accusata di aver ucciso Loris, il piccolo figlio ormai circa un anno fa. La Cassazione ha fatto uscire le motivazioni in cui si sottolinea come ci sia «un altro grado di probabilità che la madre sia l’omicida». Dopo la confessione sulla possibile morte di Loris con delle fascette con cui il piccolo si sarebbe soffocato, l’ennesima versione cambiata dalla madre, su Tgcom 24 vengono riportate le ulteriori motivazioni della Cassazione che dicono come la Panarello debba rimanere in carcere al momento «su una coerente analisi critica degli elementi indizianti e sulla loro coordinazione in un organico quadro che appare dotata di adeguata plausibilità logica e giuridica nell’attribuzione a detti elementi del requisito della gravità nel senso della conducenza con elevato grado di probabilità della responsabilità dell’indagata per l’omicidio».
Parla Veronica Panarello, a quasi un anno dalla morte del piccolo Loris Stival, avvenuta il 29 novembre scorso, la madre del bambino, accusata per l’omicidio ha fatto una terribile confessione. Questa sera se ne parlerà in maniera consistente nella nuova puntata in prima serata su Rai 3 di Chi l’ha visto? con Federica Sciarelli e con tutta la redazione al completo. La donna il 29 novembre 2014 raccontava di aver accompagnato il bambino a scuola e di non averlo più ritrovato all’uscita, quando era andata a prenderlo. Molte mamme presenti al momento della presunta sparizione del bambino avevano riferito agli agenti di non aver visto Loris a scuola quella mattina o comunque di non ricordarsi di aver visto la Panarello lì. Allora si era ipotizzato di una fuga volontaria del bambino o di un probabile rapimento, ma il ritrovamento del cadavere, presso un canale nei pressi di Santa Croce Camerina, rivelò una verità più atroce: Loris era stato ucciso. Tantissime incongruenze emersero all’inizio delle indagini nel comportamento della Panarello, alimentando i misteri attorno alla morte di Loris: perchè il bambino fu trovato senza slip e con i pantaloni abbassati? Probabilmente si trattò di un tentativo di depistaggio per far credere agli inquirenti che il bambino fosse caduto in una trappola di pedofili. Gli slip infatti furono ritrovati quasi subito, davanti alla scuola che frequentava il bambino. Ma le analisi condotte sul corpo del bambino, esclusero una qualsiasi forma di violenza sul suo corpicino, escludendo di fatto la pista pedofilia.
Le indagini si focalizzarono allora subito sulla madre, i cui interrogatori si erano rivelati alquanto contraddittori, tanto da spingere il Gip a convalidare l’arresto della donna per l’omicidio del piccolo. La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta nella notte del 9 dicembre 2014, secondo quanto testimoniato dal Tg cronaca di La7. Dopo un interrogatorio di circa 6-8 ore, la donna sarebbe stata messa in custodia cautelare con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. La donna nelle varie ricostruzioni aveva sempre ribadito di aver portato il bambino a scuola quella mattina e di aver fatto un certo percorso per le vie del paese. Dichiarazioni smentite dalle telecamere della zona, che avevano ripreso la macchina della donna in altre aree del paese, negli stessi orari che la Panarello aveva indicato agli investigatori.
Un altro mistero nella morte del bambino è il “caso delle fascette” che la Panarello avrebbe consegnato alle maestre, indicandole come probabili oggetti utilizzati per strangolare il bambino. Come raccontano in colleghi de La Repubblica nel lungo reportage sul caso di Loris, secondo la Panarello, queste fascetta da elettricista erano state acquistate appositamente per una ricerca che Loris doveva fare a scuola, ma tali dichiarazioni furono subito smentite dalle maestre. Come mai allora Veronica Panarello decise di consegnare queste fascette? Fu questa la domanda che cominciarono a porsi gli investigatori, che trovarono ammissibile l’ipotesi che tali fascette fossero compatibili con il mezzo usato per uccidere il bambino. Dalle indagini sugli spostamenti della Panarello, il giorno della scomparsa, risultò che la donna di ritorno dopo aver accompagnato a scuola i figli, avrebbe parcheggiato l’auto in garage, mentre di consueto era solita lasciarla parcheggiata in strada. Gli inquirenti allora sospettarono che il bambino fosse stato ucciso in casa e poi caricato in macchina e abbandonato nel luogo del ritrovamento. Un’altra incongruenza nel comportamento di Veronica Panarello quella mattina fu la decisione di lasciare il bambino non davanti la scuola, ma nei pressi dell’istituto, vicino ad un chioschetto, per correre dritta ad un corso di cucina a Donna Fugata. La stranezza di queste azioni sta anche nella scelta della strada che avrebbe percorso la donna per recarsi a Donna Fugata, che non è quella che normalmente viene seguita dagli automobilisti. Addirittura alcune telecamere, riportano vari telegiornali nelle ultime ore, l’avrebbero ripresa nei pressi del Mulino Vecchio, dove a pochi metri sarebbe stato poi ritrovato il corpo senza vita di Loris. La donna alle domande degli investigatori aveva negato di conoscere quel posto, ma la smentita sarebbe arrivata dalle parole della sorella, che avrebbe invece ammesso che lei e Veronica si recavano abitualmente lì da bambine per prendere l’acqua alla fonte. Le indagini poi si erano concentrate sul passato della donna, da cui erano emerse molte problematicità. Su Tgcom24 avevano fatto una ricostruzione di Veronica Panarello, per far capire ai telespettatori chi fosse in realtà questa mamma e cosa nascondeva il suo passato. Pare infatti che la donna abbia sofferto di crisi depressive e abbia tentato più volte il suicidio.
Queste scoperte hanno indotto la Cassazione a confermare le accuse contro la Panarello, impedendone la scarcerazione. Secondo quanto riportato da Panorama, la Cassazione avrebbe definito la donna “dalla personalità contorta” e che ci sono tutti gli indizi necessari per considerare la Panarello autrice del delitto e questo cavillo sarebbe un elemento in più per l’accusa. Ieri, a quasi un anno dalla morte del bambino, la terribile confessione della donna: “Loris è morto mentre giocava con le fascette”. Secondo la donna Loris è morto a causa di un incidente e che non è stata lei a strangolare il bambino. La donna avrebbe trovato il cadavere del bambino, dopo essere rientrata a casa, dopo aver lasciato all’asilo l’altro suo figlio. La Panarello avrebbe aggiunto che in preda al panico avrebbe deciso di abbandonare il corpo presso il Mulino Vecchio, perchè nessuno avrebbe creduto alle sue parole e alla sua innocenza. Ma la confessione non sembra convincere gli inquirenti: come mai un bambino di 8 anni avrebbe stretto le fascette fino a strangolarsi? e come mai Veronica Panarello avrebbe preferito occultare il cadavere piuttosto che chiedere aiuto? In seguito a tale rivelazioni, il Gip ha predisposto un sopralluogo nei luoghi del delitto e la donna è stata invitata dagli agenti a seguirli per una nuova ricostruzione e per riprendere le ricerche dello zaino, finora mai rinvenuto, che la donna ha ammesso di aver gettato nella strada per Donna Fugata. Intanto per venerdì prossimo è fissata la nuova udienza.