In questo giorno viene celebrata la festa dei morti che ha origini storiche antichissime, dal momento che la nascita della celebrazione dei cari scomparsi si perde nella notte dei tempi. Per quanto riguarda la cerimonia cristiana, sembra che i primi riti di omaggio collettivo ai defunti risalgano addirittura al periodo delle catacombe, sotto l’imperatore Diocleziano. A Roma, inoltre, era d’uso raffigurare sulle porte dei sepolcri l’immagine di Lazzaro, probabilmente proprio per rafforzare la speranza di un futuro ritorno dei cari scomparsi.



Tuttora i defunti vengono spesso coinvolti nelle preghiere: quando infatti si citano nelle orazioni i credenti, si fa riferimento non solo ai fedeli ancora in vita ma anche a tutti coloro che si trovano nel Purgatorio ed in Paradiso, in attesa del momento in cui si ricongiungeranno. La festa dei morti vera e propria, fissata nella data del 2 novembre, nasce prima dell’Anno Mille in Francia, nel Convento di Cluny, quando l’abate Odilone decise di stabilire in questo giorno il festeggiamento di tutti i defunti dell’ordine monastico cui apparteneva: Odilone era particolarmente devoto alle anime del Purgatorio, che raccontava di aver sentito lamentarsi con le sue stesse orecchie in un periglioso viaggio di ritorno dalla Terra Santa, quando la sua nave fu scaraventata sulla costa siciliana. 



Il significato più reale della festa dei morti è proprio nel dare alla vita terrena il giusto peso: il cammino spesso difficoltoso che si apre di fronte ad ogni uomo è quello che però lo porterà a riscattarsi nella morte, soprattutto se si è stato un buon fedele. Per questo, già dai tempi di Odilone in poi, si è cercato di dare alla vita dopo la morte, quella che consiste nel premio di quanto si è fatto nel proprio cammino terreno, il giusto spazio, celebrando chi in questo cammino ci ha preceduto. 

Tuttora il 2 novembre viene festeggiato in tutte le chiese con una messa dedicata alle anime dei defunti tutti, in particolare quelli appartenenti alla comunità che celebra il rito. In tutta Italia, inoltre, è tradizione, dopo aver partecipato alla messa in onore dei morti, recarsi nei cimiteri a fare visita ai propri cari, portando loro dei fiori da mettere sulle lapidi, oppure accendendo loro il lumino che viene spesso apposto sotto la foto sulla lapide stessa. Nel Sud Italia, invece, come in molti paesi latinoamericani, il 2 novembre è l’occasione per far fare festa ai più piccoli: nella cosiddetta notte di zucchero che viene celebrata, ad esempio a Palermo, i morti riempiono di dolci e piccoli doni le camerette dei bambini e le strade, illuminate a festa e piene di musica e colori, si riempiono di artisti di strada che organizzano laboratori di arte, pittura e danza per i più piccini. Un modo perchè i morti, ai bambini, non facciano mai paura.