Via libera al primo prodotto Ogm di origine animale. La Food and Drug Administration (Fda) statunitense ha approvato il progetto finanziato dall’azienda AquaBounty per la produzione di un tipo di salmone geneticamente modificato, già soprannominato “Frankenstein” o anche “Frankenfish” dai più critici. Attualmente, il salmone naturale o di allevamento ha bisogno di un periodo di circa tre anni per raggiungere la maturità sessuale che gli consente di riprodursi. Il modello geneticamente modificato, invece, raggiungerà questo stadio in modo molto più breve e crescerà più rapidamente. Questo perché porterà nel proprio DNA altri due geni: uno appartenente a una specie di Salmone Reale e un secondo gene prelevato da un altro tipo di pesce che presenta similitudini con l’anguilla. Secondo i creatori, questo nuovo prodotto Ogm porterà una serie di benefici tra cui una riduzione dell’impatto ambientale dovuto alle massive acquacolture presenti e un abbattimento dei loro costi di gestione. L’organizzazione preposta ai controlli ha rilasciato i permessi finali per poter avviare la produzione, valutando come non nocivo questo genere di manipolazione, in quanto il salmone Ogm non presenta particolari variazioni sotto il profilo nutrizionale rispetto a quello naturale. Il Presidente dell’associazione, Ron Stotish, ha confermato che il nuovo tipo di pesce rappresenterà una variante nutriente e sana, che aiuterà a migliorare anche l’ambiente. Inoltre, il suo ingresso sul mercato andrà a portare sostanziali cambiamenti negli equilibri esistenti. Non mancano, comunque, dure critiche all’operazione in corso: infatti, il salmone “Frankenstein” viene accusato di essere probabile portatore di allergie o, peggio ancora, potrebbe risultare cancerogeno, oltre a rappresentare un pericolo per l’habitat naturale in quanto, se qualche esemplare dovesse scappare in mare, decimerebbe la popolazione di salmoni naturali. L’associazione “Amici della Terra” ha già avviato un’operazione di boicottaggio per fare in modo che i supermercati americani non lo vendano, terrorizzati dal fatto che una produzione del genere potrebbe estendersi anche ad altri animali come polli, conigli, maiali e così via, mettendo in pericolo gli equilibri terrestri.