Il terrorismo abbiamo imparato a conoscerlo in questi ultimi giorni, o quantomeno appreso di tutti i suoi rischi: dopo Parigi la guerra è sostanzialmente cominciata, resta da capire di cosa si tratti davvero e in che termini ogni attore giocherò il proprio ruolo. Intanto arrivano numerose notizie riguardo i giorni davvero convulsi della settimana appena passata: la sera in cui ad esempio in Germania ad Hannover non si è giocata l’amichevole contro l’Olanda per il rischio attentato ad un’ora sola dal calcio d’inizio, si viene a sapere che furono i servizi segreti francesi a svelare del possibile attentato. Gli 007 di Hollande, secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, avvertirono Berlino nel rischio di ben cinque attentati nella capitale ma anche di tre possibili attacchi bomba allo stadio dove si stava per giocare Germania-Olanda, la sera del 17 novembre. Il match è stato poi annullato, ricordiamo, con la cancelliera Angela Merkel che da dentro allo stadio ha ricevuto la notizia dell’annullamento, con estremo dispiacere per avere ancora una volta ceduto alla paura del terrorismo.



Una lunga intervista che fa rimbalzare e riapre la questione del terrorismo in Italia anche dopo i fatti di Parigi: la lotta all’Isis che sta coinvolgendo l’intero mondo occidentale e con l’ansia terrorismo che divampa sempre di più, è intervenuto nella consueta intervista domenica di Maria Latella su Sky Tg 24 il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Tanti i temi in campo, dalla Francia al pericolo terroristi in fuga, fino alle cellule Isis sparse per mezza Europa e che si cerca di limitarle con l’inasprimento delle misure di sicurezza rispetto ai patti di Schengen. Interessante però l’affondo sulla questione che tiene banco in pratica dallo scorso 13 novembre, ovvero la Siria e la possibile guerra a più ampio raggio contro lo Stato Islamico presente nella zona di Raqqa. «?Alcuni mesi fa abbiamo proposto a livello europeo un’azione militare forte per bloccare il traffico di essere umani che è esattamente il centro del problema; ?per la Siria noi diciamo no a una Libia bis: dopo Gheddafi la comunità internazionale non ha saputo completare il lavoro, e chi ha pagato il conto? Noi, che ci troviamo a gestire gli sbarchi». Se la Siria fosse bombardata senza completare la risistemazione delle istituzioni democratiche potrebbe essere una nuova Libiia, il succo dell’intervento di Alfano che come tutto il governo italiano rimane molto accorto sulla questione bombardamenti, invitando a duna strategia concreta di uscita dalla crisi, per evitare errori passati.



La Tribuna di Venezia, nel giorno del ritorno in Italia del corpo di Valeria Solesin – la ragazza italiana uccisa negli attentati di Parigi – pubblica la ricostruzione di quella sera maledetta al Bataclan, con la strage nel teatro che ha sconvolto il mondo intero. In questa ricostruzione parla Andrea Ravagnani, con alcune parole tratte dalle dichiarazioni poste dagli amici di Valeria e proprio da lui ai carabinieri di Venezia. Secondo il giornale veneto, Valeria è stata colpita da un unico proiettile di kalashnikov che le ha devastato parte del volto e l’ha fatta morire per dissanguamento. Il colpo però non sembra letale e la ragazza è morta in maniera lenta e drammatica, ma si viene a sapere che il fidanzato Andrea era riuscita a trovarla e ha passato gli ultimi istanti abbracciato a lei per proteggerla da altri colpi degli jihadisti all’interno del Bataclan. Il fidanzato dunque si è proteso su di lei fingendosi morto per scampare anche lui agli spari e sono rimasti abbracciati fino a che non sono entrate in azioni le teste di cuoio francesi. In quel momento i due giovani si sono persi di vista e da qui è poi cominciata la storia che tutti noi sappiamo. Terrore ed emozione, non nel senso sentimentalistico ma profondo del termine. I fatti di Parigi sono anche questo.



Parla a ruota libera il fratello di Salah Abdeslam, l’ultimo terrorista in vita e in fuga dopo gli attentati di Parigi: Francia e Belgio hanno dichiarato una lotta al terrorismo islamico serrata con i due paesi da giorni blindati per bloccare tutti i complici delle cellule Isis e proprio per stanare Salah. Mohamed, intervistato da numerose testate internazionali, ha parlato molto dei due fratelli attentatori (anche Ibrahim era coinvolto a Parigi e si è fatto saltare in aria quella maledetta sera) dicendo che il fratello ancora in fuga lo preferisce in carcere piuttosto che morto. Ad ABC News, Mohamed Abdeslam crede anche che Salah ci abbia ripensato quella sera, «ha avuto un ripensamento, è una persona molto intelligente, che ha fatto un passo indietro perché ha sentito qualcosa, ha sentito che non era quello che voleva». Questo poi il suo giudizio finale che farà discutere certamente sui suoi due fratelli legati all’Isis: «i miei fratelli non si sono radicalizzati ma sono stati manipolati, hanno avuto un cambiamento da sei mesi a questa parte ma non preoccupante». Due uomini come tanti che però ad un certo punto hanno trovato una strada malefica: cosa può evitare questo condizionamento per tutti e non solo per i giovani arabi? Cosa può avvitare a tutti questo lavaggio del cervello?

In questi giorni il Belgio sembra davvero la Francia: dopo Parigi lo stato di allerta e lo stato di emergenza sono al massimo livello in entrambi i Paesi con la ricerca assidua dell’ultimo attentatore rimasto in vita, ovvero Salah Abdeslam che ormai è nove giorni che fugge dalla cattura per le varie regioni francofone. Secondo vari fonti internazionali, Salah sarebbe in questi giorni a Bruxelles nel quartiere Molenbeek, diventato in questi anni il covo di numerose cellule terroristiche da Isis ad Al Qaeda e che in questi giorni è asserragliata dalle forze di polizia: secondo ABC News, due amici di Salah avrebbero rivelato che Salah sta cercando in tutti i modi di fuggire in Siria e oltre a loro, il terrorista di Parigi avrebbe contattato una terza persona via Skype tramite un telefonino. Questo è stato confermato dal fratello Mohamed Abdeslam, risultato estraneo ai fatti e che dice all’emittente inglese che Salah non sia affatto lontano.

È guerra aperta, ormai da più di una settimana dopo gli attentati di Parigi,con il Belgio ora teatro dello scontro frontale al terrorismo di matrice radicale e islamista. Domenica surreale quella che si appresta a vivere il Belgio con la capitale Bruxelles e soprattuto il quartiere/covo delle cellule dormienti e non dell’Isis che vengono asserragliate dalle forze dell’ordine di mezza Europa. Livello massimo di allerta in Belgio da ieri, per decisione del primo ministro Charles Michel e i motivi sono duplici: da un lato è caccia aperta a Salah Abdeslam, l’ultimo terrorista superstite in fuga dallo sciagurato 13 novembre scorso, braccato da Interpol e anche Isis, furioso sembrerebbe per il mancato successo di Salah nelle stragi di Parigi. Ma il secondo motivo è quello di voler stanare i vari legati a Isis e fondamentalismo islamico che sono tornata da Siria e Iraq nei mesi precedenti e che forse (ci permettiamo un giudizio politico) valeva la pensa controllare prima di quanto accaduto, ma tant’è. Insieme a Salah fonti di intelligence danno anche una seconda persona con la quale girerebbero in auto con a bordo le cinture esplosive simili se non uguali a quelle usata nella capitale della Francia nove giorni fa. Esercito in tutta la città e pericolo costante, ribadito anche a distanza dal presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama che ha dichiarato nella serata di ieri lotta aperta all’Isis ma senza perdere i valori dell’Occidente: «Visto che non riescono a combatterci sul campo, i terroristi cercano di instillare il terrore ma non ci riusciranno, dobbiamo rifiutare la loro ideologia, non siamo in guerra contro una religione ma solo contro il terrorismo».

Non riguarda solo Parigi e la Francia la guerra al terrorismo di matrice islamica: vengono confermati i livelli di massima allerta a Bruxelles in attesa di un attentato che sembra più probabile che possibile, e intanto emergono nuovi dettagli sull’arresto di ieri sera nella capitale belga che ha portato alla cattura di quello che la tv pubblica Rtbf definisce “un uomo chiave” nella lotta al terrrorismo. Nel frattempo agiellenews.it dà notizia che il “sospettato terrorista di origini marocchine e residente in Belgio è stato arrestato in Turchia“. L’uomo, secondo le prime informazioni soggiornava in un hotel a 5 stelle dell’Anatolia, e sebbene la polizia taccia ancora, lo stesso giorno dell’arresto del marocchino, sono stati assicurati alla giustizia altri due siriani che avrebbero dovuto aiutare il terrorista ad oltrepassare il confine. Anche Londra intanto vive ore di allerta, peraltro in una zona sempre affolattissima come quella del ponte di Westiminster: secondo l'”Independent” le forze dell’ordine avrebbero arrestato 3 presunti terroristi, con elicotteri che starebbero sorvolando l’intera città. Nel frattempo stando alla versione online del sito inglese, turisti e abitanti sarebbero stati invitati ad allontanarsi dalle vetrine dei locali.

Clima di tensione altissima a Bruxelles in Belgio, dove le autorità hanno innalzato al livello massimo l’allerta terrorismo. La capitale belga risulta attualmente blindata: il Kinepolis, il cinema multisala più grande della città, è stato chiuso; stessa sorte per le due sale concerti più celebri, l’Ancienne Belgique e il Cirque Royale. Si respira davvero un’aria spettrale a Bruxelles, dove anche grandi magazzini, uffici postali, piscine, e vari negozi sono stati chiusi come misure preventive. Ad accrescere l’ansia nella popolazione della capitale belga è stato in particolare il ritrovamento di “un importante arsenale” nell’ormai celebre quartiere di Molenbeek. Lo stesso Ocam, il Centro nazionale di crisi belga, ha definito la minaccia “grave e imminente“, così come confermato dal premier Charles Michel che ha parlato di “rischio di attentati simili a Parigi

Arrivano importanti novità dall’Onu che ha visto il Consiglio di Sicurezza dello stesso ente approvare all’unanimità la risoluzione presentata dalla Francia del Presidente Francois Hollande, per rispondere agli attentati terroristici che hanno colpito la città di Parigi e non solo. Nello specifico la richiesta francese che come detto è stata accettata, prevede il raddoppio con tanto di coordinamento degli sforzi per prevenire e reprimere gli atti terroristici ed inoltre l’adottamento di tutte le misure necessarie in linea con quanto previsto dal diritto internazionale. Infine, si è fatto esplicito riferimento ai cosiddetti Foreign Fighters, con l’intenzione di intensificare gli sforzi per arginare il flusso di questi guerrieri onde prevenire e reprimere i finanziamenti al terrorismo.

Ieri sera la grande veglia di Parigi che ha ricordato la prima settimana dopo i fatti tragici degli attentati dello scorso 13 novembre: tutta la Francia e l’Europa con lei si è raccolta sulle vittime e nel ricordo di quella strage. Attacco che però non ha ancora portato fine a tutti gli strascichi tra terroristi in fuga, blitz alle cellule Isis presenti in mezz Europa e senso di panico e paura per una guerra del terrorismo che avremmo volentieri fatto a meno, per usare un eufemismo. Misteri ancora irrisolti ad oggi, otto giorni dopo quel giorno terribile: intanto abbiamo un terrorista ancora in fuga, si tratta di Salah Abdeslam che viene dato forse in Belgio da fonti di intelligence ma che continua a sfuggire ai controlli delle forze di polizie sparse ormai per tutta Europa. Avrebbe una nuova identità, come ha precisato la Procura di Parigi, con un nuovo identikit diffuso dove il fratello del kamikaze Ibrahim ha cambiato acconciatura, con occhiali e cappellino. Sarebbe ricercato anche dall’Isis, riportano la Reuters e alcune televisioni francesi che infatti sarebbero infuriati perché Salah non avrebbe portato a termine la missione.

Il secondo e più inquietante mistero riguarda un fatto venuto a conoscenza nella serata di ieri: nel covo di Saint-Denis dove tre giorni fa sono stati braccati i terroristi delle stragi di Parigi dalle teste di cuioi della Gendarmeria francese sarebbero Abdelhamid Abaaoud e Hasna Boulahcen sua cugina e un terzo uomo ma con una diversa scansione dei fatti. Hasna non si è fatta saltare come kamikaze come si pensava in un primo momento ma è morta per l’effetto onda urto provocata dall’esplosione di un terzo uomo, lui sì kamikaze che però adesso resta ancora non identificato. Ma chi +è quell’uomo e in che apporti era con gli altri terroristi?

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