Erano attese da circa due giorni e dopo il summit di oggi con il premier inglese David Cameron, il Presidente della Francia, Francois Hollande ha deciso di far partire i primi raid contro l’Isis anche in Iraq, dopo la Siria. Obiettivo numero uno ovviamente l’Isis dopo gli attentati di Parigi e con la concertazione internazionale attiva in questi giorni che sta cercando di capire come cooperare nell’attacco frontale allo Stato Islamico: oggi sono dunque arrivati i primi raid dalla portaerei francese Charles de Gaulle appena arrivata dopo una lunga attraversata da Tolone, nel sud della Francia, fino al Mediterraneo orientale dove si è appostata qualche ora fa per poter scagliare i  primi missili contro le roccaforti dell’Isis in Iraq dai propri caccia bombardieri. L’arrivo della portaeri fortemente voluta da Hollande di fatto triplicherà le potenzialità operative contro il Daesh. Sono però da registrare e non vanno sottovalutate le affermazioni del Ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian in un’intervista a Le Monde: «Una vittoria, una distruzione dell’Isis, passerà, a un certo punto, da una presenza a terra», anche se l’ipotesi al momento di truppe sulla terra ferma non esiste. Ma appunto, al momento.



Si chiamerebbe Mohamed al Adnani il regista della strategia del terrore che porta avanti la “politica” terroristica dell’Isis in tutto il mondo negli ultimi due anni. Dietro alla campagna di terrore che negli ultimi mesi ha preso una improvvisa avanzata, come purtroppo tutti abbiamo potuto verificare nelle ultime settimane, ci sarebbe questo misterioso figuro che secondo fonti di intelligence pubblicate oggi sul New York Times. Gli americani avrebbero infatti raccolto alcune testimonianze e numerosi elementi di collegamento tra al Adnani e Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attentati di Parigi. Iniziative studiate alla base e trasmesse poi agli “ufficiali” sul campo come a questo punto sembrerebbe essere stato proprio Abaaoud, ucciso settimana scorsa nel covo di Saint-Denis dalle forze speciali francesi. Il motivo di questa trama da lontano, ovvero dalla Siria occupata dal Daesh, si tralucerebbe nel tentativo piuttosto chiaro di superare nettamente la guida della realtà jihadista, superando così il marchio di Al Qaeda. Compiere attentati in serie sarebbe dal punto di vista de l’Isis la modalità per nascondere qualche sconfitta militare e sopratutto un modo per dimostrare le proprie capacità militari. E Adnani sembrerebbe proprio alla regia di questa strategia.



A pochissimi giorni dall’apertura del Giubileo 2016, Papa Francesco è pronto per il prossimo viaggio apostolico che partirà il prossimo mercoledì per alcune stati dell’Africa Centrale, come il Kenya, Uganda e la Repubblica Centro Africana. Da lì proprio, ovvero dalla cattedrale di Bangui, capitale del Centrafrica, avverrà per scelta di Bergoglio l’apertura della porta santa, normalmente per tradizione aperta a Roma come nei precedenti giubilei. «Verrò da voi come messaggero di pace e sarò pronto a sostenere il dialogo intereligioso per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese: so che è possibile perché siamo tutti fratelli», afferma Francesco in un video messaggio mandati ai vari popolo del zona centrale dell’Africa. Secondo il Papa l’occasione di questo giubileo, voluto fortemente da Bergoglio, è propizio per i tempi che si hanno avanti: «Avrò la gioia di aprire per voi, un po’ in anticipo, il Giubileo della Misericordia, che sarà per tutti, mi auguro, l’occasione provvidenziale per un autentico perdono, da ricevere e da dare, e un rinnovamento nell’amore». Nella restante parte del video messaggio, Papa Francesco si concentra sulle problematiche dei vari Paesi che andrà a visitare, evidenziate dalla recente bruttissima esperienza dell’attacco terrorista all’Hotel di Bamako, la capitale del Mali.



Continua imperterrito l’allarmismo dopo gli attentati di Parigi, ormai purtroppo si contano allerte ogni ora praticamente. Non è da meno quanto successo a Torino poco fa quando un allarme bomba ha costretto 135 passeggeri già imbarcati alle 12.15 per il volo verso Roma a scendere dal velivolo di Alitalia che ovviamente era già in pista. Allarme ordigno esplosivo che come sempre accade arriva tramite telefonata anonima che costringe le forze sul posto a far scattare tutte le misure di sicurezza, in questi giorni all’allerta massima per via di tutti i possibili attacchi terroristici che potrebbero scatenarsi anche nel nostro Paese. Una volta controllato tutto il volo e verificato, anche con i cane anti-esplosivo, che si trattava di falso allarme, i passeggeri sono stati fatti risalire a bordo e l’aereo dovrebbe ripartire a momenti. Un altro allarme, un altro falso allarme: di questo periodo forse si potrebbe anche farne a meno. Lo scorso ottobre sempre sulla stessa tratta e sempre all’aeroporto di Torino era avvenuto un allarme simile poi risultato assolutamente falso.

Enorme operazione nel mondo della farmaceutica mondiale con un nuovo colosso da record che entrerà prepotentemente nel mercato nel giro di pochi mesi: è notizia di oggi, dopo le voci sempre più insistenti degli scorsi mesi, della fusione tra Pfizer e Allargan, due tra le più grandi compagnie farmaceutiche del mondo. Trattativa dunque conclusa tra l’azienda nota al mondo per produrre il Viagra, la Pfizer, e quella che si è fatta conoscere per varie medicine come appunto l’Allergan o ancora meglio il Botox. I comunicati confermano che alla guida del nuovo gruppo voluto fortemente da Pfizer che ha compiuto lo sforzo economico di comprare la rivale per molti anni Allergan, ci sarà l’attuale capo esecutivo Ian Read, mentre il boss di Allergan, Brent Saunders, come secondo in comando alla guida del maxi gruppo neonato. Clicca qui per conoscere tutti i dettaglia dell’operazione Pfizer-Allergan

Una lunga intervista a Repubblica.tv per il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in cui dai temi del terrorismo a quelli della sicurezza in Italia fino all’ipotesi di un conflitto in Siria, vengono toccati molti punti scottanti per la politica attuale e futura del nostro Paese. Trai tanti, importante la dichiarazione dell’inquilino del Viminale che rispetto all’imminente inizio del Giubileo a Roma, è in uscita a breve un nuovo decreto speciale. «Non bisogna alimentare ansia sul Giubileo, già prima degli attentati di Parigi aveva gli occhi sgranati su questo evento e già prima il califfato con la sua propaganda mediatica puntava su Piazza San Pietro e sul Papa». Alfano racconta come ai già previsti 24 mila agenti ne verranno aggiunti 1500 in questi ultimi giorni: «è invece pronto, in fase di trasferimento al Quirinale, il decreto che stanzia i fondi per il Giubileo e ci sarà dentro anche l’aggiunta per quei 1500 militari in più a Roma, arriverà in giornata».

L’annuncio è arrivato in mattina e le ultime notizie confermano l’intenzione del Governo di rendere Ferrovie dello Stato (FS) almeno in parte privatizzata. È stata avviata in fatti la procedura per la privatizzazione del Gruppo FS, annunciato dal Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, al termine del Consiglio dei Ministri conclusosi pochi minuti fa. La notizia rimbalzata su tutti gli ultim’ora, permetterà un tentativo di rilancio dell’azienda anche se Delrio ammette che la rete in sé rimarrà pubblica e che «l’alienazione di Ferrovie non potrà andare oltre il 40%». Secondo il Ministro il nostro Paese è ancora troppo distante tra i servizi di alta velocità molto buoni e i servii per i pendolari locali e regionali non all’altezza. «La nostra azienda di Stato deve essere impegnata nella promozione dei seriai pubblici e questo avvio di privatizzazione terrà presente alcune questioni cardine che non potranno essere tolte». Delrio parla di infrastruttura pubblica, garanzia di accesso a tutti gli operatori in maniera eguale  fermo restando che bisogna aumentare decisamente i servizi e gli obblighi di servizio publbico. «Nel processo di parziale privatizzazione si manterrà un’attenzione particolare all’azionariato diffuso e alla partecipazione dei dipendenti del gruppo Fs, che ha prodotto anche quest’anno ottimi risultati tra ricavi, utili e servizi», conclude il Ministro Delrio.

Due leader politici, due uomini impegnati contro la lotta al terrorismo prima e sopratutto dopo gli attentati di Parigi. Sono Francois Hollande e David Cameron che pochi minuti fa hanno reso omaggio alle vittime del teatro Bataclan, 89 morti durante la strage del 13 novembre scorso nella capitale della Francia: nella visita del Premier inglese al presidente della Repubblica francese prima della conferenza stampa in cui hanno confermato l’unione di coalizione contro lo Stato Islamico presente in Siria e Iraq, i due leader hanno voluto sostare vari minuti davanti alle porte della sala concerti del terrore. «?Il presidente Hollande e io siamo uniti nella nostra determinazione a sconfiggere il malvagio culto della morte, l’Isis», spalla spalla fuori dal Bataclan afferma ancora Cameron sul suo profilo Twitter (clicca qui per vedere il tweet). Alcuni momenti di silenzio di fronte all’orrore della morte e agli effetti di questo terrorismo che sta tenendo in scacco l’Europa intera con il forte rischio di reazioni – come Hollande è molto vicino a fare – che non calcolano una strategia a lungo termine e che sopratutto andrebbe contro ogni tipo di sostanziale ideale europeo. Ma appunto questo è il problema, con i fatti che accadono e che dimostrano una totale mancanza di attrattiva per dei giovani europei che si buttano perciò nell erbaccia dei jihadisti. Cameron è pronto a lanciare raid aerei sulla Siria, ha affermato poco fa, per distruggere l’Isis e portare avanti il discorso post-Assad. «Dobbiamo colpire Daesh subito, non ci distruggeranno mai».

Un’enorme retata che nella notte ha portato a dei risultati in Belgio, dopo due giorni asserragliati a Bruxelles blindata com forme mai nella sua storia moderna. L’azione delle forze speciali, alla ricerca di Salah Abdeslam e di altri possibili terroristi legati agli attentati di Parigi o ad altre minacce del terrorismo islamico. Sgominata una cellula terroristica con 16 persone arrestate ma con il numero 1 dei ricercati che risulta ancora in fuga: nello scontro a fuoco, ci sono stati un ferito di una macchina che si è lanciata contro quelle della polizia nel tentativo di scappare dal blitz. Salah non c’è, lo conferma il procuratore federale belga, Eric Van der Sypt. La guarda non va abbassata, dice il procuratore, con alcune indiscrezioni che riportano come il terrorista scampato dalla strage kamikaze di Parigi sia in realtà stato segnalato a Liegi ieri sera ma si sarebbero perse poi le sue tracce con l’ennesima fuga in macchina, su una BMW in direzione della Germania. Non c’è pace in Belgio, continua l’allerta massima e a questo punto non si riesce a comprendere per quanto tempo potrà durare

La paura degli attacchi della scorsa settimana è ancora viva ma i parigini vogliono tornare alla loro quotidianità. Prolungato fino alla fine di novembre il divieto di organizzare manifestazioni pubbliche a Parigi che continua a vivere l’incubo del terrorismo. Lo stato di emergenza rimarrà in vigore fino a febbraio. Maratona diplomatica per Hollande: il Presidente tenterà di dare vita ad una coalizione allargata per sconfiggere l’ISIS i Siria ed in Iraq. Oggi arriverà Cameron all’Eliseo. Martedì Hollande partirà alla volta di Washington per incontrare Barack Obama e poi ci sarà l’incontro forse decisivo con Vladimir Putin.

2000 agenti per le strade, pattuglie sui mezzi pubblici, metal detector nei siti più visitati e controlli nelle stazioni e negli aeroporti. Sono queste le misure di sicurezza messe a punto per fare fronte al rischio terrorismo all’indomani del Giubileo. Monitorati individui vicini al fondamentalismo islamico. Alfano ha dichiarato che in Italia si può stare tranquilli, il sistema di intelligence funziona ma nessun Paese è a rischio zero. Imponente servizio di sicurezza a Piazza San Pietro per l’Angelus: le prove sostanzialmente di quanto dovrà avvenire per un anno intero dall’inizio fino alla fine dell’Anno Santo indetto in maniera straordinaria da Papa Francesco.

Centinaia di persone hanno reso omaggio alla camera ardente di Valeria Soresin che resterà aperta fino alle 19.00 di questa sera. I funerali saranno celebrati domani mattina in Piazza San Marco con una cerimonia di Stato laica a cui prenderà parte anche Mattarella. Ieri i Carabinieri hanno ascoltato il racconto del fidanzato di Valeria presente al Bataclan al momento dell’attacco, Andrea Ravagnani, sconvolto e rimasto con Valeria abbracciato fino alla sua morte. Domani ai funerali ci saranno Sergio Mattarella e molto probabilmente anche Matteo Renzi per portare onore ad una connazionale morta in una tragedia senza senso.

Con un distacco inferiore rispetto alle previsioni, Macri trionfa in argentina. Il leader della coalizione di centro-destra ha battuto per un pugno di voti il candidato peronista. Padre calabrese e madre romana, Macri entra nella Casa Rosada e vuole sconfiggere la povertà, dopo anni di peronismo e poi di kirchnerismo. Sorpresa che mesi fa nella vigilia delle elezioni non sarebbe stata paventata.

Il Corriere della Sera apre con i fatti di Bruxelles e racconta la lunga notte di paura che ha portato agli arresti di alcune cellule dell’ISIS. Salah braccato. Anche La Stampa in prima pagina parla del blitz di Bruxelles e spiega le misure di sicurezza messe in atto dal governo. Il Gazzettino, invece, omaggia Valeria Soresin e racconta il suo ritorno a Venezia. Anche Il Messaggero apre con il blitz di Bruxelles soffermandosi, però, sulla fuga del terrorista Salah Abdeslam.

Enorme operazione di sicurezza nel centro di Bruxelles con al guerra al terrorismo che continua in un week-end ad altissima allerta in tutta la capitale e nella periferia di Molenbeek. Ufficialmente si cerca Salah Abdeslam ma di fatto si cerca di stanare tutte le cellule dormienti di Isis con un numero altissimo di foreign fighters che negli scorsi mesi sono arrivati da Siria e Iraq che rappresentano una minaccia costante per l’intera popolazione europea dopo gli attentati di Parigi. Nella nottata è scattata l’operazione a La Grande Place di Bruxelles, la zona della stazione e l’Hotel Radisson Blu della capitale del Belgio. I clienti dell’albergo – la cui catena a Bamako ricordiamo essere stata teatro della strage in Mali di giovedì scorso – non sono stati fatti uscire dalle stanze per il timore di attentati e la città intera era in preda al panico. Strade bloccate e barriere chiodate a terra con autobus di traverso per bloccare le strade.

Bruxelles è ormai blindata da tre giorni per paura degli attentati di Salah Abdeslam che viene dato in fuga proprio nella capitale belga con una cintura esplosiva pronta a scattare e con anche un complice appresso. È intervenuto il Ministro dell’Interno e vice premier Jan Jambon per emettere parole ferme contro la minaccia terroristica: «Seguiamo la situazione minuto per minuto. Il livello di allerta sarà ridotto quando sarà ridotta la minaccia considerata reale e credibile». Importanti misure di sicurezza sono state prese con il livello di sicurezza elevato alla massima potenza come in Francia, il tutto nove giorni dopo il terribile attentato di Parigi dello scorso 13 novembre. «Cerchiamo molteplici sospetti e non solo Salah, per questo abbiamo preso tutta questa concentrazione di risorse». Un altro terrorista cercato è un sospetto complice di Jihadi John, il boia dell’Isis che dopo l’addestramento è tornato in Belgio per portare la guerra all’occidente e ai miscredenti.

Bruxelles blindata da giorni, guerra al terrorismo iniziata e allerta altissima: eppure il Parlamento Europeo, la Commissione e il Consiglio, ovvero gli organi direttivi dell’Europa tutti con sede nella capitale del Belgio, nonostante tutto quanto sta succedendo, continua i lavori anche oggi come sono andati avanti nel week-end. Il governo ha ribadito che i lavori continuano anche se il Parlamento si trasferisce solo per questa settimana a Strasburgo per la sessione plenaria ma comunque gli uffici di Bruxelles non vengono chiusi. Questa mattina è stata confermata la riunione dei ministri delle politiche giovanili, dell’Educazione, della Cultura e dello Sport, dalle dieci in poi. Si prova la normalità, sopratutto si tenta di non rimanere vittima del terrore: il rischio c’è, la vita però deve andare avanti e il Belgio sta provando a farlo in queste ore difficili.

Bruxelles blindata da giorni, guerra al terrorismo iniziata e allerta altissima: eppure il Parlamento Europeo, la Commissione e il Consiglio, ovvero gli organi direttivi dell’Europa tutti con sede nella capitale del Belgio, nonostante tutto quanto sta succedendo, continua i lavori anche oggi come sono andati avanti nel week-end. Il governo ha ribadito che i lavori continuano anche se il Parlamento si trasferisce solo per questa settimana a Strasburgo per la sessione plenaria ma comunque gli uffici di Bruxelles non vengono chiusi. Questa mattina è stata confermata la riunione dei ministri delle politiche giovanili, dell’Educazione, della Cultura e dello Sport, dalle dieci in poi. Si prova la normalità, sopratutto si tenta di non rimanere vittima del terrore: il rischio c’è, la vita però deve andare avanti e il Belgio sta provando a farlo in queste ore difficili.

A Parigi, la popolazione cerca di tornare alla normalità in questi di altissima paura ancora per il terrorismo: ma l’Isis ha mostrato un nuovo filmato che vede la Tour Eiffel come un possibile obbiettivo sensibile. Ma i Francesi cercano di reagire e, alla nuova minaccia, rispondono riprendendo in mano la loro vita. Parla per la prima volta la band Californiana che stava suonando nel Bataclan durante l’attacco dei terroristi: raccontano i rockettari che i ragazzi presenti al concerto si sono nascosti nei loro camerini ma sono stati raggiunti dai terroristi che avrebbero ucciso chiunque avessero a tiro.

Davanti a una piazza San Pietro blindata, il Papa ieri ha chiesto tenerezza, comprensione e misericordia difronte a un potere che offende il mondo. Le file si creano ai varchi di accesso per i controlli delle forze dell’ordine, ma ciò non ha fermato i fedeli. A pochissimi giorni dall’inizio del Giubileo, Roma è davvero blindata ma il Papa non teme l’attacco, prega per la misericordia di tutti e invita al dialogo oltre ogni immaginabile scontro. Intanto il ministro degli interni Angelino Alfano ha rassicurato sulla presenza massiccia delle forze militari nei punti più sensibili in Italia, che porterà fino a duemila agenti in più nella capitale. Espulso il tunisino che aveva annunciato un attentato per il prossimo dicembre. In Italia l’allerta è altissima e molte chiamate denunciano numerosi falsi allarmi.

Per sconfiggere il terrorismo, spiega Berlusconi, serve una grande coalizione guidata dall’Onu. Gli Italiani, spiega il Cavaliere, hanno paura anche per i furti nelle case e accusa il governo di tagliare i fondi alle forze dell’ordine. Accuse anche per il Premier Renzi, colpevole di non essere stato eletto dal popolo, e di aver creato un sistema attorno a sé che ricorderebbe quello di un regime. Il tutto detto alla scuola di formazione politica della Lega Nord. Ha ribadito inoltre Berlusconi che il cartello elettorale con Salvini e Meloni si farà e solo così il centrodestra potrà davvero battere Pd renziano.

Partita la corsa alle candidature, anche se mancano ancora molti mesi alle amministrative. Bassolino cercherà il tris da sindaco di Napoli. A Torino si punta su Fassino, sindaco uscente, che troverà la concorrenza di sinistra con Giorgio Airaudo. A Milano si punta su Sala, commissario EXPO, fronteggiato da Sallusti per il centro destra. Giorgia Meloni sta riflettendo se correre come primo cittadino a Roma, ma qui il Movimento Cinque Stelle potrebbe essere l’indiscusso protagonista.