Un altro atto di terrorismo in Francia? Le notizie che stanno arrivando dai media parlano di alcuni ostaggi a Roubaix, una cittadina del Nord della Francia (nella regione del Nord-Passo di Calais) molto vicina al confine con il Belgio – Paese nel quale l’allarme terrorismo è a livelli massimi. I-tele – notizia ripresa anche da Repubblica – ha parlato di uno scontro a fuoco tra le forze di polizia e uomini armati che, asserragliati all’interno di un edificio, avrebbero preso alcuni ostaggi; fonti mediche sostengono che ci siano “alcuni feriti”, mentre Le Figaro ha riportato fonti di polizia che hanno parlato di un direttore di banca e i suoi familiari per quanto riguarda gli ostaggi. Va ricordato che soltanto poche ore fa in Belgio era stato spiccato un mandato di cattura per Mohamed Abrini “armato e pericoloso”; un uomo che lo scorso 11 novembre, due giorni prima degli attentati di Parigi, era stato filmato mentre si trovava in auto con Salah Abdeslam (l’uomo che sarebbe sfuggito alla polizia la sera del 13 novembre, e che da Parigi si sarebbe rifugiato in Belgio). Ora si sospetta che i due ricercati, almeno questo riportano le notizie, potrebbero essere i protagonisti dell’assedio in corso a Roubaix. Le ultime notizie però sembrano concordi nel ritenere l’attacco una “semplice” rapina e non un atto terroristico. Vi terremo informati degli aggiornamenti con le notizie dell’ultim’ora.
L’escalation di oggi fa pensare più a scenari di guerra che non a vari e ripetuti incidenti diplomatici che pure si sono succeduti nella giornata: con l’abbattimento del jet russo, i rapporti tra Turchia e Russia sono ai minimi storici, visto che l’ordine del missile è arrivato direttamente da Ankara. Ma ora emergono altri fatti inquietanti che raccontano come la situazione in Siria sia molto più complessa della semplicistica ricostruzione di un Paese diviso in due tra Isis e Assad. Troppo spesso ci si dimentica dei ribelli siriani che di fatto osteggiano il regime e non sono alle dipendenze del Daesh: tali ribelli oggi sono balzati alle cronache avendo prima ucciso i due piloti del jet russo che si erano paracaduti dopo essere stati colpiti dal missile in volo, e in seguito hanno abbattuto anche l’elicottero mandato da Mosca in ricognizione per cercare i piloti. Si tratta un elicottero russo Mi-8, colpito a fuoco e con un altro soldato russo ucciso, ad annunciarlo è il Cremlino citato da Russia Today.
Non c’è pace in questi giorni con crisi internazionali di grossa portata, come quello tra Russia e Turchia di oggi, ma sopratutto del pericolo terrorismo: un attentato è infatti stato effettuato pochi minuti fa a Tunisi, nel centro della capitale tunisina contro l’autobus che trasportava le guardie presidenziali. Le prime testimonianze parlano di una fortissima esplosione vicinissima a dove passava il bus, ovvero nella centralissima Avenue Mohamed V di Tunisi (tra l’altra molto prossima all’ex sede del partito del presidente Ben Ali, l’RCD). Purtroppo ci sono già molti morti, almeno 11, e parecchi feriti: non si riesce ancora a capire se la bomba fosse a bordo del bus presidenziale o se invece sia stata lanciata dall’esterno. Sta di fatto che la Tunisia, a pochi mesi dalla tragedia del museo del Bardo ritorna nel vortice del terrorismo come tutto il mondo in questo momento: 22 morti al museo e 38 sulle spiagge di Sousse pochi mesi fa e ora l’attacco di oggi. La situazione è davvero di altissima tensione.
Incredibile come dopo sole poche ore da un fatto già gli scenari si preannunciano di guerra: l’aereo abbattuto stamani sul confine tra Turchia e Siria era russo e subito si è scatenato il putiferio a livello mondiale con la crisi diplomatica tra i due paesi che stanno notevolmente peggiorando la già difficile situazione internazionale per il terrorismo e la lotta allo Stato Islamico. La Russia consiglia ai cittadini di non viaggiare verso la Turchia, si litiga sulla posizione dell’aereo nel momento del missile lanciato dai turchi, se fosse o meno nello spazio aereo di Ankara, e poi resta il problema più drammatico, ovvero quello dei piloti. La notizia purtroppo ora è ufficiale: entrambi i piloti del jet russo Sukhoi sono stati uccisi mentre si stavano paracadutando dopo essere stati colpiti sull’aereo. Ma gli autori dell’esecuzione non è l’esercito regolare turco bensì le forze turcomanne dei ribelli anti-Assad presenti al confine siriano: lo afferma in prima persona Alpasam Celik, capo dei ribelli, che ha dato l’ordine di uccidere i due uomini prima ancora che atterrassero con il paracadute. La situazione, come dicevamo, è tutt’altro che semplice.
Molti importanti le parole che giungono poco fa tramite l’agenzia Ansa che ha intervistato in esclusiva l’inviato dell’ONU, Martin Kobler, il quale ha affermato senza mezzi termini che è «l’Isis la minaccia più grave perché il pericolo cresce ogni giorno». Un pericolo che sta portano lo stesso Kobler a spegnere tramite la comunità internazionale per un accordo decisivo tra tutte le parti che combattono in Libia nel post Gheddafi in modo da potersi unire finalmente contro lo Stato Islamico. In tutto questo secondo l’inviato ONU, l’Italia dovrà e potrà avere un ruolo importante nel processo di pace in Libia perché è un Paese vicino e anche per le storie passate in comune, anche se «la Libia deve poi essere lasciata ai libici». In conclusione ribadisce poi come ogni giorno che passa senza accordo sia sempre peggio con Tripoli e Tobruk che si vedono sempre più minacciati dal Daesh.
Un consiglio straordinario della Nato è stato convocato per questo pomeriggio per cercare di trovare una soluzione allo scontro diplomatico sorto dopo che l’aviazione turca ha abbattuto in Siria un jet russo reo di aver violato la spazio aereo di Ankara. La notizia della riunione staordinaria da parte dell’Alleanza Atlantica è stata annunciata dall’Ansa che cità “fonti qualificate che specificano come la riunione avrà scopo informativo”. Le stesse fonti assicurano che la Turchia non si è appellata all’articolo 4 del Patto Atlantico, che suggerisce consultazioni in caso di minacce “all’integrità territoriale, all’indipendenza o alla sicurezza“.
Tra le tante informazioni rivelatesi infondate, questa rischia di essere una delle bufale più clamorose collegate agli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre: le foto pubblicate dai media di mezzo mondo, che ritraevano all’apparenza Hasna Ait Boulahcen, prima donna kamikaze ad essersi fatta esplodere in Europa intenta a fare il bagno in una vasca con espressione assorta sono dei falsi. A denunciarlo è stata Nabila Bakkatha, donna marocchina che dopo essersi riconosciuta negli scatti pubblicati da giornali come “Daily Mail” e “The New York Post“, ha contattato il sito d’informazione del Marocco Alyaoum24.com spiegando che quelle foto erano state vendute per vendetta da un’amica del passato in cerca di vendetta per alcune incomprensioni con la diretta interessata. Ecco il racconto di Nabila alla Cnn:”Mi chiama un amico e mi dice che la mia foto è sulle prime pagine di numerosi quotidiani. La mia famiglia è stata a lungo sotto shock e alcuni parenti non mi parlano più. La mia vita è cambiata drasticamente, non vado più al lavoro e ho paura che quelle foto mi daranno non pochi problemi se viaggerò in Francia“
Come si poteva immaginare, lo scontro diplomatico tra Turchia e Russia dopo il fattaccio di questa mattina sta divampando: come spiegato più sotto, l’abbattimento del velivolo russo sopra i cieli della Siria sul confine turco, azionato dai missili dello stato di Erdogan, sta davvero creando un putiferio a livello internazionale. È da poco intervenuto anche il presidente della Russia, Vladimir Putin, che infuriato per la vicenda – e anche per l’uccisione di uno dei piloti una volta atterrato a terra con il paracadute – ha dichiarato quanto segue: «è una pugnalata alle spalle che avrà serie conseguenze nelle relazioni con la Turchia, oltre che i piloti russi non rappresentavano una minaccia». Si attendono le risposte della Turchia che invece ha affermato fin dal primo momento della tragedia che l’aereo russo aveva più volte ignorato i richiami dei turchi via radio che intimavano di allontanarsi dallo spazio aereo turco.
Ahmed Mohamed, il quattordicenne arrestato per aver costruito un orologio che però era stato scambiato per una bomba dai professori della sua scuola in Texas, ha chiesto quindici milioni di euro di risarcimento e le scuse pubbliche degli Stati Uniti. Lo hanno fatto sapere i legali della famiglia del giovane, sottolineando che “la reputazione di Ahmed presso la comunità globale è permanentemente danneggiata”. Il ragazzo, si legge ancora nel testo degli avvocati, “non ha arrecato danno a nessuno e mai ci ha nemmeno pensato. L’unico che quel giorno ha subito un danno è Ahmed stesso e non certo per incompetenza di chi lo ha portato all’arresto: tutte le persone coinvolte nella vicenda sapevano cosa facevano, semplicemente hanno deciso di non rispettare i diritti del ragazzo”. In particolare, dieci milioni sono stati chiesti alla città di Irvin, in Texas, e altri cinque all’istituto scolastico. Clicca qui per approfondire la notizia
Non era esattamente quanto serviva in questo momento una ulteriore crisi diplomatica e politica tra due Paesi importanti come la Turchia e la Russia in un momento di già gravissima tensione a livello internazionale per il rischio terrorismo. Il jet russo abbattuto in mattina nei cieli tra il confine siriano e quello turco, sta creando pesanti conseguenze prima di tutto diplomatiche tra i due stati che sono in forte presenza sul suolo siriano per varie battaglie non solo contro l’Isis – ricordiamo come l’esercito turco stia bombardando da mesi i curdi del PKK più che lo Stato Islamico. Purtroppo uno dei due piloti è rimasto ucciso dopo esserci lanciato dal paracadute dell’aereo in fiamme: nel momento dell’atterraggio di fortuna è stato ucciso dai ribelli siriani anti-Assad, riportano alcune fonti agenzie internazionali, come la reuters che hanno ricevuto da quel gruppo di ribelli un video con il corpo del soldato russo gravemente ferito alla testa circondato dai ribelli anti-Assad al grido inquietante di Allah Akhbar, il consueto urlo dei fondamentalisti islamici. Il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, ha definito molto serio l’incidente capitato questa mattina dove la Turchia continua a tenere la linea dell’abbattimento perché l’aereo avrebbe violato lo spazio aereo russo, mentre il Cremlino afferma come il velivolo era ancora in territorio siriano. Clicca qui per tutti i dettagli e gli aggiornamenti sull’aereo abbattuto
Sono in corso in questo momento i funerali di stato per Valeria Solesin, la ragazza italiana tra gli 89 morti del massacro al Teatro Bataclan di Parigi lo scorso 13 novembre: la dottoranda italiana era al concerto quando sono entrati gli attentatore che l’hanno colpita con una scarica di mitragliata. Il fidanzato Andrea e gli amici che erano con lei non sono riusciti a salvarla, troppo gravi le ferite: oggi Venezia si ferma per un giorno con la celebrazione del rito civile e laico in Piazza San Marco per volere dei suoi genitori. Il Presidente della Repubblica Mattarella, presente a Venezia – luogo d’origine di Valeria – ha indetto i funerali di stato per un simbolo italiano caduto per una guerra insensata del terrorismo islamista. Durante il rito civile in corso ora, interverranno con tre interventi il rabbino capo, il Patriarca cattolico e l’Imam di Venezia, e poi anche lo stesso Mattarella e i vari componenti della famiglia, ikl sindaco Brugnaro e il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Clicca qui per seguire tutti i dettagli e la diretta streaming dei funerali di Valeria Solesin.
La tensione e il livello del pericolo che si respira in questi tempi è altissimi e gli scenari da guerra sono sempre più reali purtroppo: poche ore fa la CNN turca ha dato notizia di un aereo abbattuto in Siria vicino al confine con la Turchia. Ad abbatterlo sono stati i caccia F16 di Ankara che affermano come l’aereo di nazionalità ancora sconosciuta sia stato fermato perché aveva violato i confini turchi dopo aver ignorato ripetuti avvertimenti. Esplosione impressionante che è stata avvertita e vista a molti testimoni, che raccontano di una scia di fuoco che molto velocemente si è diretta verso terra schiantandosi sulle montagne turcomanne in territorio siriano, vicino al villaggio di Yamadi a nord di Latakia, dove tra l’altro hanno base i jet russi impegnati nei bombardamenti contro la Siria dello Stato Islamico in questi ultimi giorni. Altri testimoni intervistati dalla CNN turca giurano di aver visto i due piloti lanciarsi fuori dall’aereo in fiamme con il paracadute e dunque dovrebbero essere salvi. Giugnono in questo momento dalla Russia la conferma che l’aereo abbattuto era proprio russo e che l’ordine è arrivato dal premier turco. Guerra non è più una parola inventata per questo periodo della storia europea e mondiale. Clicca qui per tutti i dettagli e gli aggiornamenti sull’aereo abbattuto
Il dipartimento di Stato americano ha lanciato un’allerta mondiale sui viaggi: la decisione, dovuta all’escalation di attentati terroristici avvenuti in questi giorni, vede la scadenza fissata al 24 febbraio 2016, ma non è escluso che possa slittare ulteriormente. Nel comunicato diramato dalle autorità americane, vengono citati come fonti di maggior pericolo i gruppi di terroristici dell’Isis di Boko Haram e di Al Qaeda. Il dipartimento di Stato statunitense, come riportato dall’Ansa, parla di probabili attacchi “che possono impiegare una vasta gamma di tattiche, con l’utilizzo di armi convenzionali e non convenzionali ed avere come obiettivi interessi sia pubblici sia privati“. Gli Stati Uniti hanno infine tenuto a sottolineare la minaccia proveniente dal rientro in patria da Iraq e Siria dei cosiddetti foreign fighters, senza escludere che “lupi solitari” possano decidere di entrare in azione pur senza avere alcun legame con le organizzazioni terroristiche sopra citate.
Una città paralizzata e lo sarà per almeno altri sette giorni: dopo tre giorni in cui la capitale del Belgio, Bruxelles viene blindata per il rischio altissimo di attacchi terroristici, continua lo stato d’assedio contro le cellule Isis che, forse colpevolmente, solo ora dopo gli attacchi di Parigi vengono ricercate con insistenza. Ma il lavoro non è ancora finito, riferisce il ministro dell’Interno belga, anche se la vita economica e sociale deve continuare ovviamente: la città però nello stesso tempo resta ancora in allerta 4, ovvero il massimo grado, fino a lunedì prossimo confermando di fatto lo stato di coprifuoco ufficiale per tutta la zona della capitale. Lo ha confermato il premier Charles Michel spiegando che «ci sono minacce serie e imminenti per Bruxelles, ma nonostante questo a partire da domani gradualmente riapriranno tutte le scuole».
Continua la massima allerta fino a lunedì, è questa la decisione del governo per quanto riguarda la situazione a Bruxelles: è livello quattro nella capitale, mentre persiste il livello tre di allerta nel resto del Belgio. Nella conferenza stampa avvenuta in serata, il primo ministro ha ribadito la chiusura, per motivi di sicurezza, delle scuole, delle metro e dei centri commerciali, scusandosi con i cittadini per la situazione di grande disagio. Intanto continua la caccia all’uomo: nonostante i vari avvistamenti, Salah Abdeslam, responsabile degli attentati a Parigi, risulta per il momento introvabile. L’avvocato di Mohamed Abdeslam, fratello del ricercato, lancia l’appello: Salah dovrebbe costituirsi, come anche afferma la sua famiglia. Dove sia ormai è la domanda che si pone l’intero corpo poliziesco e dell’intelligence europeo, il timore è che l’Isis lo trovi prima e lo punisca per il mancato suicidio a Parigi in quella maledetta.
Secondo fonti di stampa arabe la Russia avrebbe portato già truppe di terra in Siria, oltre alle già presenti navi con missili puntati e attivi in questi giorni di lotta al terrorismo dello Stato Islamico. Il giornale del Kuwait, Arrai, sostiene che i soldati russi hanno l’appoggio dei carri armati e del supporto aereo che consentono alle numerose truppe di terra di bersagliare sempre più postazioni del Daesh. Manca l’ufficialità ma è molto probabile secondo altre fonti di intelligence che la cosa si effettivamente come scrive il giornale arabo. Le forze in campo schierate dalla Russia sono ingenti ed è stato il primo Paese ad accogliere l’invito della Francia dopo gli attentati che hanno sancito una nuova pagina di lotta al terrorismo come forse mai prima d’ora.
In un quartiere di Parigi, il Montrouge, è stata ritrovata in un cestino una cintura esplosiva inutilizzata. La cintura, senza detonatore, possiede una doppia carica ed è composta da bulloni e perossido di azoto: si tratta della stessa fattura degli esplosivi utilizzati a Parigi, negli attentati di venerdì tredici novembre. È proprio per questo che la cintura potrebbe appartenere al ricercato Salah Abdeslam: nella stessa zona, è stato rivelato l’agganciamento a una cellula da parte del cellulare del terrorista. La zona continua a essere bloccata. Intanto, sorge in Francia un sentimento di paura verso gli islamici: le domande di arruolamento nell’esercito sono aumentate e, nell’ultimo periodo, sono stati ventiquattro gli atti aggressivi verso i musulmani. Molto pericoloso tutto quanto con la reazione e il senso di vendetta che la fanno da padroni: e questo è intollerabile tanto quanto il terrorismo perché non porta a nulla di buono.
Migliaia di veneziani in questi giorni hanno voluto portare l’ultimo saluto a Valeria Solesin, la ricercatrice ventottenne morta durante gli attentati a Parigi venerdì tredici novembre. Alla camera ardente per l’addio si sono anche recati il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e Amin Al Hadab, rabbino capo della Comunità Islamica di Venezia. Oggi alle 11 si svolgeranno i funerali di stato, a cui sarà presente il Presidente della Repubblica Mattarella e gran parte delle massime cariche dello stato italiano. Una cerimonia pubblica e civile per volontà della famiglia di Valeria che non volevano una cerimonia particolare ma solo laica.
Le temperature primaverili hanno definitivamente lasciato il nostro territorio. L’Italia è stata colta all’improvviso dall’inverno: neve a Bergamo e sull’Appennino Centrale, è la prima nevicata di questa stagione. Sul Monte Rosa, le temperature hanno raggiunto i trenta gradi sotto zero. Nella provincia di Macerata, un sessantunenne ha perso la vita a causa del ghiaccio: ha perso il controllo del suo veicolo, cadendo in un canalone. Sempre per colpa del ghiaccio, ci sono stati ritardi per il sistema ferroviario. Dopo trentadue ore di blocco, i collegamenti tra Napoli e Capri sono stati ripristinati.