Polemiche dall apolitici alla semplice popolazione di Rozzano per il caso della scuola elementare il cui preside ha vietato i canti religiosi in vista del Natale per non urtare le sensibilità dei bambini che non condividono la religione cristiana. Putiferio sull’intera vicenda con i commenti della politica, da Matteo Salvini e Forza Italia, che hanno spinto subito allo scandalo, paragonando questa situazione a quella della mancata integrazione in Francia che ha generato il clima che stiamo subendo tutti in questi giorni post attentati di Parigi. Intervistato dai colleghi del Corriere, il preside ha riferito di ave rifiutato la proposta di due mamme che gli avevano chiesto di poter insegnare durante la pausa pranzo alcune canzoni di Natale alle classi visto che non c’erano iniziative da parte della scuola, oltre alla Festa d’Inverno come ormai viene rinominata in molte scuole statali. «Dopo Parigi i canti religiosi? Ho pensato in effetti che potevano essere una provocazione addirittura pericolosa», questo il commento del preside. Genitori in rivolta, alcuni richiedono l’intervento diretto di Salvini nella scuola altri e rivendicano la possibilità di trasmettere a scuola le tradizioni del popolo italiano. Clicca qui per vedere l’intervista completa al preside della scuola di Rozzano.
La notizia è di quelle forti e riguarda un caso ancora di stretta attualità: Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda che un mese fa ha ucciso un ladro che stava per entrare in casa sua, sarà candidato come consigliere comunale nelle liste di Forza Italia per le prossime elezioni amministrative. Annunciato oggi a Palazzo Marino con l’incontro dei capogruppo del partito di Silvio Berlusconi, il pensionato ha affermato nel suo presentare la candidatura: «Ho molta stima per Berlusconi, dopo tutto quello che ha passato ha deciso di rimanere in politica perché gli sta a cuore il bene del paese, credo che l’Italia vada gestita come un’azienda». Il punto forte della sua candidatura rimane comunque la sicurezza, vista anche la sua recentissima storia: «Lavoriamo sulla proprietà che è sacrosanto diritto da difendere, questo non vuol dire che tutti devono avere armi, ma a chi le sa gestire. In Italia non c’è sicurezza serve fare qualcosa al più presto, faccio un appello anche al ministro Alfano e gli dico che serve fare un rastrellamento del Paese da nord a sud, perché tutti qui entrano senza controlli».
Continua il processo con rito abbreviato per il caso della coppia dell’acido di Milano, Alexander Boettcher e Martina Levato, e sono arrivate poco fa le richieste di accusa del Pubblico Ministero: Marcello Musso, pm di Milano, ha chiesto 20 anni di condanna per Martina Levato, sotto processo per le aggressioni con l’acido a Stefano Savi e Giuliano Carparelli – ricordiamo che per quella allo studente Pietro Barbini è già stata condannata a 14 anni assieme al suo compagno Boettcher. Sono invece 14 anni di carcere che vengono chiesti sempre dal pm per Andrea Magnani, il complice della coppia: queste pene richieste vale la pena ricordarlo sono già scontate di un terzo per come è previsto in Italia il rito abbreviato. Per queste due aggressioni invece l’amante di Martina, Alessandro, è già sotto processo ma senza rito abbreviato.
Passati forse in secondo piano nei giorni scorsi gli arresti dei ragazzi siriani sia all’aeroporto di Fiumicino che a quello di Orio al Serio, con i 4 arresti che sono avvenuti per documenti falsi e possibili legami con il terrorismo di matrice islamica. E oggi arriva la conferma con le prime parole nell’interrogatorio di uno di questi ragazzi siriani, fermato allo scalo lombardo: si chiama Alali Faowaz, stava partendo per Malta con documenti falsi e con immagini sul telefonino che riguardavano l’Isis e così infatti ammette il ragazzo che dice anche come vorrebbe andare in televisione per dire che sono dei fanatici quelli dello Stato islamico e non bisogna cadere in tentazione. Lo dice per esperienza visto che dopo due anni vissuti in Grecia dove ha fatto anche il calciatore, è tornato nel suo paese, Raqqa in Siria a fare il barbiere ma poi è arrivato l’Isis che ha imposto la svaria per tutti. «O si lavorava per loro o non si lavorava, avevano messo dei cartelli per strada su sui indicare il proprio nome e attendere l’occupazione affidata, e io scelsi quella di poliziotto di strada. Mi hanno messo ad un incrocio a controllarlo ma sono finito nei guai e sono stato accusato di corruzione». L’Isis gli ha dato una maxi mula e 100 frustate e a quel punto è scappato lontano. Rimangono oscuri alcuni punti ma la storia comunque nutre aspetti inquietanti, come tanti di questi ultimi tempi.
Dopo le misure prese dal comune di Roma in vista del Giubileo con le nuove ordinanze del Commissario Tronca sul decoro urbano in vigore da ieri, subito il Colosseo diventa teatro di una clamorosa protesta con la minaccia di un uomo di buttarsi giù dal simbolo della Roma antica. La minaccia del suicidio è ancora in corso con l’uomo, Franco Magni proprietario della Sp. Q.R. Special quality Rome, che lamenta le nuove misure contro i “centurioni” fuori dal Colosseo e altre misure prese a favore del decoro che secondo Magni sarebbero un disastro per la sua attività. «Sono imprenditore, ho oltre 20 dipendenti, siamo italiani e abbiamo il diritto dil lavorare» le parole da sopra il Colosseo. Ha minacciato di gettarsi nel vuoto e ha assicurata che farà lo sciopero della fame e della sete finche non viene lì anche il commissario del comune, Francesco Paolo Tronca. Per tutte le notizie nel dettaglio sulla situazione al Colosseo, clicca qui per l’approfondimento.
È cominciata da pochi minuti la cerimonia di commemorazione per le vittime di Parigi, che sta avvenendo a Les Invalides proprio nella capitale della Francia: un paese interno fermo, memore e ferito per gli attentati spregevoli del 13 novembre scorso e che forse hanno cambiato per sempre la storia di questo popolo e di tutta l’Europa. Davanti al presidente Francois Hollande, l’unico che interverrà con un discorso alla nazione, sono presenti tutte le forze politiche francesi, compreso il Front National con Marine Le Pen che invece durante la commemorazione per Charlie Hebdo aveva deciso di non prendere parte. Tutti, uniti contro la lotta al terrorismo e l’orrore per le 130 vittime occorse tra il teatro Bataclan, lo stadio e alcuni ristoranti del centro di Parigi. L’Italia ha deciso di seguire la diretta con la Rai protagonista: clicca qui per la diretta streaming della cerimonia e tutte le novità e i dettagli di questo evento.
Terzo giorno di viaggio in Africa per Papa Francesco che dopo aver fatto visita alla Bidonville di Nairobi in Kenya dimostra tutto il suo affetto reale e visibile per i poveri che incontra, per gli emarginati che qui sono davvero la maggioranza della popolazione e tuona contro corruzione e “valori” finti. «State attenti come in politica, in tutte le istituzioni, anche in Vaticano, la corruzione esiste: sembra dolce, come lo zucchero, ci piace ma lentamente ci distrugge il cuore, la gioia e ci toglie definitivamente la pace. Non distruggiamoci, abbandoniamo la corruzione!». Durissimo e di continuo contro il malaffare e anche contro il terrorismo che viene visto com un altro, giustissimo, male da estirpare: «Il nostro Dio è Dio della pace, il suo santo nome non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza», tuona ancora il Papa. Chiusura dedicata sempre ai poveri, affermando che i finti valori portano al nulla mentre i «vostri valori non sono quotabili in borsa e valgono infinitamente di più».
Notizie molto importanti arrivano dal vertice anti terrorismo svoltosi tra il Ministro di Grazia e Giustizia Orlando, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il procuratore generale della Corte di Cassazione Pasquale Ciccolo, il procuratore generale di Roma Giovanni Salvi, il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e il membro nazionale designato di Eurojust Filippo Spiezia. Un pacchetto di misure decisamente importante, finanziato da 150 milioni di euro, e per la gran parte basato sulla prevenzione – che si legge intercettazioni. In particolare il ministro Orlando ha sottolineato che ci sarà un “monitoraggio costante”, anche legato a chat istantanee collegate a diversi dispositivi come la Playstation, ma anche sistemi di condivisione file musicali.
Ieri è stato espulso un marocchino di 35 anni che viveva a Milano. Lo ha annunciato il ministro dell’interno Angelino Alfano, alla trasmissione Virus su Rai2. Con quello di oggi – ha puntualizzato Alfano – gli espulsi dalla fine dello scorso anno sono diventati 61. E se da un lato il Ministro celebra questo evento con grande soddisfazione, in studio si accende il dibattito sull’efficacia di questi provvedimenti e sull’affievolimento dei diritti per chi ora solo per un sospetto può essere allontanato dal nostro paese senza aver commesso alcun reato. E proprio parlando dell’accentuato ricorso allo strumento dell’espulsione, per quanto riguarda i sospetti jihadisti, Alfano ha riconosciuto che c’è un affievolimento delle garanzie. Ma, ha sottolineato, “meglio il rimorso di aver espulso uno che non era un radicalizzato piuttosto che tenere in casa uno che magari ti mette una bomba”.
Otto indagati con l’accusa di sequestro di persona in relazione al caso di Alma Shalabayeva, la donna moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov espulsa dall’Italia nel 2013. Gli uomini della Mobile e dell’Ufficio Stranieri si presentarono nella notte del 29 maggio del 2013, insieme ad altri agenti, nella villa di Alma Shalabayeva a Casal Palocco, con un mandato di cattura dello Stato kazako rilanciato dall’Interpol. La cassazione successivamente ha però stabilito che che madre e figlia non dovevano essere espulse dall’Italia, il governo annullò il decreto di espulsione, ma non ci fu nulla da fare. Oggi diversi organi di stampa danno notizia delle indagini a carico di giudici ed esponenti a vario titolo delle forze dell’ordine che erano a diversi livelli implicati nell’operazione.
Tesissima la situazione all’interno del Partito Democratico nei riguardi delle elezioni amministrative. Il caso di Napoli sta prendendo pieghe e contorni grotteschi con il panico seminato in giornata dalla voci che davano anche il Nuovo Centro Destra come possibile partecipante (e non occultamente) alle primarie del Pd. Uno strumento che ha fin da subito dato grandissima visibilità al partito democratico nelle ultime elezioni, ma che ora – diventato partito di governo – preferirebbe non avere più. Roberto Speranza è parso uno dei più “agitati” rispetto all’ipotesi di una partecipazione dell’NCD alle primarie, mentre Renzi, sornione, ha aspettato che la bolla di sapone scoppiasse da sola, come sembra fare intendere una dichiarazione di Maurizio Lupi che esclude categoricamente questa ipotesi, anche se con parole che hanno sembrato lanciare più di un messaggio trasversale a chi ha orecchie per intendere. (V.C.)