Rappresenta una delle notizie più importanti e allo stesso tempo più sconvolgenti della giornata quella dell’uccisione di Tahir Elci, capo degli avvocati curdi ferito a morte dopo un incontro pubblico nella regione del Sur a Diyarbakir. Fin dalle prime ore successive alla morte di Tahir Elci, arrestato e rilasciato il mese scorso dopo aver definito il Pkk un’organizzazione non terroristica in netta contrapposizione rispetto al governo di Ankara, sono state diffuse in rete le immagini dei momenti immediatamente precedenti l’uccisione dell’avvocato: ecco il video shock che ritrae l’uomo durante il conflitto a fuoco. Clicca qui per vederlo: immagini forti!
Momenti di grande tensione ad Istanbul in seguito all’uccisione di Tahir Elci, il capo degli avvocati curdi rimasto ucciso durante una sparatoria verificatasi dopo una conferenza pubblica a Diyarbakir. Come riportato da Tgcom 24, la polizia ha dapprima caricato e poi disperso con l’uso di cannoni ad acqua una folla di manifestanti riunitasi su viale Istiklal, in pieno centro, per dare vita ad un corteo commemorativo della figura di Tahir Elci. L’uomo, in attesa di giudizio dopo il rilascio seguito all’arresto scaturito il mese scorso dopo alcune frasi pronunciate in tv in cui definiva il Pkk un’organizzazione “non terroristica” a differenza di quanto ritenuto dal governo di Ankara, è stato definito dall’ambasciatore statunitense John Bass “campione di quanti cercano un futuro in cui i cittadini possano vivere in pace e dignità”. Nel frattempo cominciano ad arrivare dettagli aggiuntivi sulla dinamica della sparatoria: secondo il ministro dell’Interno turco, i colpi di pistola sarebbero arrivati da un’automobile.
Grande paura in questi minuti a Bruxelles per un allarme provocato da una borsa abbandonata su un autobus della linea 14 all’altezza della fermata Simonis a Koekelber. Come riportato da Rtl, dalla borsa in questione sarebbe fuoriuscita della polvere bianca che ha creato irritazione agli occhi di tre passeggeri dell’autobus e del conducente, avvicinatisi per accertarsi del contenuto della borsa. Stessa sorte è capitata ad un poliziotto giunto sul posto: nel frattempo l’intera zona è stata perimetrata dalle forze dell’ordine che stanno effettuando tutti i rilievi del caso nella speranza di escludere il principale timore dei cittadini belgi ed europei: un attacco chimico attribuibile all’Isis.
Tahir Elci, capo dell’associazione degli avvocati di Diyarbakir a maggioranza curda, è stato ucciso questa mattina nel corso di una sparatoria avvenuta a margine di un incontro pubblico nello storico distretto del Sur a Diyarbakir. Elci, era stato arrestato e rilasciato il mese scorso in attesa di essere giudicato da un tribunale turco per le esternazioni fatte in tv in cui dichiarava di non ritenere il Pkk un’organizzazione terroristica al contrario di quanto sostenuto dal governo di Ankara. Durante il conflitto a fuoco, un poliziotto è rimasto ucciso e altri tre sono stati feriti. Il presidente Tayyip Erdogan ha così commentato l’accaduto:”Ho appena saputo che il presidente dell’Associazione degli avvocati Tahir Elci è morto e che un poliziotto è stato ucciso. Questo incidente mostra quanto sia nel giusto la Turchia nella sua lotta determinata contro il terrorismo“.
Robert Lewis Dear, l’uomo di 59 anni che ha fatto irruzione in un consultorio per la pianificazione familiare a Colorado Springs, negli Stati Uniti, apparterrebbe al Ku Klux Klan. Come riportato da Tgcom24, fonti locali sottolineano il rapporto tra l’aggressore e l’organizzazione terroristica di stampo razziale: Dear sarebbe infatti un esponente di estrema destra, e non dovrebbe essere una scelta casuale dunque quella di agire nella clinica Planned Parenthood, una struttura in cui vengono praticati degli aborti, ultimamente osteggiata con veemenza dai movimenti pro-vita e dai repubblicani più conservatori. Lewis Dear, stando ai racconti dei sopravvissuti, al momento dell’irruzione portava capelli rasati e pantaloni militari: la polizia per il momento ha deciso di mantenere stretto riserbo sui moventi dell’attentato.
Una Parigi blindatissima è pronta ad accogliere oltre 150 leader mondiali per la cosiddetta Cop 21, la Conferenza Onu sul clima prevista nella zona del Bourget. Elevatissime le misure di sicurezza in tutta la capitale francese, con oltre 2500 tra uomini della gendarmeria e poliziotti che verranno schierati a sorveglianza degli obiettivi sensibili della città e a protezione dei capi di Stato provenienti da tutto il mondo. Saranno presenti in Francia il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama e quello della Russia Vladimir Putin, e sarà importante vedere se l’ex agente del Kgb scambierà qualche parola con il presidente turco Erdogan dopo la crisi diplomatica scoppiata per l’abbattimento di un jet russo in Siria da parte dell’aviazione di Ankara. Le forze dell’ordine francesi dovranno poi prestare un occhio di riguardo alle zone di commemorazione delle vittime degli attentati dello scorso 13 novembre, dal momento che sono già tanti i leader ad aver manifestato l’intenzione di omaggiare con la propria presenza i morti delle stragi dell’Isis. Infine il Ministero dell’Interno avrà il suo bel daffare a controllare le manifestazioni dei soliti black bloc decisi a manifestare per le vie di Parigi contro i potenti della Terra.
Un uomo armato ha fatto irruzione in un consultorio per la pianificazione familiare negli Stati Uniti d’America e per la precisione a Colorado Springs, uccidendo tre persone e ferendone altre nove. Il killer si chiama Robert Lewis Dear, di 59anni, ed è stato catturato dalla polizia dopo cinque ore dall’inizio di questo tragico evento che lo ha visto anche barricarsi all’interno della struttura. Le forze di polizia sono quindi riuscite a fare irruzione nel consultorio e ad acciuffare vivo Lewis. Come detto il bilancio è stato di tre morti, un agente di polizia e due civili, e da quanto si evince dalla ricostruzione, l’arresto è stato possibile grazie alle telecamere di sorveglianza che hanno consentito alla polizia di individuare il punto preciso dove l’uomo si era barricato. Infine, sembra che si tratti di un gesto estremo di un possibile attivista di movimenti pro – vita per cui molto critico rispetto agli aborti che all’interno del consultori vengono effettuati.
La notizia delle ultime ore riguarda Damasco. Il Ministro degli esteri francese ha palesato la possibilità di una collaborazione con le forze del regime di Bashar al-Assad nella lotta contro l’ISIS. Tale ipotesi è stata immediatamente sposata anche da Angela Merkel. Secondo Renzi invece, la lotta al terrorismo durerà a lungo e non ha senso bombardare senza una chiara strategia. Il premier difende la posizione dell’Italia ed aggiunge che “la Libia ha insegnato che è inutile bombardare senza pensare al dopo“. Gentiloni, inoltre, fa presente che il governo sta studiando nuove forme di collaborazione con la Francia. Il Ministro Pinotti spiega che con la Francia di Hollande non si è mai parlato di estendere la missione italiana in Libia anche in Siria.
La notizia è arrivata nella serata di ieri e si tratta della prima vera candidatura importante nel mondo della sinistra per la poltrona comunale più discussa e forse ambita d’Italia, quella di Roma: è Stefano Fassina, da poco fuoriuscito dal Pd che si candida a sindaco della Capitale all’interno del nuovo partito Sinistra Democratica. Presa forte di posizione dopo molti mesi a discutere nella minoranza dem del partito renziano e poi uscito per fondare nuovo movimento politico: l’intento di Fassina, dopo il disastro di Marino (e di alcune parti del Partito Dmeocrato) è quello di rilanciare la proposta di sinistra a Roma lontano dagli strascichi ancora legati a Ignazio Marino. «Sono qui per proporre la mia candidatura e un percorso partecipato, le mie priorità saranno la partecipazione e le periferie», ha detto Fassina presentando la sua candidatura nella sede di Ostia. «È ora di voltare pagina, di costruire insieme una proposta per la città: alternativa al Pd del Nazareno, in discontinuità», ha chiosato l’ex responsabile della politica economica del Pd.
Prosegue la crisi diplomatica tra Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, dopo l’abbattimento di un jet russo ad opera della Turchia nel confine con la Siria. Putin pretende le scuse da parte del presidente turco e non tralascia la possibilità di sanzioni economiche, accusando inoltre la Turchia di sostenere l’Isis in cambio di petrolio. Erdogan avvisa la Russia di non scherzare col fuoco, elencando le sue accuse contro Mosca. Lunedì prossimo si terrà la conferenza sul clima a Parigi e probabilmente ci saranno dei colloqui informali tra Putin ed Erdogan, mentre nella giornata di ieri si è arrivati anche all’accordo su di un incontro tra i rispettivi ministri degli esteri: si terrà il prossimo 4 dicembre a Belgrado, afferma in una nota il governo di Ankara.
Papa Francesco ha concluso il viaggio in Kenya e nel pomeriggio di ieri si è recato in Uganda: a contatto con i centomila abitanti della baraccopoli di Kangemi, ha dichiarato di sentirsi a casa. I presenti hanno mostrato, nonostante la loro difficile situazione di povertà, grande gioia e entusiasmo nei confronti del Pontefice. Bergoglio ha tenuto un appassionato discorso anche a Nairobi: l’Africa è colma di ricchezze da difendere, ha affermato il Papa, denunciando i criminali e la corruzione. Si avvicina sempre di più l’inizio del Giubileo, fissato dal Pontefice proprio qui in Africa, nella cattedrale di Bangui durante la sua terza ed ultima tappa qui nel continente nero, nella Repubblica Centroafricana.
Giuliano Poletti, ministro del lavoro, è stato protagonista di due equivoci che hanno suscitato polemica nel mondo del web e negli Atenei. Dopo le parole sconcertanti a proposito delle lauree, favorendo una laurea conseguita in fretta ma con voto basso, Poletti fa un’altra affermazione sugli orari di lavoro, considerati da lui come un parametro vecchio. In seguito, il ministro ha giustificato le sue parole spiegando che l’età media avanzata del conseguimento della laurea riduce le possibilità di lavoro, non volendo in questo modo sminuire i giovani italiani. Ha risposto a distanza il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a muso duro: «Bisogna smettere di scherzare quando si parla di temi del lavoro, bisogna ricordarsi che la maggior parte delle persone fa un lavoro faticoso, nelle catene di montaggio come le infermiere negli ospedali, dove il tempo è fondamentale per salvaguardare la loro condizione».
È stato finalmente firmato l’accordo di solidarietà intergenerazionale e di occupabilità tra il Gruppo Enel e sindacati Filcten-Cgil, Uiltec-Uil e Flaei-Cisl con un’intesa che assume questi contorni: ci saranno 3mila nuovi giovani assunti in azienda e il parallelo prepensionamento di 6mila lavoratori, spalmati nei prossimi cinque anni. «Con questo importante accordo si definisce nuovamente uno strumento che, in un contesto di forte difficoltà del settore e di sua profonda trasformazione, permetterà l’introduzione nel mondo del lavoro di 3000 giovani per un ricambio generazionale di cui – qui e altrove – si avverte forte il bisogno», commentano i segretari generali della Filctem-Cgil Emilio Miceli, della Flaei-Cisl Carlo De Masi, e della Uiltec Paolo Pirani. Una notizia importante per quanto riguarda anche il futuro di altre aziende con i medesimi problemi presenti in Enel, ovvero le medie-grandi aziende: un nuovo patto di solidarietà che coinvolge sia ex dipendenti che futuri lavoratori, con nuove assunzioni per le categorie protette e un contratto più stabile per i lavoratori che rimangono a regime precedente.
Nella impressionante località di Les Invalides ha avuto ieri luogo l’omaggio alle centotrenta vittime degli attentati di Parigi: sono passate due settimane dal tredici novembre. Hollande, di fronte ai parenti addolorati, lancia un appello contro i terroristi. I nomi delle vittime sono stati elencati uno a uno, così come le loro foto sono state mostrate alla folla. Intanto, continua il clima di disagio a Parigi: da domenica, in vista della conferenza sul clima che si terrà lunedì, le strade della città verranno chiuse, come anche le stazioni e le metropolitane. Continua la ricerca al responsabile degli attentati Salah Abdeslam. Ancora ricercato anche Mohamed Abrini possibile complice negli attentati e autista di Salah nei giorni precedenti la strage per le vie della capitale parigina.