Bangui diviene la capitale spirituale del mondo, così ha cominciato Papa Francesco la cerimonia e la messa nella cattedrale di Bangui aprendo la porta Santa e dunque cominciando il Giubileo della Misericordia 2015. È cominciato l’anno Santo con il Ponrtefice che nella prima volta della storia indice e apre un giubileo in una sede diversa da quella del Vaticano, segno della sua profonda attenzione alle perfierie. «Dove regnano violenza e odio, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza di Dio che è Amore», ha affermato in un altro passaggio del discorso di poco prima dell’apertura della Porta Santa. Anticipando così le tappe, il Giubileo della Misercordia indetto in maniera straordinaria da Bergoglio pochi mesi fa, è cominciato con la celebrazione ancora in corso nella bella cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana e terzo, ultimo, appuntamento del Papa in Africa. La testimonianza di Cristo in mezzo alla povertà, ai bambini e ai disordini, questo sta facendo Papa Francesco nel continente nero, tuonando anche contro gli specialisti dell’odio e della violenza, contrastandoli con «la fede in Dio che permette la non paura dell’altro».
Sta per avvenire qualcosa di storico in quel di Bangui, domani in Repubblica Centroafricana: inizierà il Giubileo della Misericordia 2015 con l’apertura della porta Santa nella splendida Cattedrale di Bangui, la capitale dello stato africano. Papa Francesco, dopo un lungo tour de force in questi giorni con la visita del Kenya e dell’Uganda, si appresta alla terza ed ultima tappa del suo viaggio in Africa e il simbolo di tutto sarà proprio l’inizio del Giubileo della Misericordia 2015, indetto dallo stesso Bergoglio in forma straordinaria. Ma perché la scelta dell’apertura qui in Africa? È la prima volta che un Giubileo prende avvio non a Roma, capitale della cattolicità, ma bensì in una città di tutt’altra estrazione: ebbene, è proprio il concetto di perfieria che il Pontefice ci ha abiurati fin da subito, dal primo giorno della sua elezione. La Chiesa deve andare alle periferie, di continuo senza fermarsi mai: e dunque non c’è posto più periferico e bisognoso della Repubblica Centroafricana, 5 milioni di abitati, metà cristiani cattolici che vivono un livello di povertà altissimo, in fondo a tutte le classifiche mondiali su sicurezza, ricchezza e sviluppo economico degli ultimi 30 anni. In più una guerra civile che dilania questo popolo martoriato, con golpe e colpi di stato militari che non aiutano una riprese pseudo normale: insomma, un viaggio pericoloso per un messaggio forte. Il Vangelo deve arrivare fino a qui per Papa Francesco e la giornata di domani lo testimonierà.
Nonostante la fisiologica stanchezza è confermata la terza tappa del viaggio in Africa di Papa Francesco, atteso per domani a Bangui, nella Repubblica Centrafricana per l’apertura della prima Porta Santa che significherà il via ufficiale del Giubileo della Misericordia. Ad assicurare la presenza del Santo Padre in quel di Bangui per la messa di domani, è stato Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, che come riportato dall’Ansa ha dichiarato:”Certo che si parte per Bangui, è tutto confermato, non avevo mai avuto dubbi. Questi giorni abbiamo avuto solo notizie molto confortanti: ci aspetta nella Repubblica la terza tappa di questo bel viaggio del Papa in Africa“. Padre Lombardi ha anche allontanato l’ipotesi di un forfait di Papa Bergoglio, secondo alcune voci molto provato dal viaggio nel Continente Nero:”Il Papa è un pò stanco, come forse avete visto in qualche momento: è stata una giornata molto densa, e la stanchezza è normale. È stanco ma ha fatto con l’entusiasmo usuale il suo servizio, anche nell’incontro spontaneo con i vescovi“. Padre Lombardi ha poi ricordato l’importanza della giornata di domani: proprio a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, avrà infatti luogo la messa che darà il via al Giubileo straordinario indetto dal capo della chiesa cattolica, e che vedrà il proprio culmine nell’apertura della porta santa della cattedrale di Bangui. Ma che significato assume per la chiesa africana un gesto del genere? A spiegarlo in un’intervista a TV2000 è stato l’arcivescovo di Bangui, monsignor Dieudonnè Nzapalainga, che ha detto:”Sarà un nuovo inizio per la Repubblica Centrafricana. Noi abbiamo tanto sofferto con tribolazioni, esitazioni, dubbi, massacri e con tutto quello che ci ha diviso. Papa Francesco viene per aprire il nostro cuore alla tenerezza, alla misericordia, alla riconciliazione. È un modo per dirci: è tempo di perdonarci, è tempo di ricostruire il nostro Paese“.