Il 3 novembre nel calendario dei santi e dei beati si celebra la memoria di Santa Silvia, beata atipica a causa della sua appartenenza alla nobiltà romana. Sebbene nata in una famiglia di modesta estrazione, Santa Silvia sembra discendesse dalla gens Octavia, discendente quindi dell’imperatore Ottaviano Augusto. La sua vita, però, ha presto una svolta: Santa Silvia, infatti, conosce il giovane Gordiano, discendente della gens Anicia, nobile e ricca, al quale va in sposa a soli diciotto anni per vero amore e non per decisione delle due famiglie. Santa Silvia e Gordiano, che presto diventerà senatore, sono infatti una coppia felice e morigerata, dedita alla vita ritirata e cristiana, così come gli insegnamenti che danno ai figli, sicuramente due, dei quali abbiamo traccia. Quello che è più noto è sicuramente il primogenito, che diventerà papa Gregorio Magno, dopo aver percorso le orme paterne nella vita istituzionale capitolina, tanto da ricoprire il ruolo di prefetto. Alla morte di Gordiano, Santa Silvia, continuando a rimanere una guida spirituale per i figli, per Gregorio in particolare, si ritira in una villa sull’Aventino, chiamata Cella Nova, dove conduce una vita di preghiera e meditazione, lontana dai fasti e dagli agi riservati alle famiglie nobili come la sua. Nel 590 d.C. Gregorio sale al soglio pontificio, e a quel punto la madre, convinta che all’uomo non sia ormai più necessaria la sua guida, decide di ritirarsi a vita di clausura presso il convento con sede nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, spirando soltanto due anni dopo. Quello che nella figura di Santa Silvia colpisce tuttora, a più di millecinquecento anni di distanza, è proprio il ruolo di madre e moglie amorevole e affettuosa, capace di coniugare gli insegnamenti cristiani con il grande materno e coniugale, così come la semplicità con cui riuscì a vivere nonostante l’appartenenza alla nobiltà romana.
, Patrona di diverse comunità capitoline, Santa Silvia ha a lei intitolata una splendida chiesa romanica che si erge sul colle Aventino, e che la festeggia con una giornata di preghiera e celebrazioni nel giorno del 3 novembre, dedicato proprio alla sua memoria. Patrona delle memorie e dei ricordi, Santa Silvia viene inoltre festeggiata in alcuni piccoli paesi siciliani, regione che, secondo alcuni, diede i natali alla sua famiglia, e dove le statue dedicate alla madre di Gregorio Magno vengono portate in processione per le vie della città e omaggiate con danze e orazioni.
Oltre ad essere il giorno dedicato a Santa Silvia, il 3 novembre ricorda anche altri beati e santi cristiani, tra i quali la Beata Alpaide de Cudot, in grado di guarire i malati, e il peruviano San Martino de Porres: figlio di una schiava di colore e di un nobile spagnolo, quindi considerato un conquistatore, che non volle riconoscerlo, San Martino crebbe con grandi difficoltà ma suo padre, nonostante la completa assenza affettiva nei confronti del figlio, gli fornì i mezzi perché potesse studiare. Fu così che il giovane San Martino divenne allievo di un cerusico dell’epoca, ovvero barbiere e allo stesso tempo chirurgo. Entrato nell’ordine dei domenicani fu relegato ai ruoli più umili, proprio perché figlio di uno degli odiati spagnoli, ma la grande forza interiore del ragazzo gli permisero presto di essere associato come fratello cooperatore. Ma San Martino non aveva ancora smesso di stupire i suoi confratelli: allo scoppiare di un’epidemia di peste, il domenicano dedicò tutto sè stesso alla cura dei malati, senza risparmiarsi e mettendosi sempre a rischio per aiutare i deboli e i morenti. Dopo aver curato anche l’arcivescovo messicano, ebbe da lui l’invito a seguirlo, ma ciononostante Martino non abbandonò mai Lima, dove morì a sessant’anni nel 1639.