“Sul clima serve un accordo il più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere scritto sulla sabbia”. Lo ha detto oggi Matteo Renzi, parlando a margine della ventunesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop21). “E’ una partita molto difficile, non sarà facile arrivare a un accordo ma è una condizione fondamentale”, ha spiegato ancora il premier italiano, secondo cui il nostro Paese “fa la sua parte ma il vero problema è che non tutti a livello mondiale si comportano allo stesso modo”. Poco prima Renzi era intervenuto su Facebook per parlare di “una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti: il futuro del pianeta. Senza allarmismi inutili, ma dobbiamo prendere atto che siamo ad un bivio. L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra. Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni”, ha scritto il presidente del Consiglio. “Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy (biomasse, solare, geotermia). Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale – si legge ancora nel post sul social network – Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L’Italia non si tira indietro”.



L’Italia è ai primi posti in Europa per morti premature causate dall’inquinamento atmosferico. Il triste primato è stato confermato dalla relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) pubblicata proprio oggi in cui a Parigi si apre la ventunesima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (Cop21). A fronte dei 491mila decessi registrati in totale nell’Unione europea, in Italia se ne contano ben 84.400 nel 2012. In particolare, 59.500 decessi risultano causati dalle polveri sottili, 3.300 da ozono troposferico e 21.600 da biossido d’azoto. L’area più colpita risulta essere la Pianura padana, soprattutto Milano, Brescia, Monza ma anche Torino. Riguardo la concentrazione di Pm10 nell’aria, la soglia raccomandata dall’Oms di 10 microgrammi per metro cubo è superata in grandi città come Napoli, Roma, Firenze, Bologna e Cagliari.



Un discorso lungo, a braccio, quello che il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha da poco tenuto alla platea della Conferenza sul clima a Parigi, la Cop21 giunta appunto alla sua 21esima edizione. La Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, questo il nome completo, vede tutti i leader mondiali radunati in una sola sala: «Sono venuto di persona come rappresentate della prima economia mondiale e del secondo inquinatore al mondo, ovvero noi Stati Uniti, e dico che non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato qualcosa in proposito ma che possiamo finalmente cambiare il futuro, qui e adesso», annuncia un Obama in forma. Ha anche detto che siamo la prima generazione cosciente dei cambiamenti climatici e l’ultima che può far qualcosa per provi rimedio: in sostanza, non c’è tempo da perdere per Obama che sottolinea di contro anche qualche elemento positivo e che può dare speranza rispetto ai passi avanti fatti dall’America in questi ultimi anni. «Le nostre imprese e i nostri lavoratori – scrive – hanno dimostrato che è possibile fare passi in avanti verso un futuro più pulito anche mentre si creano nuovi posti di lavoro e l’economia cresce”. “La nostra produzione industriale – prosegue il presidente americano – è al livello più alto di sempre, ma le nostre emissioni inquinanti sono ai minimi da 20 anni»



“Il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta”. Lo ha detto questa mattina il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, aprendo ufficialmente i lavori della conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop21). Ha quindi preso la parola il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il quale ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime degli attentati di Parigi, mentre a seguire è stata la volta del presidente francese Francois Hollande: la Cop21, ha detto il numero uno dell’Eliseo, rappresenta “un’immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda”. Il riscaldamento globale “crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica – ha aggiunto Hollande – Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l’accesso all’acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Qui non bastano le dichiarazioni di intenti, noi a Parigi siamo a punto di rottura e di partenza per una trasformazione mondiale”.

E’ iniziata oggi a Parigi l’attesa Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (Cop21), giunta alla sua ventunesima edizione. Sono oltre 150 i capi di Stato e di governo che prenderanno parte all’appuntamento aperto questa mattina dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius. Obiettivo della Cop21 è trovare un accordo globale per contrastare in modo efficace le emissioni di gas ad effetto serra e limitare l’aumento del riscaldamento globale a 2 gradi centigradi, un limite che secondo diversi esperti non riuscirebbe comunque ad evitare il costante innalzamento del livello dei mari. Presente al vertice anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi che questa mattina ha partecipato a un incontro bilaterale con il premier britannico David Cameron. “Questa è davvero l’ultima occasione, ma credo che oggi ci siano tutte le premesse per un accordo ambizioso e virtuoso, con una governance del processo che ci permetta di ridurre le emissioni – ha commentato a UnoMattina su Rai1 il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, anche lui a Parigi – Più di 160 paesi si sono impegnati a presentare i propri contributi nazionali, cioè la loro politica di riduzione di CO2: è la prima volta che questo avviene. Oggi qui a Parigi ci saranno più di 150 capi di Stato: anche quelli che rappresentano nazioni in guerra tra loro saranno uno a fianco all’altro. È un segnale importante”. In apertura di conferenza, il presidente francese François Hollande ha sottolineato che “l’obiettivo della Conferenza di oggi è la pace, perché rischiamo una guerra per l’accesso all’acqua”. “È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda”, ha aggiunto.