Michele Buoninconti è stato condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio e l’occultamento del corpo della moglie, Elena Ceste. La sentenza è stata letta pochi minuti fa in aula dal giudice Roberto Amerio che ha dunque accolto la tesi del pm Laura Deodato che aveva chiesto il massimo della pena nel processo di primo grado con rito abbreviato. Poco prima, durante l’udienza, il vigile del fuoco di Alba ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni spontanee: “Non si renda complice di un’ingiustizia”, ha detto rivolgendosi al giudice al termine del suo intervento, “Elena è morta per una tragica fatalità, sono vittima di un errore giudiziario. Sono innocente”. “Ci vogliono le prove per condannare un uomoi cinque pagine – ha aggiunto Buoninconti che oggi per la prima volta ha parlato in tribunale – e la procura non le ha perché non esistono, non si può trasformare a piacimento un innocente in un colpevole, tra l’altro, di un omicidio che non c’è stato”. Si chiude così il primo atto del processo nei confronti dell’uomo accusato di aver ucciso sua moglie Elena Ceste, la donna di 37 anni scomparsa il 24 gennaio 2014 e i cui resti sono stati trovati il 18 ottobre scorso non lontano dalla propria abitazione di Costigliole d’Asti.