Papa Francesco non ha bisogno di libri fatti di documenti riservati per compiere la sua missione. Ma soprattutto, ciò che chi vorrà troverà nei libri di Nuzzi e Fittipaldi è relativo a situazioni note e superate. Lo dice monsignor Angelo Becciu, già nunzio apostolico a Cuba e attualmente sostituto della Segreteria di Stato, tra i principali artefici del viaggio americano del Santo Padre. “Essi — spiega in questa intervista — raccolgono i documenti oggetto dello studio fatto dalla commissione (la Cosea, ndr) che ha presentato le sue proposte di riforme al Papa. Nelle analisi sono venute fuori delle disfunzioni ed è questo quello che pubblicano i due libri”, ma queste riforme sono partite. In questa luce, l’importanza del materiale divulgato dalle “gole profonde” monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui appare del tutto ridimensionata. “Sugli eccessi della Curia se qualcuno ha esagerato dovrà correggersi e ridimensionarsi” dice ancora mons. Becciu. “E sugli appartamenti vaticani non bisogna essere populisti”. Il Papa? ha sofferto, ma va avanti con determinazione. 



Ci troviamo davanti ad un nuovo Vatileaks?

Abbiamo scoperto alcune persone che pare abbiano diffuso documenti riservati. Abbiamo fiducia che tutto possa concludersi con queste due persone. Comunque le indagini sono ancora in corso e speriamo che si finisca. Sarebbe grave se ci fossero ancora fughe o furti di documenti. Queste persone sono sotto indagine perché ci sono delle prove e nello stesso tempo si è usata la mano pesante per dare una lezione a chiunque venisse in mente una simile balordaggine.



Come è stata vissuta la vicenda dentro il Vaticano?

Con sofferenza, rammarico e sconcerto. E’ difficile accettare il fatto che un prete si possa macchiare di un simile reato.

E come ha reagito il Papa al clamore che ha suscitato questa vicenda?

Il Papa ha sofferto, non possiamo negarlo, gli è dispiaciuto. Però lui ha una grande forza e delle risorse morali che sono di lezione per noi. Bisogna andare avanti con serenità, accettare questi contrattempi, questi fatti gravi, ma non possiamo fermarci. Il Papa è stato il primo ad incoraggiarci a non ripiegarci sotto il peso di questo dolore e sofferenza.



Come giudicate i libri Avarizia di Fittipladi e Via Crucis di Nuzzi? Avete in mente azioni legali?

E’ chiaro che la pubblicazione di documenti riservati è un fatto grave in se stesso. Alcuni di loro hanno dichiarato di averlo fatto per aiutare il Papa, ma Francesco ha detto “grazie, ma non ho bisogno di questo tipo di aiuto, ho bisogno di gente che lavori qui, rispetti i lavori con lealtà”. L’impegno che queste due persone si erano assunte era quello di mantenere nel segreto le carte che avevano visto perché facevano parte della commissione Cosea e avevano firmato una dichiarazione in cui si impegnavano a mantenere il segreto sui documenti e su tutto quello che veniva discusso nelle riunioni. E’ un fatto di grave slealtà, per cui anche dal punto di vista legale abbiamo agito con l’arresto. Poi si vedranno le conseguenze. Azioni legali al di fuori della Santa Sede sono oggetto di valutazione da parte dei nostri legali.

Il giornalista Nuzzi dice che la sicurezza, soprattutto informatica, non è garantita in Vaticano.

Se non ci fosse stata una persona a sottrarre i documenti, questi non sarebbero usciti dal Vaticano. Gli inquirenti stanno valutando, ma pare che fossero organizzati per far uscire tutta questa documentazione. Probabilmente dovremmo perfezionare il nostro sistema informatico ma i nostri tecnici hanno lavorato bene per rendere sicuro il nostro sistema. Poi, se qualcuno all’interno del Vaticano viene meno alle regole, è facile spedire documenti.

 

Le pagine dei giornali in questi giorni erano piene degli sprechi e degli eccessi della Curia vaticana, ed è stato messo in crisi anche l’Obolo di San Pietro. Che cosa c’è di vero?

Sugli eccessi della Curia se qualcuno ha esagerato dovrà correggersi e ridimensionarsi. Sugli appartamenti vaticani non bisogna essere populisti, rimangono alle persone fino al termine dell’incarico per poi passare ad un altro. Sono appartamenti ereditati dalla storia, non sono funzionali, ma che cosa facciamo, li dobbiamo distruggere? Facciamo altri appartamenti? Dobbiamo uscire da Roma? Così si spenderebbero ancora più soldi. Dobbiamo renderci conto che questi appartamenti esistono da secoli. In questi appartamenti qualche cardinale ha qualche familiare, come la mamma, le suore, personale di servizio, il segretario. Quindi quello spazio è in funzione delle persone che ci vivono. Sull’Obolo di San Pietro, dobbiamo chiarire: quando ai fedeli si chiede di aiutare il Papa è scritto “per la carità del Papa e per le necessità del suo ministero”, i fedeli sanno che donano fidandosi di colui che riceve. Questi soldi sono dati per la carità del Papa, gran parte di essi vengono usati ed altri sono impiegati per l’organizzazione del ministero del Papa, la cosiddetta Curia o le nunziature sparse per il mondo. Ma questo è tutto pubblico, non si scopre l’acqua calda, ogni anno viene pubblicato il bilancio della Santa Sede. Chi non dona va a fare speculazione e giudicare.

 

In questi giorni è uscita la notizia di un altro filone d’indagine, su segnalazione dell’Aif, su presunti conti poco chiari riguardo all’Apsa. Anche questo è un altro settore che state analizzando?

Questo è un altro segno della trasparenza che il Papa ha voluto. Voglio precisare che quello che pubblicano i due libri non è altro che il lavoro fatto, per volontà del Papa, per cercare di rendere più trasparente e funzionale tutta l’amministrazione della Santa Sede. Sono cose che già sapevamo e che indicano la volontà del Papa di riorganizzare tutto il sistema finanziario della Santa Sede. E’ chiaro che nelle analisi sono venute fuori delle disfunzioni ed è questo quello che pubblicano i due libri. Era già conosciuto tutto questo, era magari riservato all’interno del Vaticano ma ogni Stato ha la sua parte di riservatezza. Penso che fosse necessario mantenere il segreto, non perché la gente non sapesse ma perché era espressa volontà del Papa, una volta individuate le cose che non andavano, che si mettesse rimedio.

 

Con questi due libri c’è il tentativo di descrivere un Chiesa fatta d’intrighi e un Papa isolato nel suo tentativo di riforma? 

Non vedo gli intrighi di corte, sono passati quei tempi. Si discute, le riforme vengono messe al vaglio e alcuni esprimono delle opinioni ma non è resistenza questa, è desiderio di fare bene le cose. Si vuole arrivare ad una definizione chiara delle riforme che vuole il Papa e incanalarle anche in termini normativi. Se ci si lascia all’improvvisazione è chiaro che crolla tutto. Tutto questo non significa intrighi o cordate. Il Papa non è bloccato ma sostenuto da tutti noi. Mi colpisce vedere persone anziane conformarsi al volere del Papa, c’è disponibilità e accoglienza totale a quello che dice il Santo Padre.

 

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni?

I libri raccolgono i documenti oggetto dello studio fatto dalla commissione che ha presentato le sue proposte di riforme al Papa e le riforme vanno avanti secondo i tempi della Santa Sede. Qui di solito le riforme sono di lunga durata. Ad esempio la riforma voluta da Paolo VI per la Curia dura ancora dopo 50 anni. In tempo breve sarà completata.

 

Come vive il Papa questa situazione? E cosa possiamo dire ai fedeli?

I fedeli tengano viva la fiducia nel Papa, sappiano che ha sofferto ma nello stesso tempo è deciso, sereno e va avanti. Riesce a vivere nel senso giusto le eventuali sofferenze e delusioni e non si lascia scoraggiare da quello che capita intorno. E’ sereno, e questo ci basta. Non sarà l’ultima volta che qualcuno decide di attaccare la Chiesa.